L'ASSEDIO DI VIA NAZIONALE

L'ASSEDIO L'ASSEDIO DI VIA NAZIONALE QUELLO di governatore della Banca d'Italia è il mestiere più facile del mondo: tu stringi la liquidità, l'allarghi, e in tutti i casi non devi rispondere davanti all'elettore degli effetti concreti delle tue scelte...». Con queste parole, più di ventanni fa, un noto politico apostrofava Guido Carli. Di queste stesse parole, benché nessuno le abbia testualmente pronunciate, è parso di riascoltare un'eco lontana ieri al Senato, durante l'audizione di Antonio Fazio. «Perché non riduce il tasso di sconto?», «perché tiene così strette le redini della politica monetaria?», «così non si rischia di soffocare la ripresa?». E via, in unpressing sempre più incalzante nel quale anche i senatori si sono distinti, dopo essere stati preceduti nelle ultime settimane da ministri, esponenti politici di varia estrazione, industriali illuminati e filo-secessionisti, economisti liberisti e keynesiani. E allora non deve stupire che alla fine il pur mite uomo di Al viro abbia pronunciato fuori dai denti quel vigoroso «io non drogo l'economia, se riparte gli andrò dietro, ma non mi forzate, altrimenti chiamate un altro al posto mio...». Non deve stupire che il governatore abbia reagito a questo «assedio psicologico». Indecoroso per una stagione politica che vorrebbe di mostrarsi nuova senza riuscirci e per una sinistra di governo che concede oggi il monopolio della difesa dell'Istituto di emissione alla Destra polista. La stessa che, al governo nel '94, tentò di innalzare la propria bandiera su Via Nazionale, attraverso l'aggressione sistematica dei Gasparri e dei Parlato, e il forcing berlusconiano sulle nomine. Ma se non deve stupire, la reazione di Fazio non può non preoccupare. Sancisce l'allargarsi di una cesura tra la Politica e la Banca che Massimo Giannini CONTINUA A PAG. 14 PRIMA COLONNA A P'ALEMA

Persone citate: Antonio Fazio, Gasparri, Guido Carli