«Mi spiace per Romano» di M. Cor.
«Mi spiace per Romano» L'usciere «Mi spiace per Romano» ROMA. L'aula sei dell'istituto di filosofia del diritto è la muta testimone dell'omicidio di Marta Russo. In quest'aula il giorno e nell'ora dello sparo c'erano tre persone. Una di queste è Francesco Liparota, usciere dell'istituto che i magistrati hanno ascoltato a lungo. Il suo nome compare negli atti del tribunale c nell'ordinanza di applicazione della misura cautelare nei confronti del professor Romano. Ha l'aria incerta, sprovveduta. Di lui il preside della facoltà, Carlo Angelici dice: «A vederlo sembra la persona più inoffensiva di questo mondo». Francesco Liparota non vuol parlare, e tanto meno dell'inchiesta. E' visibilmente seccato da questa improvvisa «notorietà». Che cosa ha detto ai magistrati? «Non posso parlare. Le cose che ho detto al magistrato sono coperte da segreto istruttorio». Quale è la sua posizione nell'inchiesta? Ha ricevuto un avviso di garanzia? «Non ho avuto nessun avviso di garanzia. Nessuna comunicazione mi è stata fatta». Ma il suo avvocato... «Non ho un avvocato. Non ne ho bisogno». Una sicurezza nelle parole smentita dal nervosismo che lo fa muovere a scatti e che gli serra la bocca in una smorfia. Liparota cammina avanti e indietro nella stanza degli uscieri sotto lo sguardo di una collega. Sembra un leone in gabbia. Come sta vivendo tutta questa vicenda? «Come mi sento? Come tutti quelli coinvolti in questa storia. Cerco di affrontarla nel miglior modo possibile». Che cosa pensa dell'arresto del professor Romano? «Sono stupefatto e mi dispiace molto per il professore». Francesco Liparota se ne va dalla sua stanza, sfugge a giornalisti e telecamere. Nel pomeriggio per lui un nuovo incontro con gli inquirenti. [m. cor.]
Persone citate: Carlo Angelici, Francesco Liparota, Liparota, Marta Russo
Luoghi citati: Roma
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