I PERCHE' DEL DISONORE di Igor Man

I PERCHE' DEL DISONORE I PERCHE' DEL DISONORE SOMALIA: la vergogna provoca due domande. I nostri soldati (nel caso specifico i para della Folgore) sono dei mostri? Perche proprio adesso vengono fuori le fotografie dell'orrore, tanti anni dopo? Un giornalista importante che stato partigiano, Giorgio Bocca, ha scritto amaramente che il mito nazionalista degli «italiani brava gente» è ancora diffuso nelle nostre forze armate e nella pubblica opinione. «Ma crederci sulla parola è un errore». Giusto. Ma nella lontana estate del 1964, a Stoccolma, Nikita Kruscev mi spiegò perché aveva «un grande rispetto» degli italiani: avevano trattato bene il figlio che l'animoso uomo del disgelo perse sul fronte del Don. «I soldati italiani non dimenticano mai d'essere innanzitutto uomini», ripeteva Kruscev. Eppure Kruscev sapeva, come lo sapevamo noi, che anche nostri soldati, qualche volta, erano andati giù pesante. In Ucraina, in Jugo¬ slavia, segnatamente nel Montenegro. Il fatto è che la guerra è lurida non fosse altro perché costringe il fratello a uccidere il fratello. Ma quella in Somalia, ha scritto qualcuno, era una missione di pace. D'accordo, tuttavia la famosa Restare Hope, voluta da George Bush, era dominata dall'altrettanto famoso slogan: Shoot to feed, sparare per nutrire. Vale a dire facendo la guerra. Anzi la guerra alla guerra. Per imporre l'ordine. Cera da farsi venire mille scrupoli in partenza, ma ci cacciammo in quell'infame pasticcio convinti di farla franca, di arrangiare tutto, in forza della nostra più antica dote: la flessibilità, cioè la furbizia. Ma la nostra missione invece di una replica di Beirut diventò un inferno. E quando il soldato, chiunque esso sia, americano o svizzero, si sente Igor Man CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: George Bush, Giorgio Bocca, Kruscev, Nikita Kruscev

Luoghi citati: Beirut, Montenegro, Somalia, Stoccolma, Ucraina