« Non odio la città »
« « Non odio la città » La lettera del vedovo «Ma qui non c'è libertà» NAPOLI. «Maledetti voi che me l'avete portata via». E' un uomo provato da un dolore grandissimo quello che condanna senza appello gli assassini di sua moglie, ma anche il testimone di una tragedia che non è privata, che coinvolge tutta la città. Lorenzo Clemente ha scritto una lettera, denunciando il male fatto da un commando di pazzi sanguinari, ma invitando anche i napoletani a non voltare la faccia di fronte alla violenza. Per due giorni ha convissuto con l'assenza di Silvia, ha cercato di aiutare i suoi due bambini che hanno visto la mamma morire e che adesso ne portano i segni. Ieri ha partecipato ai funerali con la faccia impietrita dalla sofferenza, poi ha deciso di affidare ad ima lettera inviata al quotidiano «Il Mattino» un messaggio pubblico assai lontano dallo sfogo di un marito rimasto solo. Un rancore profondo per i killer della camorra, un sogno comunque vivo nel cuore: che almeno la morte della sua donna serva a qualcosa. Lorenzo non perdona gli assassini, ma neppure quelli che famio finta di non vedere e non sentire: «Maledetti voi che me l'avete portata via», scrive, per poi aggiungere subito: «Ma anche la Napoli fatta di persone per bene è responsabile di quello che è successo. Quella città che ha fatto finta di non vedere, quella che ad ogni morto di camorra diceva "non c'interessa, tanto si ammazzano fra loro"». E' disperato, ma lucidissimo: «Avete visto che non è così? - dice ai napoletani - Doveva morire Silvia per accorgerci che questa non è una città libera? Ecco perché siamo tutti responsabili della morte di Silvia Ruotolo». E se non può esserci posto per l'indifferenza, neppure si possono trovare attenuanti alla violenza: «Non si deve giustificare chi per fame ruba, rapina o ammazza. Ci sono tante persone per bene anche tra i poveri ed i disoccupati di Napoli». Ma Lorenzo Clemente vuole comunque credere che si possa cambiare, soprattutto per il bene di Francesco, 5 anni, ed Alessandra, 10 anni, che hanno assistito all'omicidio della madre. «Dovrei odiare questa città - scrive - ma non voglio perché spero che in un domani non tanto lontano si possa tornare a vivere da uomini liberi». «Ai napoletani aggiunge con ima richiesta che sollecita un giuramento -, al sindaco Bassolino chiedo solennemente di non dimenticare Silvia Ruotolo». Perché la sua morte «per caso» non può essere un incidente da archiviare in fretta, da cancellare come un brutto ricordo in nome della rassegnazione. Lorenzo, vedovo per mano della camorra, ha ancora la forza di pensare che si possa vivere senza paura. «Mia figlia mi dice: "non è giusto". Ha ragione. Non è giusto che si possa essere uccisi senza un perché». Ma oggi gli alunni delle elementari, gli studenti delle medie e delle superiori si sono dato appuntamento al Maschio Angioino in nome di Silvia. «Ci sarà anche Alessandra - promette Lorenzo - il futuro di questa città lo affidiamo ai nostri figli». Mariella Cirillo
Persone citate: Bassolino, Lorenzo Clemente, Mariella Cirillo, Silvia Ruotolo
Luoghi citati: Napoli
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