Bocca: io, nemico della demagogia di Giorgio Bocca
Bocca: io, nemico della demagogia Bocca: io, nemico della demagogia Replica a Lerner: solo caos dalla consultazione L'«ANTI» PANNELLA B MILANO OCCA, lei fa dell'ironia sul popolo sovrano mentre attacca i referendum di Pannella su «Repubblica» (li definisce «folklore», frutto di «populismo dissennato»), e Gad Lerner ieri sulla «Stampa» le replica che stavolta lei ha proprio esagerato, che ha peccato di sfiducia democratica. Lerner ha capito giusto? «No, assolutamente. Mi presenta come un nemico della democrazia: invece io sono un nemico della demagogia. Il discorso sul "popolo sovrano" fra virgolette - è un discorso della scienza politica da Platone a oggi, e in molti hanno messo in dubbio che la folla possa essere il miglior governo del mondo. Io sono diventato diffidente della folla già durante il fascismo, quando vedevo tutti applaudire Mussolini qualunque stupidaggine dicesse, e lo sono rimasto nel dopoguerra, quando gli italiani hanno votato due partiti antidemocratici, il pei e la de, sostenitrice della Chiesa, il potere più antidemocratico del mondo». Di qui la sua «delusione democratica», come la chiama Lerner? «Il signor Pinocchio, avendo un grande e meritato successo con i suoi talk show televisivi, si è messo in testa che quella è la democrazia vera e diretta. Invece questi talk-show, come i referendum, sono discorsi di confusione, dove tutti dicono la loro e nessuno ha detto niente. La democrazia è un'altra cosa: non è il governo di tutti, ma il governo dei delegati del popolo che, attraverso il Parlamento, possono studiare i problemi e risolverli con un minimo di razionalità». Ma i referendum sono pro¬ posti proprio perché Parlamento e governo non decidono. «Con questa storia della latitanza del governo, Pannella è come Bossi. Bossi vorrebbe la secessione e Pannella la democrazia referendaria. Siccome Pannella non ha un partito alle spalle che lo faccia eleggere deputato e ministro, fa il protagonista coi referendum: ne ha proposti cinquanta negli ultimi due anni. Se gli italiani lo prendono sul serio, peggio per loro». I governi non fanno e i referendum non vanno bene. In che maniera se ne esce? «Se ne esce soltanto se la società italiana reagisce e diventa civile, normale, preme e si fa sentire, insomma. Una società che produce settecento medici ladri a Milano non la guarisci coi referendum». Ma perché ce l'ha tanto coi referendum? «Ce l'ho con questa finta sacralità della democrazia. Ogni volta che uno dice che uno strumento democratico è superato, passa per un nemico della patria. Come se fosse impossibile riformare la democrazia! In un mondo in cui la classe operaia è scomparsa, gli eserciti sono scomparsi, il sentimento della patria è ridimensionato, la lotta ideologica fra comunisti e anticomunisti è scomparsa, in un mondo in cui è cambiato tutto non si può forse cambiare l'istituto del referendum?». Lei come lo cambierebbe? «Va riservato alle grandi occasioni, come quelle sulla Repubblica, sul divorzio, sull'aborto, questioni in cui anche l'ultimo cittadino è coinvolto. Chiedere a tutti se vogliono o no la "golden share", è follia. C'è un triste modello referendario, il Golgota. "Volete salvo Cristo o Barabba?". E tutti, subito: "Barabba"». Giorgio Bocca, Lerner trova che lei, con la sua invettiva contro il popolo sovrano, «si accapiglia» con la sua stessa storia di partigiano^ di democratico. «Non vorrei insistere, ma in questa polemica c'è molta infatuazione televisiva. Mi dispiace per Gad, che è il più biavo dei "talkshowisti", ma è ii principio della demociai,ia televisiva che è sbagliato. E' il principio del sondaggio. Dei Piero invece di Ronaido... il pò polo è la roba più incontrollabile che ci sia». Un esempio? «La democrazia è buona: allora perché questa democrazia ha distrutto le coste e le montagne e i paesaggi italiani? Bisogna riconoscere qualche errore. I risultati dell'aver abbandonato ai Comuni le scelte urbanistiche ed ecologiche sono sotto gii occhi di tutti. Non dobbiamo far finta di non vedere». Lei insomma dice che non è in contraddizione con il suo passato? Questo suo attacco alla sovranità popolare non è un malumore passeggero? «Dirò una cosa che forse Lerner non sa. La gueira di Resistenza era composta da due partiti: un partito antidemucratico, i comunisti, che volevano una società comunista, e gli azionisti, i liberali, i sociali sti, i cattolici in parte, che volevano una democrazia europea. La Costituzione s'è ispirata alla democrazia europea, io non mi accapiglio. Fin dai Qua derni di Giustizia e Libertà mi ricordo che c'erano scritti multo preoccupati sulla demagogia. La democrazia aveva anche fallito, e può fallire ancora». Claudio Aitaroeca Segni: «Ai potenti resta la nostalgia dell'"andare al mare"» «Sono diventato diffidente della folla già durante il fascismo quando vedevo tutti applaudire Mussolini» «La democrazia è il governo dei delegati del popolo». «Il voto referendario va usato solo per le grandi occasioni» Il giornalista Giorgio Bocca
Luoghi citati: Milano
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