« Un educatore modello » di Maria Corbi
Un educatore modello IL FILOSOFO DELLA SAPIENZA « Un educatore modello » Colleghi e allievi: vittima di un equivoco PROMA ER tutti è un uomo mite, aperto, un professore amato dagli studenti, capace di dialogare con loro, di fare amare una materia complessa come la filosofia del diritto. Bruno Romano amava ripetere agli allievi: «L'uomo si distingue dagli animali perché comunica». Nelle sue lezioni il confronto di idee era continuo. Per questo adesso i suoi studenti sono increduli di fronte all'arresto con l'accusa di aver deliberatamente deviato le indagini e favorito l'assassino. «Non è possibile», ripetono quasi in un coro. Leonardo Montesanto, al terzo anno di giurisprudenza, racconta così la personalità del professore: «Un uomo completamente aperto con gli studenti, dentro e fuori le aule. Per questo ci stupisce quello che dicono di lui. Per me è un educatore modello». Stesso «trasporto» nelle parole di Maria Caruso, al secondo anno di giurisprudenza, che ha appena sostenuto l'esame di Filosofia del diritto: «Buono, disponibile, giusto, un professore che cerca di capire, che chiede se le lezioni e i libri sono stati sufficientemente chiari». Una domanda mirata, visto che i testi scritti dal professore sono molto complessi, come complesso e articolato è il suo modo di esprimersi. Tanto che il «maestro» di Romano, Sergio Cotta, il suo predecessore alla direzione dell'Istituto di Filosofia del diritto, vede in questo suo dotto e complicato modo di esprimersi la possibilità di un equivoco, la possibilità di un fraintendimento da parte degli inquirenti del linguaggio «filosofico» del professore amante di Heidegger, della psicanalisi di Lacan, delle teorie sull'origine delle relazioni giuridiche fondamentali. Insomma uno studioso, un intellettuale che ha fatto delle teorie del diritto la sua vita. Tanto che anche le sue due fighe sono state influenzate da questa passione e si sono laureate in giurisprudenza. Una famiglia unita che vive appena fuori Roma, ai Castelli, località Frattocchie, in una villetta signorile ma senza pretese. Una vita tranquilla fatta di Università, casa e chiesa ogni domenica. Una descrizione del professor Romano e del suo coinvolgimento in questa storia che però alla luce di quanto gli mquirenti scrivono nel mandato di arresto appare incomprensibile. Le accuse e le circostanze sono precise e accreditate anche da intercettazioni telefoniche. Allora è difficile darsi una spiegazione, è quasi inevitabile ricordarsi del dottor Jekyll e di mi¬ ster Hyde, ma è anche doveroso ricordare che agli arresti domiciliari c'è un uomo sulla cui integrità morale giurano tutti quelli che lo conoscono. In favore di Romano parla anche Nicolò Lipari, il padre di Maria Chiara, l'assistente di Filosofia del diritto che è la testimone chiave in questa inchiesta e che nelle cinque pagine dell'ordinanza di custodia cautelare sembra accusare il professore di averla invitata al silenzio. «E' oggettivamente impossibile - dice Nicolò Lipari che il professor Romano abbia potuto tentare di influenzare i comportamenti di mia figlia in sede istruttoria visto che questi erano già accaduti». Lipari esprime a Romano, «da collega e da amico», la sua «personale solidarietà», si duole che atti coperti da segreto istruttorio siano circolati e loda il comportamento della figlia dettato «dai principi dell'onestà e della verità». In difesa di Romano si è mobili¬ tato tutto l'istituto di Filosofia del diritto ieri riunito in consiglio straordinario. Gaetano Carcaterra, uno dei tre docenti di Filosofia del diritto, esclude che il collega possa aver «esercitato alcuna pressione». «Questa tesi da sola non regge - spiega - altrimenti bisognerebbe pensare che Romano protegge una persona che lo sta ricattando oppure che chissà quale rapporto delittuoso intercorra tra i due. Ma sono cose talmente gravi che sarebbero emerse. Poiché in 32 anni che sono qui nessun segno del genere è mai apparso, debbo negare, anche sul piano razionale, che Romano protegga qualcuno». Una delle assistenti di Romano, Simona Sagnotti, ha assicurato che nessuno «ha ricevuto pressioni di alcun tipo». «Anzi - ha aggiunto - il professore ci ha invitato a collaborare come è nel suo carattere: chiaro e limpido». Maria Corbi I rettore Giorgio Tecce
Luoghi citati: Frattocchie, Lipari, Roma
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