Somalia, sospeso il parà Ercole V.

Somalia, sospeso il pura Ercole V. MISSIONE IBIS E' lui l'uomo della foto. Un «signore della guerra»: gli italiani torturavano Somalia, sospeso il pura Ercole V. E' un sergente maggiore, tuttora nella Folgore ROMA. Il para della Folgore ritratto nel campo di Johar nel 1993 con due elettrodi nelle mani e chinato verso un giovane somalo si chiama Ercole V., ed è un sergente maggiore ancora nei ranghi della Folgore. Il generale Francesco Vannucchi, a capo della commissione di inchiesta dell'esercito, sta per adottare nei suoi confronti un «prowedimento di sospensione» in seguito alle accuse sollevate per maltrattamento dei prigionieri. Ercole V. viene descritto dai suoi commihtoni «basso e tarchiato», uno che «gioca a fare il Rambo ma in effetti è tutto fumo». Lui per il momento rifiuta di fare ogni tipo di dichiarazione sulla vicenda iniziata con la pubblicazione su «Panorama» delle foto-scandalo e dell'intervista all'ex para Michele Patiuno. «Prima di rilasciare commenti preferisco riferire tutti i dettagli dell'avvenuto al magistrato» hanno riferito a nome di Ercole V. i suoi avvocati livornesi, Valerio Via- nello e Maddalena De Gregorio. Nei giorni scorsi il para si è recato a Róma mettendosi a disposizione del capo della procura militare, Antonino Intelisano, che però ha giudicato che la competenza sul fatto spettava alla magistratura ordinaria ed in particolare alla procura di Livorno, dove il militare risiede. Per questo Intelisano non lo ha interrogato. Toccherà dunque al procuratore di Livorno, Angelo Nicastro, occuparsi dell'inchiesta sulle presunte sevizie ai somali. I reati contestati, secondo alcune indiscrezioni, sarebbero sequestro di persona, abuso di autorità e violenza privata. «Lo stralcio a Livorno - ha spiegato Intelisano - si spiega con il fatto che alla missione in Somalia si applicava il codice militare di pace, che non ha una copertura in grado di assicurare anche fatti commessi contro i civili». Intelisano continuerà invece l'inchiesta che riguarda i reati militari. A tale riguardo ha affermato che «siamo in una fase molto intensa di acquisizione di elementi» ma che comunque «il fenomeno delle tortine non può essere generalizzato». Parole queste che hanno fatto supporre l'avvenuto accertamento di singoli episodi di violenza ma non del si¬ stematico uso della tortura da parte del contingente. Da questa valutazione potrebbe dipendere anche il giudizio finale sulla vigilanza esercitata dai generali Loi e Fiori, già comandanti dell'«Ibis». Il caso intanto è arrivato in Parlamento, dove i verdi hanno chiesto la costituzione di una commissione di inchiesta sui fatti somali. «Spetta al Parlamento chiarire come il sistema militare italiano possa produrre tali mostruosi comportamenti» ha detto il senatore Stefano Semenzato. I verdi chiamano in causa anche la nostra ambasciata a Mogadiscio. D'accordo anche Rifondazione che con Alfio Nicotra chiede di fare luce sulle dichiarazioni rilasciate dal generale Fiore al suo rientro in Italia sull'avvenuta eliminazione di duecento somali. Per Giulio Maceratini (An) si tratta solo di «provocazioni contro la Folgore da parte di chi vuole trasformare il nostro esercito in volenterosi boy-scout disarmati». Il settimanale «Il Borghese» ha lanciato mia raccolta di firme di solidarietà con la brigata di para, pubblicando un'intervista al generale Fulvio Vezzalini, già capo della sicurezza Onu a Mogadiscio, secondo cui «le foto pubblicate non provano nulla». Dura la replica del para Michele Patruno: «Vezzalini infanga il nome della Folgore volendo tacere su quanto è avvenuto». Dalla Somalia si è invece fatto sentire Osman Atto, mio dei tre «signori della guerra» di Mogadiscio dicendosi sicuro che «gli italiani non hanno fatto eccezione fra i militari di tanti Paesi responsabili di torture in Somalia». «Speriamo in mi giudizio equanime dei somali - gli ha replicato Rino Serri, sottosegretario agli Esteri per gli affari africani - così come nella punizione dei responsabili da parte della giustizia italiana, che sta procedendo con grande determinazione». [m. mo.j Il procuratore militare di Roma Antonino Intelisano, che indaga sulle presunte torture denunciate da un ex para della Folgore