Il blitz africano del Pds

Ha imposto al governo la linea dura UNO SCANDALO CHE SCOTTA Il blitz africano del Pds Ha imposto al governo la linea dura U ROMA NA dichiarazione di sedici righe scritta a mano da Piero Fassino di prima mattina ha aperto la giornata in cui gli uomini del Pds hanno preso l'iniziativa, portando il governo a rompere ogni esitazione sulla strategia da seguire sul caso-Somalia. Verso le dieci, al Residence Ripetta, dove era in corso un convegno sui Balcani, Lamberto Dini aveva da poco finito di intervenire su Nato ed Albania quando il testo, scritto di proprio pugno da Fassino, iniziava a circolare chiedendo «entro oggi stesso» al governo Prodi «misure e provvedimenti che rassicurino l'opinione pubblica italiana ed internazionale». «Mi auguro che lo facciano», aggiungeva il sottosegretario chiedendo ai cronisti di «pazientare». Dini veniva a sapere della dichiarazione dopo aver lasciato il Ripetta. Per lui quella dichiarazione giungeva inattesa, o meglio «non concordata». Ma, giunto a Palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri, il titolare della Farnesina non aveva difficoltà a comprendere come quel testo ben introduceva quanto stava avvenendo. Durante la riunione infatti erano i ministri pidiessini Turco, Visco, Bassanini e Finocchiaro a prendere l'iniziativa, sostenuti dal verde Ronchi, imponendo la Somalia in cima all'agenda e quindi di passare dalle parole ai fatti. Prima venivano le critiche - assai esplicite - rivolte al ministro della Difesa, Beniamino Andreatta, per aver accennato alla «goliardia» in riferimento agli episodi di sadismo dei nostri militari. Poi la richiesta, pressante, di «misure e provvedimenti immediati». Esattamente come aveva scritto Piero Fassino al Ripetta. Non a caso, a seduta conclusa, erano i ministri del Bottegone i primi a parlare, anticipando i contenuti di quello che sarebbe stato poi l'annuncio di Prodi sulla commissione di inchiesta governativa. La Turco annunciava «misure adeguate», Bassanini prometteva «non ci sarà un'altra Ustica», la Finocchiaro - nominata co-presidente della commissione di inchiesta - esprimeva «soddisfazione». La decisione di Prodi, seguita a ruota dalla convocazione di Scalfaro del Consiglio Supremo della Difesa, segnava il momento deci¬ sivo della giornata campale per gli uomini del Pds, con il passaggio della linea dura sul caso-Somalia ispirata da Massimo D'Alema e testimoniata dagli inequivocabili co¬ municati firmati dal responsabile Esteri, Umberto Ranieri. Ma non era tutto. Iniziata da Fassino, passata a Palazzo Chigi nel pomeriggio l'offen¬ siva somala del Pds arrivava alle Camere e prima del tramonto veniva fissato l'appuntamento con il governo, chiamato a riferire davanti all'assemblea di Montecitorio per martedì mattina. Nell'ultimo scampolo di giornata veniva affrontato dagli uomini del Bottegone il tema più delicato: comi; punire e chi punire. Ed anche in questo caso la di- plomazia lasciava il posso alla franchezza. Al Senato il gruppo dell'Ulivo su indicazione di Cesare Salvi chiedeva di «adottare nell'immediato provvedimenti nei confronti dei generali Loi e Fiore», unendosi a Ranieri, che lo aveva preceduto dicendosi in favore di «provvedimenti cautelari per gli indagati, per chi comandava e per chi avrebbe dovuto vigilare». Tesi, oramai dopo il tramonto, sposata anche da Massimo Brutti, sottosegretario alla Difesa, cui è spettato il compito di riassumere l'intera giornata al ministro Andreatta, bersagliato anche da Achille Occhetto. A luci oramai spente, con D'Alema soddisfatto ma silenzioso e Fassino raggiante nel suo ufficio alla Farnesina, era Bassanini, da Bologna, a negare «ogni divergenza» nell'esecutivo di Romano Prodi. Maurizio Molinari Salvi chiede provvedimenti nei confronti di Loi e Fiore Il regista è stato Fassino con un diktat in 16 righe oltre alle ire delle «ministre», un attacco da parte dell'Osservatore Romano. «Dichiarazioni inadeguate», le ha bollate il giornale della Santa Sede, al quale non è piaciuto in particolare l'accostamento fra goliardia e sadismo. Il ministro della Difesa ha spiegato di non aver avuto «alcuna intenzione giustificatoria», ma di aver DELL'INDUSTRIA? TREU Il Ha Da sinistra Piero Fassino Cesare Salvi e Franco Bassanini i tre esponenti del Pds che hanno guidato offensiva per il caso Somalia

Luoghi citati: Albania, Bologna, Roma, Somalia, Ustica