Fazio: «Tassi fermi, non drogo l'economia»

Per il governatore l'esecutivo è troppo ottimista sulle previsioni su occupazione e deficit Per il governatore l'esecutivo è troppo ottimista sulle previsioni su occupazione e deficit Fazio: «Tassi fermi, non drogo l'economia» Scontro con Prodi: se non vi piace, chiamate un altro ROMA. «Se volete drogare l'economia, chiamate un altro»: possibile che sbotti così, imo che per legge ha una carica a vita? Eppure Antonio Fazio, governatore della Banca d'Italia, si è proprio espresso in questo modo davanti alle commissioni Bilancio di Senato e Camera, ieri mattina. Esprimeva la sua stanchezza per gli inviti a diminuire il costo del denaro; ma una siffatta dialettica tra politici e banchieri centrali c'è in molti Paesi. Si è subito diffuso il sospetto che le tensioni tra palazzo Chigi e la Banca d'Italia siano state più gravi di quanto è apparso. Il primo a parlare di «pressioni» è Antonio Marzano di Forza Italia, economista che con Fazio è stato sempre in buoni rapporti. Altri ricordano le voci su un promoveatur ut amoveatur: ci sarebbe stato un tentativo di candidare Fazio ad organismi internazionali. Con il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi le relazioni sembrano in questa fase abbastanza buone, se si eccettua la divergenza di vedute su quanto l'inflazione sia sconfitta e quanto no. Ma proprio ieri Romano Frodi ha detto che «negli ultimi anni il nostro sviluppo è stato rallentato da tassi di interesse anormalmente alti», frase che si può prendere come un'obliqua polemica. Nel merito, il governatore ha inteso ripetere ciò che tutti i banchieri centrali oggi pensano: abbassare il tasso di sconto non serve a stimolare la ripresa economica, o se lo fa è solo una droga che dura poco e lascia molto danno. Il premio Nobel Franco Modigliani ha ricordato che Fazio è stato un suo allievo, ma su questo punto l'allievo è ormai distantissimo dal maestro, e dal Keynes che entrambi hanno studiato. «Non chiedetemi di spiri- gere l'economia, sarebbe un errore I gravissimo - ha detto Fazio a depu- p#* tati e senatori - io non dò la droga». In un altro senso, tuttavia, Fazio è diverso dagli altri banchieri centrali: perché il suo maggior assillo è, in modo esplicito, l'occupazione. I calcoli economstudi della Bancache il numero deItalia <anostra udursi nel corso dtre anni». Quellonel '98 (centomdal governo, e giàVia Nazionmanovre più iper portarad un liv1. Abbassareto, a causa devuti affrontare2. In ogni cadenaro «drogano. 3. L'inflazionquesto sarebbmenti Iva.. 4. La riformanella giusta d«ulteriori inter5.1 conti delspettiva «l'aumvo». Unaalla qualche passoricorda il febbrl'allora premischiumò rabbidi quasi un psconto deciso I calcoli econometrici del Servizio studi della Banca d'Italia gli dicono che il numero dei posti di lavoro in Italia <anostra una tendenza a ridursi nel corso dei prossimi due o tre anni». Quello 0,5% di aumento nel '98 (centomila posti) previsto dal governo, e già giudicato insuffi- ciente dai sindacati, al governatore appare «ottimistico». Bisogna fare di più; e da questa urgenza di avere «più sviluppo» nasce l'idea di una diversa politica economica. Al contrario di quanto è avvenuto in passato, in questo momento Fazio non è preoccupato dai numeri della finanza pubblica. Grosso modo, i conti sono in linea; benché tra le righe si intuisca qualche dubbio che a fine anno si arrivi proprio all'esatto 3% di deficit rispetto al Pil. Il problema principale è un altro: che cosa c'è dentro ai numeri. Tra i tagli alle spese non c'è ancora una sufficiente riduzione strutturale della spesa corrente, mentre occorrerebbe trovare maggiore spazio per gli investimenti. Tra