Olivetti il pm sequestra 37 miliardi

Anche Scalfaro sta tentando una mediazione per arrivare a un compromesso in Bicamerale La replica dei difensori: non è vero che i materiali venduti erano obsoleti Olivetti, il pm sequestra 37 miliardi Sono i crediti per la fornitura (contestata) alle Poste ROMA. Trentasette miliardi di crediti che l'Olivetti vantava nei confronti dell'Ente Poste per la fornitura di macchinari e di software sono stati sequestrati su richiesta del pm romano Maria Cordova nell'ambito dell'inchiesta sulla telefonia. Il sequestro preventivo, che è stato disposto dal gip Guglielmo Muntoni, è avvenuto in seguito al fatto che pur essendo Carlo De Benedetti (ex presidente dell'Olivetti) indagato per la vicenda delle forniture di materiale obsoleto e sovrapprezzo al ministero delle Poste, l'azienda di Ivrea era ricorsa al tribunale di Roma per ottenere i pagamenti attraverso dei decreti ingiuntivi. Le forniture di stampanti, telescriventi, computer e altri macchinari mai utilizzati dal ministero delle Poste perché obsoleti, avrebbero causato, si è appreso, un danno di cento miliardi di lire alla pub¬ blica amministrazione. La vicenda giudiziaria della telefonia è al vaglio del giudice Guglielmo Muntoni. Le udienze sono cominciate nel gennaio scorso. Precedentemente la pm Maria Cordova aveva chiesto il rinvio a giudizio per l'ex presidente dell'Olivetti e per altre 86 persone tra cui l'ex segretario del pri. La Malfa, l'ex ministro delle Poste Mammì, l'ex segretario del psi Craxi, l'ex ministro de Pomicino, nonché per alti funzionari del ministero delle Poste e imprenditori. L'accusa, che ha contestato 56 capi di imputazione, ha ritenuto che per ottenere gli appalti delle forniture al ministero fossero state pagate delle tangenti. I reati contestati agli imputati dal pm vanno dalla corruzione all'abuso d'ufficio al falso. Nel marzo scorso il tribunale del riesame della capitale confermò, in appello, la decisione del gip che nel gennaio scorso aveva respinto le richieste di arresto. I giudici inflissero due mesi d'interdizione dall'incarico a tre dei dirigenti per i quali era stato sollecitato farresto: Alberto Ferrari, dirigente delle Poste, Maurizio Di Sarra, direttore centrale dello stesso ente e Enrico Veschi, commissario straordinario dell'Istituto postelegrafonici. Ma i legali dell'Olivetti contestano in modo radicale che le poste abbiano subito danni di alcun genere e dimostreranno, mediante il deposito di una perizia tecnica di parte, «che le apparecchiature ed i servizi forniti dà Olivetti alle stesse poste sono stati sempre adeguati alle esigenze del cliente e sono stati venduti a prezzi congrui». E' questa la reazione venuta ieri sera dall'azienda informatica sul sequestro dei 37 miliardi di crediti. [Ansa]

Luoghi citati: Ivrea, Roma