Andreatta promette giustizia e «nessuna condiscendenza»

Andreatta promette giustizia e «nessuna condiscendenza» Andreatta promette giustizia e «nessuna condiscendenza» Il ministro della Difesa Andreatta e, sotto, il generale Jean A destra, un reparto di para a Livorno ROMA. Beniamino Andreatta promette giustizia entro 85 giorni e «nessuna condiscendenza per i militari responsabili di quegli orrendi atti». Il ministro della Difesa, a Bruxelles per una riunione con i suoi colleghi della Nato, è stato lapidario: i nomi dei sospetti saranno consegnati alla magistratura, l'indagine interna dell'esercito si concluderà entro 85 giorni, ci saranno sanzioni e denunce immediate. «C'è di mezzo l'onore delle forze armate - ha detto il ministro - e bisognerà chiarire tutto e in fretta», identificando gli autori delle violenze, chi ha taciuto ed anche «chi non ha effettuato i controlli necessari». In via XX Settembre si ha l'impressione che il tempo stringa. Il timore di nuove foto, nuove confessioni e nuove denunce capaci di gettare nel fango l'intera Difesa, ha spinto Andreatta a dotarsi di un nuovo strumento di indagine. Si tratterà di una commissione misto composta da magistrati ed ufficiali che «partendo da singoli episodi» dovrà «ampliare il campo dell'indagine per accertare entità e diffusione di fenomeni contrari all'onore multare nel corso dell'intera operazione Ibis». Dunque siamo ad una svolta. Non si tratterà più di interrogatori sui singoli episodi. Andreatta vuole andare fino in fondo, sapere tutto quanto avvenne in Somalia sin dall'inizio del nostro arrivo a Mogadiscio. Per questo il ministro puntualizza: «Bisogna ap- STEFANO SILVESTRI

Persone citate: Andreatta, Beniamino Andreatta

Luoghi citati: Bruxelles, Livorno, Mogadiscio, Roma, Somalia