« Così ho bruciato 23 miliardi »

« Interrogato il prestanome dei conti esteri di Bettino Craxi « Così ho bruciato 23 miliardi » Raggio: spesi in avvocati, ville e favori MILANO. «Sapesse quant'è cara la vita»: non risponde proprio così, ma quasi, Maurizio Raggio, interrogato ieri quale imputato di reato connesso, al processo Ali Iberian. In realtà avrebbe dovuto essere anche il suo processo ma quando cominciò lui e la concessa Francesca Vacca Agusta erano in Messico e così la loro posizione è stata stralciata. Adesso che sono - forzatamente - tornati in Italia, il pm Francesco Greco ha deciso di convocarli in aula. A cominciare proprio dal giovane ex compagno della contessa, figlio dei proprietari di un locale a Portofino, ami¬ co e prestanome di Bettino Craxi. Per conto dell'ex segretario del psi, Raggio ha gestito conti esteri per un totale di trentasette miliardi. In maniera piuttosto disinvolta, tanto che il presidente del tribunale a un certo punto gli fa osservare: «Insomma, lei utilizzava soldi non suoi senza darne rendiconto; lo sa che si tratta di appropriazione indebita?». «Appropriazione sì, ma non so se illecita», risponde pronto Raggio, sempre sfoderando un sorriso a metà tra il malizioso e lo strafottente. Dice che conosceva Craxi come amico di famiglia e che aveva avuto da lui consiglio e aiuto quando la Bnl chiese il saldo di un finanziamento di un milione e 200 mila dollari, servito alla contessa Agusta per la vertenza sull'eredità. «Poi un giorno Craxi mi chiamò a Milano...»: e allora gli chiese di prendere il posto di Giorgio Tradati come prestanome su due conti in Svizzera. Raggio lo fece e, diligentemente, h svuotò. Trentasette miliardi in tutto c'erano. Adesso Raggio dice che ne potrebbe re¬ cuperare 14. E gli altri 23? Una parte sono parcelle di avvocati, tra cui un inglese che «difendeva Craxi al tribunale dei diritti umani». Una parte sono bonifici che, sempre senza far domande, Raggio eseguì su ordini di Craxi. E qui si inserisce l'avvocato Giannino Guiso che sostiene siano state spese politiche «per comprare documenti da Stasi e Kgb, per finanziare movimenti come quello palestinese» (immancabile compare Zwair al Katheeb). Va bene, ma il resto? E sono quindici miliardi, più o meno. Nel rispondere Raggio dà il meglio di sé in sorrisi ammiccanti. «Spese per la ristrutturazione della villa di Cuernavaca: occorreva costruire il campo da tennis»; «Spese per la contessa Agusta, per il personale, per le sue case; sa, son 30 mila metri quadri»; «Spese per la fuga dall'Italia e poi per restare latitanti; sa, la latitanza costa»; «Spese per pagare i favori in Messico; sa, in carcere avevo un appartamentino e per renderlo più confortevole... avere il telefono, ad esempio». Mica solo quello: qualche «amica» a rallegrare le tristi giornate in cella e anche lì spese: 235 mila dollari solo «per un regalino». Spese, spese, spese: compreso quel vestito di grisaglia con cui impeccabile arriva dal carcere di Opera e impeccabile, dopo ore di interrogatorio, vi ritorna. [s. m.] Maurizio Raggio

Luoghi citati: Cuernavaca, Italia, Messico, Milano, Portofino, Svizzera