Pugno di ferro per la Somalia

Presieduta da Ettore Gallo, Scalfaro convoca il Consiglio supremo della difesa Presieduta da Ettore Gallo, Scalfaro convoca il Consiglio supremo della difesa Pugno di ferro per la Somalia Il governo: subito la commissione d'inchiesta ROMA. «Il governo ritiene di inammissibile gravità il fatto di stupro e le violenze ritratti in fotografie recentemente pubblicate, che sarebbero stati commessi da appartenenti alle forze armate italiane ai danni di una donna e di civili somali»: Anna Finocchiaro legge con voce ferma, quasi dura, il durissimo comunicato del governo, nella conferenza stampa che segue il Consiglio dei ministri. Accanto a lei Prodi tace, con un'aria non meno grave. A lei, una donna, ministro per le Pari opportunità, il governo ha affidato il compito di esprimere pubblicamente lo sdegno e la condanna per le gratuite sevizie documentate dalle foto choc di «Panorama». E di annunciare la costituzione immediata di una commissione di inchiesta, composta da civili e militari, da uomini ma anche da donne per «accertare l'entità e la diffusione di comportamenti devianti all'interno delle forze armate operanti in Somalia». Come se gli uomini, sia pure ministri della Repubblica, avessero pudore a leggere quelle parole pesanti - primo fra tutti il termine «stupro» - che alcuni non volevano neppure inserire del documento ufficiale. Come se si sentissero in qualche modo complici di quei soldati in Somalia per il solo fatto di essere uomini. Racconta un testimone che nella riunione della mattina i ministri donna fossero stati accolti dai loro colleghi con un silenzio di tomba, colmo di disagio e imbarazzo. Un Consiglio carico anche di tensione. Attraversato dalle proteste che si alzavano dal Paese e dalla stessa Somalia, dalla telefonata da Bruxelles del rninistro della Difesa Andreatta, dalla notizia della decisione di Scalfaro di convocare per mercoledì prossimo il consiglio supremo della Difesa: un organo che negli ultimi quindici anni si è riunito solo 15 volte, e che dovrà discutere delle due missioni militari italiane all'estero, in Somalia e in Albania, che rischiano di sovrapporsi nel giudizio della pubblica opinione. Pare che Scalfaro sia indignatissimo, per le notizie e soprattutto per le fotografie pubblicate, che rischiano di gettare discredito sul Paese e sulle forze armate italiane. Quanto a Andreatta, ha poi corretto la cattiva impressione fatta con l'intervista resa la sera prima al Tgl, che gli è valsa, oltre alle ire delle «ministre», un attacco da parte dell'Osservatore Romano. «Dichiarazioni inadeguate», le ha bollate il giornale della Santa Sede, al quale non è piaciuto in particolare l'accostamento fra goliardia e sadismo. Il ministro della Difesa ha spiegato di non aver avuto «alcuna intenzione giustificatoria», ma di aver solo voluto ricordare «i diversi ambienti che favoriscono la cultura della violenza» per indicare «la perversità del fenomeno e la difficoltà a sradicarne le radi¬ ci». Ad ogni buon conto, la commissione di inchiesta varata dal ministro Andreatta che dovrà invece far luce sulle vicende e si svolgerà «in modo rapido e trasparente», non solo sarà presieduta da un personaggio super partes come l'ex presidente della Corte Costituzionale Ettore Gallo, ma comprenderà anche domie, per le quali si fanno i nomi di Tullia Zevi, di Rossana Rossanda, di Tina Lagostena Bassi, ma anche della sociologa femminista Tamara Pitch, della civilista milanese Laura Hoesc e di Raffaella Lamberti, presidente di un'associazione femminile di Bologna. La presidente della commissione Pari opportunità Silvia Costa annuncia che la commissione intende comunque costituirsi parte civile contro i soldati che hanno violentato donne somale e persone indifese. Men- tre da parte dell'ex presidente della Camera Nilde lotti - «indignata e sconvolta per le notizie che si susseguono sui comportamenti dei militari in Somalia» - arriva la richiesta di una commissione di inchiesta parlamentare. Donne all'attacco, insomma. Come se le ultime fotografie di gratuite sevizie contro donne, ma non solo, avessero fatto emergere, alla fine, tutto il «machismo» che cova nelle istituzioni tipicamente maschili come le caserme e, un tempo, le università. Non a caso il presidente dalla commissione Difesa alla Camera Valdo Spini invoca la rapida approvazione della legge che ammette le donne come volontarie nell'esercito. Quasi potesero essere un deterrente, o un correttivo, di comportamenti, dal nonnismo in su, tante volte raccontati al cinema e nei libri. Non che siano solo le donne a prendere posizione. Mentre An difende la Folgore e invita a «non diffamare la storia e la realtà dei nostri soldati», il pds a nome di Pietro Folena chiede «una risposta esemplare contro i diretti responsabili delle torture», mentre il sottosegretario alla Difesa, il pidiessino Massimo Brutti, sottolinea che gli «accertamenti devono riguardare anche gli ufficiali». Bertinotti invita Scalfaro a scusarsi con tutti i somali a nome di tutti gli italiani. E invoca «atti di riparazione da parte del Parlamento», cioè un dibattito parlamentare. Che avrà luogo martedì alla Camera. Maria Grazia Bruzzone PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: PRODI PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: SCALFARO è MINISTRO DEGÙ ESTERI: DIN) MINISTRO f DELL' INTERNO: NAPOLITANO i MINISTRO f DEL TESORO: CIAMPI 'f MINISTRO DELL'INDUSTRIA? TREU Il Consiglio supremo di difesa è previsto dall'articolo 87, nono comma, della Costituzione: il Presidente della Repubblica "ha il comando delle Forze Armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere". Compito del Consiglio è quello di dare direttive sulle questioni che investono la difesa e la sicurezza nazionale. Le decisioni, di regola, restano riservate. Cossiga convocava l'organismo - che ha sede nel palazzo del Quirinale - abbastanza spesso. Scalfaro, invece, finora lo ha riunito in poche solenni circostanze. MINISTRO DELLA DIFESA: ANDREATTA CAPO? DISTATO 'MAGGIORE: VENTURONI L'Osservatore attacca Andreatta che si giustifica «Parlando di goliardia non volevo assolvere nessuno» II Ad Anna Finocchiaro ministro per le Pari Opportunità è stato affidato il compito di leggere il duro comunicato del governo

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