le entrate l'annunciato intervento sull'Iva rischia di provocare «stimoli inflazionistici» mentre si deve fare di più contro l'evasione e l'elusione fiscale. Colpire gli interessi (elettorali) legati alla spesa corrente e all'evasione di massa si è rivelato difficilissimo per i governi di ogni colore. Fazio invita ad avere coraggio, perché i risultati sarebbero in breve tempo benefici per tutti. Semplificando al massimo, le cifre del governatore sono: ventimila miliardi in più di investimenti, in parte pubblici in parte privati, posso¬ no portare la crescita dell'economia al 3% annuo; e l'effetto della maggior crescita sul deficit pubblico è pressoché immediato, diecimila miliardi di deficit in meno ogni punto percentuale. Insomma «il malato è stato curato bene; la cura non è finita». Naturalmente tra la spesa corrente da ridurre c'è quella previdenziale. Qui secondo Fazio ai tagli «deve corrispondere un impegno volto ad assicurare l'efficienza, l'equità e la trasparenza degli interventi e a garantire livelli minimi nei servizi essenziali per i cittadini». Se si agirà con coraggio per il «risanamento strutturale della finanza pubblica» il calo dei tassi di interesse da qui al Duemila «potrebbe risultare anche maggiore» di quanto messo in conto dal governo. Quest'ultima frase è stata intepretata da alcuni come un buon auspicio per il tasso di sconto. A rigore, non lo è. Guardando indietro, Fazio ritiene che i «passaggi difficilissimi» delle ultime settimane (Dpef, elezioni francesi) abbiano giustificato in pieno la sua prudenza. Ora «l'andamento internazionale non è in discesa, probabilmente in Europa si è raggiunto il minimo»; si vedrà. Stefano Lepri Via Nazionale auspica manovre strutturali e più investimenti per portare la crescita ad un livello del 3 0/ /o IL DECALOGO DEL GOVERNATORE 1. Abbassare il tasso di sconto sarebbe stato incauto, a causa dei «passaggi difficilissimi» che si sono dovuti affrontare. 2. In ogni caso un ribasso eccessivo del costo del denaro «droga» l'economia, non la rilancia in modo sano. 3. L'inflazione non è ancora del tutto sconfitta. Per questo sarebbe opportuno «limitare la parte» degli aumenti Iva.. .. . _ 4. La riforma del fisco che il govèrno sta attuando «va nella giusta direzione» ma dovrà essere integrata da «ulteriori interventi» contro l'evasione. 5.1 conti dello Stato nel '97 vanno bene ma in prospettiva «l'aumento della spesa corrente resta eccessivo». 6. L'occupazione non è in crescita e anzi «manifesta una tendenza a ridursi nel corso dei prossimi 2 o 3 anni». 7. La crescita del prodotto interno lordo nel 1998 «potrebbe risultare inferiore» al 2% previsto dal governo. 8. Per tutti questi motivi la politica di bilancio dovrebbe essere più coraggiosa; più tagli alle spese correnti allo scopo di accrescere gli investimenti. 9. Il clima economico va migliorato con «recuperi di produttività» nel pubblico impiego, norme più favorevoli alla concorrenza, mercato del lavoro meno rigido. 10. Se così si riuscirà ad ottenere un aumento degli investimenti pari a un punto del prodotto interno lordo, si raggiungerebbe una crescita del 3% annuo. inni gere l'economia, sarebbe un errore I gravissimo - ha detto Fazio a depu- p#* tati e senatori - io non dò la droga». In un altro senso, tuttavia, Fazio è diverso dagli altri banchieri centrali: perché il suo maggior assillo è, in modo esplicito, l'occupazione. II governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio Il ministro del Tesoro, Ciampi

Persone citate: Antonio Fazio, Antonio Marzano, Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Franco Modigliani, Keynes, Prodi, Romano Frodi, Stefano Lepri

Luoghi citati: Europa, Italia, Roma