Mele promosso, imbarazzo nel Csm

Mele promosso, imbarazzo nel Csm Il magistrato era stato coinvolto suo malgrado nella vicenda Salabè-Sisde Mele promosso, imbarazzo nel Csm Nominato a sorpresa procuratore generale a Roma ROMA. Un imbarazzo è serpeggiato ieri al Consiglio superiore della magistratura quando, al conteggio dei voti, si è scoperto che la massima magistratura requirente della capitale, quella di procuratore generale presso la Corte d'appello, era stata assegnata, a maggioranza (24 voti favore voli e 5 astensioni) al giudice Vittorio Mele, 69 anni, campano, in magistratura dal '52, coinvolto in alcune vicende che - a parere di alcuni membri del Csm sconsigliavano la chiamata ad una così prestigiosa carica. Le riserve su questa candidatura facevano riferimento ad alcuni episodi nei quali Mele, suo malgrado, è stato coinvolto anche se poi, a indagini concluse, ne è sempre uscito perfettamente pulito. Si tratta della vicenda dell'appartamento dell'arch. Salabè che Mele prese in affitto; della vicenda della revoca della delega (in realtà della coassognazione anche ad altro magistrato) dell'inchiesta sui fondi neri Sisde al sostituto procuratore Frisani e della vicenda del finanziere Giancarlo Rossi. Su questi episodi il consigliere Claudio Castelli, che prima cu approdare al Csm era sostituto procuratore presso la pretura di Milano, aveva richiamato l'attenzione dei colleghi per chiedere il rinvio della pratica in commissione. La richiesta è stata bocciata con 22 no, 1 si e 6 astensioni. La vicenda Salabè risale a quando Mele, appena nominato procuratore di Roma, era in cerca di casa. L'allora capo della polizia Vincenzo Parisi gli segnalò l'appartamento libero di proprietà di Salabè, il quale aveva anche due numeri telefonici al Quirinale (una sorta di garanzia). Mele prese in affitto l'appartamento per 2 mihoni al mese. Undici mesi dopo, però, appreso dallo stesso Parisi del coinvolgimento dell'architetto nell'inchiesta sui fondi Sisde, lasciò immediatamente l'appartamento. La vicenda Frisani riguarda la decisione di Mele di cointestare l'inchiesta Sisde anche al procuratore aggiunto Ettore Torri, questo a seguito di un disguido accaduto quando il procuratore si recò negli Stati Uniti per una rogatoria. Mele aveva delegato Frisani a condurre l'inchiesta con la disposizione di essere sempre informato sugli sviluppi. Accadde invece che immediatamente dopo la sua partenza per gli Usa, Frisani fece una richiesta di misure cautelari nei confron¬ ti di Malpica e degli altri inquisiti (che poi il gip respinse). Rientrato dall'America, Mele ha contestato al sostituto di non averlo informato e così ha preso la decisione di dare la delega anche a Torri. Il terzo episodio ricordato al plenum del Csm è quello relativo al rinvenimento del nome di Mele nell'agenda del finanziere Giancarlo Rossi, sui cui conti sarebbe transitata la maxitangente Enimont. Comunque nelle tre vicende, nulla si è trovato che potesse essere contestato al magistrato, e molti colleghi ieri lo hanno ricordato. «Non si avrebbe alcun dubbio, ed io esprimo la profonda stima - ha fatto rilevare il presidente della Cassazione Sgroi - se si leggesse la produzione scientifica di Mele». «E' emerso chiaramente - ha detto il consigliere Marco Pivetti - che non vi sono rilievi di mancanza di cautela e di equilibrio da formulare nei suoi confronti». Ma alcune perplessità sono comunque state avanzate da altri consiglieri, come Patrono, Zuccarelli e Pennasilico. Ma queste perplessità hanno determinato soltanto delle astensioni. Infatti non c'è stato alcun voto contrario al conferimento dell'incarico tenuto conto della carriera fino ad oggi percorsa dal magistrato e della professionalità, come detto, dimostrata. Mele che va a sostituire Gaetano Suriano deceduto in gennaio in un incidente. [r. r.] Il suo nome fu trovato su una agenda del finanziere Rossi Ma non venne mai inquisito Vittorio Mele, 69 anni campano, in magistratura dal '52 è stato nominato ieri dal Csm procuratore generale presso la corte d'appello

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