D'Alema: la Bicamerale potrebbe fallire

Sfogo del presidente in tv: alla fine perderemo tutti, e il Paese sarà più debole in Europa Sfogo del presidente in tv: alla fine perderemo tutti, e il Paese sarà più debole in Europa D'Alema: la Bicamerale potrebbe fallire «Alcuni stanno pensando solo alla mia sconfitta» ROMA. Doppio turno, semipresidenzialismo, coabitazione. I «no» di Berlusconi, le incertezze di Fini, le divisioni nell'Ulivo. La Bicamerale mette a dura prova l'abituale freddezza di Massimo D'Alema che, deposta la baldanza, si sfoga al Maurizio Costanzo Show: «Il tentativo di una nobile riforma può fallire - ammette - e sarà anche un mio fallimento». Dietro a tutto ci sarebbe una precisa strategia. «Ci sono politici che hanno pensato solo alla mia sconfitta. Ma così perdiamo tutti, e il nostro Paese sarà più debole al confronto con l'Euro- pa». Dal palco del teatro «Parioli» un D'Alema crucciato ripete che il pds è pronto al «semipresidenzialismo col doppio turno, pur sapendo che è una posizione diversa da quella dei nostri alleati». Ma è pessimista tanto da paragonare la commissione alla sua squadra del cuore. E' più difficile fare il presidente della Bicamerale o della Roma? chiede un giornalista. «Grosso modo siamo lì», è la risposta del tifoso D'Alema. «Non posso nascondere che andiamo maluccio». Tra delusione e amarezza il presidente della commissione per le riforme guarda già al futuro, oltre la Bicamerale: «Se fallisce l'accordo sulle riforme la vita politica andrà avanti lo stesso, perché la politica è una malattia di cui non ci si può liberare». D'Alema depresso? Probabilmente no. Certo dalle sue parole e dalla sua faccia traspare la stanchezza. «Non si può pensare ad un semipresidenzialismo "ciociaro" (e il riferimento in serata scatena la reazione di un consigliere regionale di Forza Italia, Iannarilli: "E' sgradevole il suo uso dispregiativo del termine - ha detto - ora mi permetto di suggerirgli un premierato all'amatriciana o alla Gallipolese") senza doppio turno, locale e pericoloso», insiste. «Ora serve un sussulto di coerenza senza continuare a ragionare sulle proprie convenienze e le proprie parrocchiette». Il leader del pds invoca una scelta pena il «pasticcio» e dice al Polo: «Non va bene quello che avete detto voi stessi sul doppio turno? Avete cambiato idea? Noi siamo qui per ascoltarvi, fate un'altra proposta, noi siamo persone ragionevoli, ma non venite a dire a noi di fare una proposta, la nostra è sempre la stessa. Siamo pronti al semipresidenzialismo a patto che sia proprio con il doppio turno, pur sapendo che è una posizione diversa da quella che legittimamente sostengono i nostri alleati. La nostra è una posizione anche rischiosa ma noi non siamo prigionieri di nessuno». A chi lo intervista nel salotto del Maurizio Costanzo Show D'Alema nega che nella gestione della presidenza della Bicamerale ci siano state, da parte sua, furbizie politiche. «Alla fine correttezza e trasparenza sono un modo di essere più furbi di quelli che si ritengono più furbi. Alla fine i cittadini giudicano. La verità è che qui ora c'è una responsabilità di chi ha vinto, grazie alla Lega, sulla forma di governo. Il vincitore deve dare alla sua vittoria una forma più ampia e se non lo fa assume una posizione inaccettabile». Dunque il presidente è stan¬ co, la commissione arenata, le posizioni lontane. Cosa accadrebbe se la Bicamerale fallisse nel suo tentativo di fare le riforme? Si prospetta uno scenario di crisi? «Il governo non è a rischio», assicura D'Alema. «Nessuno sarebbe così matto da metterlo a rischio perché si fanno le riforme. Queste riforme si possono fare anche con maggioranze diverse a patto che siano coerenti». Ma D'Alema ci proverà ancora con il Polo: «Sbatterò la testa, una, due, tre, quattro volte, ma insisterò sempre... Con i leader del Polo ci si vede in Bi¬ camerale, ci si parla, ci si telefona e in questi colloqui non si nega che la nostra posizione è ragionevole. Il Polo ha delle difficoltà al suo interno, ma ho pazienza, qualcosa succederà, ma loro devono intervenire su un errore di fondo: fanno i vertici e vorrebbero decidere per tutti, come faceva il vecchio pei. Fisichella è stato il massimo dissenso consentito. Mentre ci vorrebbe più libertà. Questi vertici del Polo finiscono sempre con la constatazione che tra loro non c'è accordo». Maria Corbi «La nostra idea è sempre la stessa» Poi paragona la commissione alla sua squadra «Andiamo maluccio come la Roma...» «Ma il governo non è a rischio E con il Polo insisterò sempre Vogliono fare come il vecchio pei che decideva tutto nei suoi vertici» A o o a e n l a MD Massimo D'Alema ll presidente Scalfaro

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