Così vicini, così lontani
u u m ir—)* Casi vicini, così lontani Odio-amore fra due uomini «forti» MILANO. Dunque Francesco Cossiga ritira la sua partecipazione al convegno «Riforme e democrazia» di Castellanza: «No grazie» e per «motivi strettamente personali» dice nella lettera che ieri pomeriggio ha spedito a Antonio Di Pietro per cancellare il suo intervento previsto nella mattinata di venerdì. Un rifiuto che pure i dipietristi rifiutano di commentare. Elio Veltri per esempio dice: «Se c'è qualcosa da spiegare lo faranno Cossiga e Di Pietro. Certo mi dispiace una cosa del genere, non vorrei che l'ex presidente si fosse ritirato perché non intravede un ruolo personale in quell'area che fa riferimento a Di Pietro...». Sarebbe a dire? «Ma no, è solo una supposizione, non voglio aggiungere altro». Non è la prima volta che Francesco Cossiga, in modo pubblico e anzi plateale, fa un passo indietro rispetto a Di Pietro. Quando nel dicembre del 1994 ritirò la sua prefazione all'edizione commentata da Di Pietro della Costituzione, lasciò libero corso alle supposizioni. Salvo poi, nell'aula del tribunale di Brescia nel corso del processo «dimissioni Di Pietro» -, spiegare per bene le ragioni di quel gesto. Disse Cossiga: «Ho ritirato quella prefazione già scritta per segnalare il mio dissenso dall'operato di Di Pietro». In relazione a cosa? «All'invio dell'avviso di garanzia al presidente del Consiglio in carica, Silvio Berlusconi». Si riferiva, l'ex presidente, alla decisione del Pool di Milano di recapitare l'avviso di garanzia a Berlusconi impegnato al vertice di Napoli contro la criminalità organizzata, 22 novembre 1994. «Quel gesto - disse Cossiga in aula - mi sembrò sommamente inopportuno. E visto che non avevo altro modo per esprimere il mio dissenso, chiesi che venisse ritirata la prefazione». Da allora i rapporti tra Di Pietro e Cossiga hanno subito allontanamenti e riavvicinamenti. E questo non deve essere un buon momento, anche se, come si af¬ fretta a precisare Giuseppe Scozzali, deputato della Rete che ha reso pubblica la defezione di Cossiga, «l'ex presidente fa molti auguri a Di Pietro». A due giorni dall'appuntamento di Castellanza, è ancora percepibile l'incertezza di molti. Cosa accadrà al convegno? E' vero o falso che Di Pietro fonderà un partito? 0 un movimento? 0 un centro di iniziativa politica? Lui dice che no, non ha «nessuna intenzione di fondare un partito». E dice: «Che ci posso fare se tanta gente non mi crede anche se io lo dico e lo ridico?». Non è il momento di tirare fuori le orecchie - ha dichiarato l'altro giorno Di Pietro in piena metafora venatoria - perchè come accade alla selvaggina, appena tiri fuori le orecchie qualche cacciatore ti impallina. Sarà. Ma gli stop and go di Antonio Di Pietro continuano a generare allarmi, e qualche stanchezza. Il convegno sarà assai imponente. Tranne Silvio Berlusconi (che non è stato invitato e che se anche lo fosse stato non ci sarebbe andato), tranne i Verdi («Di Pietro è inconciliabile con noi») sarà presente quasi l'intero arco costituzionale nell'aula magna del Libero Istituto universitario di Castellanza. Ci saranno Massimo D'Alema e Gianfranco Fini, tanto per cominciare. E poi alla rinfusa: Antonio Martino e Giuliano Urbani, Augusto Barbera, Fisichella, Achille Occhetto. E poi ancora Buttiglione, Abete, Billia, La Russa, Mussolini, Mastella, Pivetti, Mussi, Miglio, Segni. Ci sarà Arturo Parisi, il sottosegretario alla presidenza del Consi- glio. Ci sarà Piercamillo Davigo, ma non ci sarà Francesco Saverio Borrelli (che non è stato invitato). La genesi del convegno, almeno per come la racconta Giuseppe Scozzari, è questa: «Tutto nacque due mesi e mezzo fa, quando Occhetto mi chiese di poter incontrare Di Pietro. Ci vedemmo una sera e parlando venne fuori l'idea di un appuntamento trasversale che mettesse insieme le anime riformatrici». Perciò si parlerà di semipresidenzialimo e premierato, di leg¬ ge elettorale, insomma della polpa che già frigge in Bicamerale. Di Pietro sarà (comunque) la star, davanti a 168 giornalisti accreditati, televisioni estere comprese. Otto ore di relazioni e dibattito, con un semaforo (fanno sapere gli organizzatori) che misurerà il tempo degli interventi, scattando sul rosso a quindici minuti per i relatori e a cinque per gli interventi. Un semaforo collegato al computer. Sarà poi questa idea da incrocio stradale che ha irritato Cossiga? [r. m.] L'ex pm ed ex ministro dei Lavori Pubblici Antonio Di Pietro
Luoghi citati: Brescia, Castellanza, Milano, Napoli
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