Bicamerale, arriva il «Senato federalista» di R. R.

Integrato da «senatori-sindaci» e presidenti di Regione, sarebbe la chiave di volta della riforma Integrato da «senatori-sindaci» e presidenti di Regione, sarebbe la chiave di volta della riforma Bicamerale, arriva il «Senato federalista» Stallo fra Marini e il Polo sul semipresidenzialismo ROMA. «Stallo, con fixing al ribasso» sintetizza il «verde» Maurizio Pieroni a proposito delle trattative per le riforme. Franco Marini tesse la sua tela per trovare il consenso del Polo per un semipresidenzialismo depotenziato e senza doppio turno. Ma, mano a mano che passano le ore, un accordo sembra allontanarsi. Allarmato, Marini esorta i centristi del Polo a «fare presto, altrimenti c'è il rischio che le carte si ingarbuglino ancora di più». Non è di buon auspicio quel Massimo D'Alema che incombe minaccioso, col suo ostentato Il monito di Ciriaco «Guida la commissione come uno che non sa andare in automobile Così è finito nel burrone E pensare che voleva essere il demiurgo...» silenzio, sul lavorio dei centristi. Ieri, per la prima volta, D'Alema ha lasciato in anticipo la presidenza della commissione per le Riforme. Oggi sarà a Castellanza, dove si prevede che Di Pietro possa «benedire» il sistema elettorale a doppio turno. Quello che D'Alema considera indispensabile complemento dell'elezione diretta del Capo dello Stato. Isolato nella Bicamerale che presiede, D'Alema potrebbe tornare alla «riscossa» forte dell'appoggio morale di Di Pietro. «Se Di Pietro si schiererà per il semipresidenzialismo col doppio turno, sarà assai difficile per noi del Polo dire, no» anticipa Francesco D'Onofrio, del ccd. Ovvero, non potrebbero dire no ccd e cdu ma, soprattutto, Gianfranco Fini che è colui che più sta trattando con Marini. Ma, poi, D'Alema è veramente isolato come sembra? Berlusconi, per esempio, sta cominciando a riflettere sull'utilità della mediazione avviata da Marini. E deve aver capito che, in fin dei conti, il sistema di cui si parla finirebbe per rafforzare solo i centristi. «Sembra di essere negli Anni 80, quando si scontravano De Mita e Craxi», osserva il forzista Rebuffa. Il senso del suo paragone (dove, oggi, al posto di Craxi ci sarebbe Fini) lo spiega il costituzionalista pidiessino, Augusto Barbera: «La proposta dei centristi sembra il tentativo di ricostituire la democrazia cristiana con il craxismo incorporato». L'altolà di Berlusconi al depotenziamento del Capo dello Stato, a un sistema elettorale proporzionale (e al protagonismo di Fini) è emerso dalla parata di dichiarazioni dei capigruppo di Forta Italia e dai vice Calderisi e Rebuffa. Calderisi definisce «follia» la proposta di Marini (Capo dello Stato depotenziato, capo del governo indicato sulla scheda, sistema elettorale proporzionale con premio di maggioranza). «Bisogna evitare assolutamente pasticci e mostri a due teste». Rebuffa parla di «proposte sgangherate» che rischiano di «portarci in Sud America». Il capo dei deputati, Pisanu, dà come «acquisito» che il Capo dello Stato dovrà essere anche capo del governo ed «è ovvio» che la legge elettorale «dovrà favorire la formazione di maggioranze certe». Messaggio finale (e rassicu¬ rante?) per D'Alema da parte di La Loggia: «Il Cavaliere è sereno e determinato ad arrivare ad un risultato importante. Fini mediatore per il Polo? No. Berlusconi ha le idee molto chiare e sta lavorando con serenità e determinazione». Marini fiuta aria di contrattacco da parte dei fautori del doppio turno e nega di lavorare per sabotare la richiesta di D'Alema: «Sarebbe ridicolo se io mi mettessi contro il pds, il mio alleato, che poi è anche più forte di me...». Insomma, sulla forma di governo è tutto fermo. Qualcosa di nuovo ci potrebbe essere, invece, sulla forma di Stato. Ieri la sinistra democratica ha presentato un emendamento che rende realistica la strada del federalismo. La chiave di volta della riforma dovrebbe essere il «Senato delle garanzie», composto da senatori «normali» (16) e da senatori-sindaci (39) e presidenti di regione (61). All'interno del Senato (sul modello tedesco), una Commissione federale (composta dai rappresentanti dei poteri locali) avrebbe poteri specifici sul nuovo ordinamento federale della Repubblica. [r. r.]

Luoghi citati: Castellanza, Forta Italia, La Loggia, Roma, Sud America