L'ex ministro «La Bicamerale può saltare» di R. I.

I/ex ministro «La Bicamerale può saltare» Semipresidenzialismo I/ex ministro «La Bicamerale può saltare» MILANO. Antonio Di Pietro è «scettico» sul fatto che abbia vinto il semipresidenzialismo e il suo dubbio lo esterna nella rubrica sul settimanale Oggi, rispondendo a un lettore che non solo esulta per l'elezione del presidente della Repubblica da parte del popolo ma praticamente invita l'ex pm a scendere in campo con un proprio partito. «Che abbia vinto il semipresidenzialismo - scrive Di Pietro nella risposta - è tutto da dimostrare. Personalmente, sono più scettico che mai. Si è trattato soltanto di un primo voto, scompaginato dalla contestazione leghista. Un voto che - con il gioco degli emendamenti e dei ripensamenti - corre il concreto rischio di venire ribaltato di qui a breve, dapprima nella Bicamerale e poi soprattutto in Parlamento. Vedrete che alla fine - sia che vinca la formula semipresidenzialista, sia quella del premierato - il risultato sarà sempre lo stesso: i partiti non permetteranno mai agli elettori di scegliere autonomamente - e senza la loro intermediazione - le massime cariche istituzionali». L'ex ministro dei Lavori pubblici opera poi un distinguo tra il compito assegnato dalla Costituzione ai partiti di «concorrere alla determinazione della politica nazionale» e il fatto che questi abbiano «accentuato a dismisura la loro intromissione nella gestione della cosa pubblica, cercando di lottizzare ogni posto di potere all'interno dell'apparato statale». E ne aprofitta per snocciolare qualche consiglio alle forze politiche oggi sulla scena, a esclusivo beneficio della loro immagine e più in gene-ale della politica. Così, in un passaggio, l'ex magistrato invita i partiti - «per risalire la china della credibilità» - a «fare qualche passo indietro». Come? Per esempio, «riconoscendo che determinare la politica nazionale non può essere ritenuto una loro prerogativa esclusiva, non a caso la Costituzione parla soltanto di un loro concorso». Nella conclusione della sua rubrica, Di Pietro chiarisce il senso delle proprie dichiarazioni, smentendo per l'ennesima volta quanti vorrebbero vederlo «scendere in campo» alla guida di una formazione politica autonoma. Spiega al lettore che i suoi interventi a favore del fatto che si possa interloquire direttamente «con le istituzioni senza filtri e senza barriere» non significano che voglia per forza «fondare nuovi partiti o mettersi a fare direttamente e personalmente politica attiva»: «E' infatti io non intendo farla e lo ripeto tutti i giorni, anche se ogni giorno c'è qualche aspirante portavoce di turno che si diverte ad attribuirmi l'esatto contrario». [r. i.]

Persone citate: Antonio Di Pietro, Di Pietro

Luoghi citati: Milano