Raffiche di mitra contro Sharon di Aldo Baquis

«Non mi stupisco, visto che i palestinesi sono comandati dal terrorista Arafat» «Non mi stupisco, visto che i palestinesi sono comandati dal terrorista Arafat» Raffiche di mitra contro Sharon Colpito il furgoncino con la scorta del «Falco» Il falco Ariel Sharon è sfuggito a un attentato durante i disordini a Gaza TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Nel corso della giornata più incandescente negli ultimi dieci mesi nella striscia di Gaza un palesinese armato di kalashnikov ha cercato di colpire il furgoncino militare israeliano su cui viaggiava il ministro israeliano delle infrastrutture nazionali Ariel Sharon. L'ex ministro della difesa è sfuggito per un soffio all'agguato, senza precedenti nel suo genere. I proiettili del sicario si sono conficcati in un altro furgoncino militare Gmc, identico a quello su cui si trovava Sharon, transitato nella zona degli scontri alcuni minuti dopo che vi era passato il ministro. Il bilancio di una giornata di incidenti nella striscia di Gaza è di un palestinese morto (per infarto, dopo essere stato raggiunto da gas lacrimogeni) e di altri quattro feriti. «La situazione è sull'orlo di un precipizio» ha avvertito il presidente del Consiglio dell'Autonomia Abu Ala. «Stiamo per saltare in aria tutti quanti» ha aggiunto, mentre il mediatore egiziano Osama El Baz tenta di organizzare un vertice a tre Mubarak, Arafat e Netanyahu. I violenti confronti fra israeliani e palestinesi sono iniziati di prima mattina quando centinaia di palestinesi, provenienti dalla città di Khan Yunes, sono sciamati nella zona agricola del vicino insediamento ebraico di Morag per protestare contro una recente confisca di terre. Mentre a Morag gli scontri erano in corso un nuovo confronto si è verificato dieci chilometri più a Nord nel corso della cerimonia di inaugurazione di una stele commemorativa del sergente israeliano Yehuda Levy, ucciso in quel posto il 27 settembre 1996. Abitanti palestinesi della Striscia hanno visto nella stele (alta un metro e mezzo) una provocazione israeliana e hanno cercato di interrompere la cerimonia a cui era stato invitato Sharon. Centinaia di palestinesi hanno allora aggredito decine di automobili israeliane e hanno interrotto il traffico su una arteria di importanza vitale per i cinquemila coloni ebrei della Striscia. L'esercito israeliano è tornato ad agire in massa mentre i disordini si estendevano a macchia d'olio e coloni isolati venivano sistematicamente aggrediti da dimostranti arabi. Numerosi colpi di arma da fuoco sono stati esplosi da ambo le parti. In questa fase convulsa i responsabili militari hanno deciso che era preferibile che Sharon lasciasse la zona a bordo del suo Gmc. Pochi istanti dopo la sua partenza da un aranceto è partita una raffica di kalashnikov e alcuni proiettili sono andati a conficcarsi nella carrozzeria di un altro Gmc su cui si trovavano alcuni militari, nessuno dei quali è stato colpito. Tremante di collera Sharon ha accusato l'Autorità nazionale palestinese di essere responsabile dei gravi incidenti verificatisi in giornata. «Non me ne stupisco ha aggiunto - perché fra i loro di- Un momento della protesta palestinese ieri nella striscia di Gaza rigenti vi sono noti assassini e perché il loro leader è una persona che non può essere definita altrimenti che un criminale di guerra». Sharon e Arafat hanno un conto in sospeso da quando, nell'estate 1982, il primo (nella veste di ministro della difesa) martellò Beirut con bombardamenti di artiglieria per costringere il leader dell'Olp ad abbandonare definitivamente il Libano e per consegnare il potere politico ai falangisti di Bashir Jemayel. Ma il sessantanovenne generale della riserva israeliano si è trovato coinvolto nel conflitto con i palestinesi fin da quando, nell'agosto 1929, riposava nella sua culla nel villaggio agricolo ebraico di Kfar Mallal, a 30 chilometri da Tel Aviv. Anche allora - come ieri a Morag - i palestinesi minacciavano di occupare l'insediamento dove si trovava. Nel terrore che i membri della famiglia Abu Kishak riuscissero ad appiccare il fuoco alle baracche dei coloni ebrei, Vera Sheinerman (Sharon) trascinò i figli Dita e Arik nel posto più sicuro del villaggio: le stalle, che almeno avevano le pareti di cemento. La lunga notte di trepidazione fra i covoni di Kfar Mallal è, secondo i biografi di Sharon, il punto di partenza per comprendere la sua inflessibile ostilità verso i palestinesi. Aldo Baquis

Luoghi citati: Beirut, Gaza, Libano, Tel Aviv