Il Polo si scopre alleato di Bankitalia

Il Polo si scopre alleato di Bankitalia Il Polo si scopre alleato di Bankitalia Rifondazione polemica: via Nazionale stia col governo ROMA DALLA REDAZIONE La destra loda e difende Antonio Fazio, l'Ulivo tace o sminuisce, Rifondazione comunista attacca. Un completo rovesciamento delle parti rispetto a due anni fa non è; ma può somigliargli, volendo. Alleanza nazionale, che quando era al governo sparava a zero sul governatore, vedeva i «rossi» al comando nel santuario della moneta, sosteneva la priorità della politica, ora dall'opposizione difende l'autonomia della Banca centrale «dalle continue intimidazioni». All'estremo opposto, invece, è ora il responsabile economico dei neocomunisti, l'ex banchiere Nerio Nesi, a «domandarsi se sia concepibile una politica della Banca centrale diversa da quella del governo». Da parte del governo, le reazioni sono contenute, e si concentrano sul merito delle obiezioni di Fazio; il ministro del Lavoro Tiziano Treu «non capisce» perché la Banca d'Italia sia così pessimista sull'occupazione; il ministro delle Finanze Vincenzo Visco si dice sicuro che sull'effetto inflazionistico delle imposte indirette Fazio sbagli (benché Fazio in passato abbia dedicato ampi studi all'argomento): «Non c'è più la scala mobile, l'economia italiana non è più indicizzata come in passato, e l'impatto sui prezzi sarà limitato nel tempo». Quelli dell'Ulivo che all'audizione c'erano, come i presidenti delle commissioni Bilancio del Senato, Romualdo Coviello (popolari), e della Camera, Bruno Solaroli (pds), concordi definiscono «una battuta, soltanto una battuta» il «se volete questo chiamate qualcun altro» di Fazio. Al contrario il responsabile economico di Forza Italia, Antonio Marzano, che due anni fa fu sempre assai cauto sul caso Banca d'Italia, vede in quelle parole la spia di «pressioni politiche», con «grave violazione del principio dell'autonomia della Banca centrale». L'attacco di Alleanza nazionale, condotto con una interrogazione di Maurizio Gasparri e Pietro Armani, intravede un vero e proprio complotto. «Economisti e presunti banchieri» vicini all'Ulivo 51 si sarebbero coalizzati nelle ultime set- * timane. Uno dei congiurati sarebbe - si capisce - il presidente della Banca Nazionale del Lavoro Mario Sarchielli, da sempre inviso ad An, con la sua proposta di separare la Vigilanza sulle aziende di credito dalla Banca centrale. Un altro congiurato sarebbe l'economista Francesco Giavazzi, editorialista del Corriere della sera (nonché amico del commissario europeo Mario Monti), con la proposta di un mandato a termine per il governatore. Fuori dalla polemica politica, il giudizio della Confindustria è abbastanza convergente con quello del governatore, benché gli industriali non siano contenti dell'alto costo del denaro. «Fazio mette in evidenza una cosa importantissima - dice Enzo Cipolletta, direttore generale della Confindustria -: che se si facesse una manovra più seria di riduzione del disavanzo pubblico aumenterebbero gli investimenti. E io aggiungo che se facessero misure di deregolamentazione del mercato del lavoro aumenterebbe pure l'occupazione. Mi sembra che l'opera del governo non vada in questo senso».

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