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« « Riformiamo .'assistenza » Pecoraro Scanio: unico modo per mettere fine agli scandali ROMA. Fu lui, con le sue ripetute denunce, a contribuire alla scoperta dei falsi invalidi alle Poste. Oggi, l'onorevole Alfonso Pecoraro Scanio si dice per nulla sorpreso del nuovo scandalo. Trentamila morti ((viventi». Che ne pensa, onorevole? «Già quando era ministro Frattini avevo sollecitato una verifica delle pensioni d'invalidità: evidentemente avevo ragione». Notizie come queste dipingono l'Italia come il Paese dei truffatori. Ma chi sono questi falsi invalidi? «Bisogna distinguere le pensioni, diciamo così, di comodo, fatte avere a parenti o amici di politici, funzionari, sindacalisti da quelle che potremmo chiamare "di scambio"...». Le pensioni «acchiappavo- to»? «Proprio quelle. Sono state fatte avere a disoccupati, o a persone disagiate, in cambio del voto. In questo caso, le pensioni di invalidità hanno costituito una specie di forma di assistenza». Un'elemosina trviffaldina, insomma? «Esatto. Però non me la sento di assimilare i truffatori che appartengono alla prima categoria a questi ultimi». Sta di fatto che, tutti uguali di fronte alla legge, si vedranno la pensione sospesa. «Lo so. E la cosa mi preoccupa. Bisognerebbe controllare i 140 mila che non hanno risposto con l'autocertificazione prima di fare i conti con qualcuno che, preso dalla disperazione, decida gesti msani. Alcuni invalidi vivono soli, oppure potrebbero essere ricoverati in ospedale, senza po¬ ter rispondere all'appello del ministero: che sarà di costoro? Dopo aver dato pensioni a tutti, ora non vorrei che si assommasse ingiustizia ad ingiustizia». Come risolvere il problema delle truffe sulle pensioni in maniera definitiva? «Il problema andrebbe risolto non soltanto dal ministero del Tesoro, ma dovrebbe intervenire il ministero del Lavoro, per arrivare a una effettiva riforma dell'assistenza. Le vere pensioni d'invalidità, non dimentichiamolo, sono ridicole». [d. dan.]