Referendum, i «fantasmi» in corteo di Alessandro Mondo

Manifestazione a Roma dei comitati promotori. Berlusconi: alle urne, ma ascoltate il popolo Manifestazione a Roma dei comitati promotori. Berlusconi: alle urne, ma ascoltate il popolo Referendum, i «fantasmi» in corteo D'Alema: andrò a votare. La Lega: no, è una trappola ROMA. Referendum, sì o no? Mentre si rincorrono le reazioni, la campagna referendaria si colora di una nuova iniziativa. A scendere in strada per perorare la causa del voto saranno oggi «un milione di fantasmi»: lo annuncia una nota dei Comitati promotori. Ebbene sì, sottoposto a tempestiva clonazione, Marco Pannella in versione fantasma si è riprodotto in marnerà vertiginosa. Il risultato nel pomeriggio, quando un vero e proprio esercito di «entità» più o meno spettrali dovrebbe «fluttuare» in corteo da Largo Argentina per raggiungere il Pantheon alle ore 17. Alle 19, in piazza Navona, il comizio di Pannella ed Emma Bonino, ideatori di una mobilitazione che più «spettrale» non si può. Tra un lenzuolo e l'altro, non si placano le polemiche fra i partigiani del referendum e quanti ritengono non sia «politically correct», almeno nella misura con cui ne fa ricorso il leader riformatore. «Credevamo con il Pannella fantasma di poter dare il miglior contributo ad una campagna referendaria fino ad allora inesistente su tv e giornali ha affermato Paolo Vigevano, segretario dei Clubs Pannella -. La reazione del giornale della sinistra di potere, l'Unità, e di quella protestataria e velleitaria, il manifesto, è stata di qualità tale da farci sperare in un successo pieno della consultazione». Proprio l'Unità è tornata ieri sull'argomento con un intervento del condirettore, Piero Sansonetti: «Non so cosa Emma Bonino abbia letto di Gramsci, ma escludo che il nostro fondatore avesse espresso opinioni nette a proposito dei referendum per abrogare la "golden share" o l'Ordine dei giornalisti». Ancora più diretto il manifesto: «Non votiamo», è il titolo dell'editoriale del quotidiano comunista: «Siamo per l'astensionismo attivo ed è singolare che Pannella consideri l'astensionismo un attentato alla democrazia». Tutti contro tutti, insomma, a tre giorni dal controverso e costosissimo appuntamento con le urne (850 miliardi circa, più gli oltre tre miliardi e mezzo necessari alla riformulazione del quesito sull'inossidabile ministero delle Risorse agricole). A spezzare più di una lancia per il voto, Mario Segni. «C'è sempre da parte dei potenti la nostalgia dell' "andiamo al mare"», ha denunciato ieri il leader dei Cobac, paventando l'ipotesi del mancato raggiungimento del quorum. Semaforo verde anche da parte di Massimo D'Alema: il leader pds darà il suo voto, salvo premettere che non intende crùninalizzare chi deciderà di starsene a casa. Polemico Berlusconi. Alla vigilia della domenica cruciale il Cavaliere osserva amareggiato come «certi vizi della sinistra valgano anche per forme di democrazia diretta come i referendum»: «Il popolo sovrano decide, e poi delle sue decisioni non si tiene conto oppure non valgono se non sono in sintonia con quelle della sinistra». Ma tutto sommato, «credo che occorra rispondere positivamente ad ogni referendum in generale». Preoccupati tanto quanto Segni dalr«emergenza-astensionismo» anche i Verdi, che ieri hanno ribadito le loro indicazioni di voto. «Non c'è dubbio che si faccia abuso dell'isti¬ tuto del referendum - dichiara Luigi Manconi -. Questo non giustifica né la campagna di astensione né i progetti di manipolazione dell'istituto che ne renderebbero impossibile il ricorso». Segue la proposta di innalzare il tetto delle firme a quota 750-800 mila, impossibilità di vota¬ re per più di due-tre quesiti e per non più di una o due tornate annue. L'invito a recarsi comunque alle urne sta a cuore anche a Pierferdinando Casini, segretario del ecd: «Contrastiamo l'uso dello strumento referendario che fa Pannella, ma vogliamo poter continuare a dissenti- re da lui». Poi c'è chi vede il voto come il fumo negli occhi o peggio come un «golpe silenzioso». «Lontani dalle urne il 15 giugno per non cadere nelle trappole che il sistema romano ha iniziato a seminare - è l'ordine di scuderia della Lega -. Qualsiasi decisione verrà snaturata a vantaggio delle politiche illiberali e foriere di un prossimo pugno di ferro usato verso il popolo padano». Non votare è un diritto sancito dalla Costituzione: lo hanno ribadito sulla base di altre considerazioni giornalisti e cacciatori in una conferenza stampa indetta dai rispettivi comitati, guadagnandosi la replica dei Comitato promotore del referendum («Astenersi dal voto è senz'altro un diritto, ma non votare non è un obbligo»). In ballo ci sono la supprawivenza dell'Ordine dei giornalisti e l'articolo 842 del codice civile (accesso dei cacciatori ai fondi privati). Per Lorenzo Del Boca - presidente della Fnsi - l'abolizione dell'Ordine creerebbe «un mercato sempre più selvaggio»: «A pagare saranno tutti i giornalisti, ùi parti colare i giovani disoccupati, e i cittadini, che non vedranno tutelato ii loro diritto a un'informazione corretta». In tema di caccia e cacciatori, invece, tanto Fulco Pratesi - presidente onorario del Wwf - quanto la Lipu contestano la posizione deil'Unavi, schierata contro il voto, e invitano gli elettori ad esprimersi. Domenica, il verdetto. Alessandro Mondo

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