New York spegni la luce, firmato Disney di Franco Pantarelli

New York spegni la luce, firmato Disney Cinquemila commercianti convinti uno per uno a «oscurare» le vetrine New York spegni la luce, firmato Disney Blackout a Manhattan per il lancio delfilm «Ercole» NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Se parlate a un newyorkese di «blackout» gli si rizzano subito i capelli. Le volte in cui in città è mancata la corrente elettrica sono ricordate come degli incubi di violenze, rapine, stupri, saccheggi, con la gente chiusa in casa a pregare, e anche a fare altre cose, visto che almeno in un caso, nel 1978, dopo nove mesi il tasso di natalità ebbe un'impennata. E' dunque una sfida azzardata quella che sabato prossimo lancerà la Walt Disney, che per lanciare il suo nuovo cartone animato «Ercole» ha deciso di decretare per l'appunto un «blackout» nel centro di Manhattan. L'idea è quella di riprodurre la grande fiaccolata che a Disneyland è stata una popolarissima attrazione per anni, e il fatto che New York stia a Disneyland come Kansas City del secolo scorso sta a un villaggio svizzero non ha fermato Richard Cook, il vulcanico presidente della Walt Disney che ha già organizzato la fantasmagorica presentazione di «Pocahontas» di due anni fa al Central Park. Per lui, l'unico problema era che New York è troppo illuminata e che quindi l'effetto delle fiaccole non sarebbe stato abbastanza suggestivo. Così, ha lavorato sodo per mesi per ottenere che sabato sera alle 9 e un quarto in punto, nel momento in cui gli spettatori usciranno dal nuovo teatro costruito dalla Disney in Times Square dopo aver visto la prima di «Ercole», le strade piomberanno nel buio pesto e un corteo con 500.000 fiaccole (una ogni due partecipanti, stando alle previsioni) si dirigerà a Est, verso la Fifth Avenue, e poi la risalirà a Nord, fino alla 66ma strada. Per ottenerlo, quel buio pesto, gli uomini della Disney si sono messi al lavoro a febbraio. Bisognava convincere i circa 5000 proprietari degli appartamenti e negozi compresi nell'itineriario del corteo a spegnere le luci almeno per un'ora e - soprattutto - c'era da persuadere i titolari dei grandi, costosissimi pannelli pubblicitari luminosi di Times Square che quella di farli sparire per un po' era una buona idea. «Siamo andati letteralmente casa per casa, negozio per negozio, a illustrare la nostra idea, e alla fine ce l'abbiamo fatta», dice Mister Cook, respingendo con sdegno il sospetto che per ottenere il «sì» dei commercianti la Disney li abbia pagati. Di sicuro non ha pagato il sindaco Rudolph Giuliani, per il quale questa è un'occasione di dimostrare come stia funzionando bene l'opera di cui va più fiero: la «bonifica» di Times Square ottenuta espellendo buona parte dei pornoshops e installando proprio nel mezzo un commissariato. Franco Pantarelli

Persone citate: Disney, Disney Blackout, Mister Cook, Richard Cook, Rudolph Giuliani, Walt Disney

Luoghi citati: Disneyland, Kansas City, Manhattan, New York