Spari contro italiani e greci in Albania
Fucilate contro la nostra Marina da una nave di profoghi, attacco con bombe a mano a Tirana Fucilate contro la nostra Marina da una nave di profoghi, attacco con bombe a mano a Tirana Spari contro italiani e greci in Albania /primi incidenti gravi con la Forza multinazionale TIRANA DAL NOSTRO INVIATO E' un terribile crescendo di violenza. Morti, feriti, rapine, intimidazioni. Dopo un periodo di relativa tregua, immediatamente dopo lo sbarco della Forza multinazionale di protezione, adesso l'Albania si avvia incontro alle elezioni in un clima sempre più teso. Ma la novità è che si rasenta sempre più l'incidente tra gli albanesi e i militari stranieri che stanno presidiando il Paese. Nella notte di martedì, il primo agguato a un convoglio della Fmp: alle porte di Tirana, tre camion e due jeep (con a bordo soldati greci) sono stati attaccati con una bomba a mano e colpi di fucile. Nessun ferito, per fortuna. Ma un segnale preoccupante. Ieri mattina, contro una motovedetta italiana che intercettava una «carretta del mare» colma ah'inverosimile di clandestini, sono stati sparati colpi di fucile. La vedetta ha risposto al fuoco. Nel frattempo sopraggiungevano anche altre due vedette della capitaneria di porto e due fregate della marina militare. E i clandestini si sono rassegnati a tornare in Albania. No, il clima non è proprio dei più incoraggianti. L'episodio del convoglio lascia pensare: alle porte di Tirana, in un'area che dovrebbe essere la più tranquilla, si spara addirittura contro i soldati del generale Luciano For- lani. E in mare, poi, si reagisce anche peggio. A Durazzo le facce incattivite dei clandestini, tutti abitanti di Scutari, non lasciavano dubbi. Gente che ci ha rimesso dei soldi, faticosamente raggranellati. E soprattutto che ha perso la speranza. Ecco perché c'era chi masticava amaro, quando è stato costretto a sbarcare. Più di uno ha lanciato minacce. «Italiani schifosi, il primo di voi che viene a Scutari noi gli spariamo». Ale. Qualche minuto prima, pro¬ prio davanti all'imboccatura del porto, s'è visto chiaramente il lancio in acqua di armi e munizioni. Hanno gettato pure una bomba a mano, che è subito esplosa. Nessuno s'è meravigliato: di questi tempi, la pesca di frodo, con le bombe a mano, si fa in grande stile. La «Kalnik», però, ex imbarcazione militare jugoslava, segna un svolta. Evidentemente, il dispositivo militare italiano funziona. E i traffici dell'immigrazione clandestina, con molta naturalità, si sono spostati oltre confine. La nave - carica di 767 albanesi - è partita dal territorio montenegrino, infatti. Addirittura sembra che ci fosse a sorvegliarla una vedetta della marina jugoslava. La sorvegliava anche la marina italiana, però, che nella notte ha individuato una nave fantasma che dirigeva verso le acque albanesi. Subito è scattata una vedetta della Capitaneria di porto per intercettarla. Non da sola. Dietro seguivano altre due motovedette e due fregate della marina. L'incontro è avvenuto al mattino, non appena la «Kalnik» è entrata in acque territoriali albanesi. Qui - come racconta il comandante Panella Fabrello «loro hanno sparato e anche noi abbiamo sparato». Per fortuna, comunque, non si registrano feriti e neppure danni alle cose. Il fatto è che, di questi tempi, così vanno le cose in Albania. Gli assalti e le rapine si susseguono con ritmo incessante. Sconosciuti hanno sparato contro il consolato greco ad Argirocastro: si pensa a una vendetta per il sequestro, da parte della guardia costiera greca, nello stretto di Corfù, di un'imbarcazione carica di hashish. Altri sconosciuti hanno fatto esplodere una bomba contro un'abitazione a Kruja: sono morte due ragazze di 18 e 21 anni. Non basta. Cinque persone che viaggiavano a bordo di un'auto e che rientravano dalla Grecia sono state uccise ieri lungo la strada nazionale Kakavia-Argirocastro. Una gang criminale ha assalito l'ospedale di Elbasan, facendo irruzione persino in sala operatoria, dove ha ammazzato un ragazzo in barella. Non soddisfatti, qualche ora dopo, mentre la famiglia del giovane si stava preparando alla veglia funebre, i killer hanno assalito la loro abitazione e hanno ucciso un anziano parente. Un altro è rimasto ferito gravemente. Secondo le spiegazioni locali, il giovane era «colpevole» di aver ucciso, accidentalmente, un bambino di 10 anni Ma questo degli assalti agli ospedale è ormai un capitolo a sé nella truce cronaca nera albanese. Sempre nella giornata di ieri, il presidio della Croce Rossa albanese di Elbasan ò stato assalito e depredato da una torma di gente. 11 magazzino di generi alimentari e sanitari è stato interamente svuotato: avrebbe dovuto rifornire le mense scolastiche. Molto probabilmente, buona parte di quegli aiuti finiranno al mercato nero nei prossimi giorni. E in un altro ospedale, a Borati, medici e ricoverati sono scappati in massa. Ventitré sanitari si sono dimessi per protesta, esasperati dalla violenza che imperversa nelle corsie. Analoga esasperazione c'è tra i medici di Argirocastro, di Valona e di Elbasan. Proprio l'altro giorno il sottosegretario alla Difesa Massimo Brutti sosteneva che la Fmp al più presto dovrebbe estendere la sua sfera di garanzie all'ospedale civile di Valona. Francesco Grignetti Dall'imbarcazione con 767 clandestini grida minacciose: «Il primo di voi che viene a Scutari l'ammazziamo» Cinque assassinati in un agguato. Ragazzo ucciso in sala operatoria, un parente alla veglia funebre La Banca di Roma (che smentisce) accusata di legami con le finanziarie Soldati greci all'aeroporto di Tirana Ieri sono stati attaccati mentre scortavano un convoglio di aiuti E' la prima volta che succede a un repano della forza multinazionale Militari italiani davanti alle coste albanesi: i tentativi di esodo continuano
Persone citate: Francesco Grignetti, Luciano For, Massimo Brutti, Panella Fabrello
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