Ora Bonn si allinea a Jospin di Emanuele Novazio

Ora Bonn si allinea a Jospin Ora Bonn si allinea a Jospin «Un'intesaper salvare Voccupazione» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il giorno dopo lo «choc di Lussemburgo» e i «ripensamenti francesi sul Patto di stabilità», l'Spd minaccia di votare contro il trattato di Maastricht - quando il Bundesrat dovrà ratificarlo come la Costituzione tedesca gli impone - se il vertice europeo della settimana prossima non inserirà nel testo dell'accordo un «capitolo sulla politica dell'occupazione». Ma a sorpresa, i leader dei partiti di governo (Cdu, Gsu e Fdp) annunciano quella che ha tutti i segni di una svolta: il governo federale presenterà oggi una mozione in favore di una «politica europea dell'occupazione», purché questa non comporti nuove spese a carico dell'Unione europea. Il Cancelliere Kohl aveva sempre escluso una possibilità del genere, sostenendo che «la politica dell'occupazione compete esclusivamente ai singoli Paesi». La mozione, secondo le anticipazioni di ieri sera, finge di confermare in qualche modo questa linea precisando che gli impegni dei singoli Paesi restano validi e «prioritari», e che non possono essere «superati» dagli sforzi comuni europei. L'annuncio della svolta è arrivato al termine di una giornata di grande tensione, per gli ambienti politici e finanziari tedeschi, nella quale si sono moltiplicate le pressioni sul governo affinché il Patto di stabilità non sia messo in discussione, a Bonn. I rappresentanti delle principali associazioni economiche hanno rivolto appelli unanimi a Kohl: ma il ministro delle Finanze Theo Waigel -1'«inventore» del Patto - ha escluso nuovi negoziati, su quello che il governo tedesco continua a considerare un «elemento fondamentale e insostituibile» della futura Unione economica e monetaria. Intanto, alla vigilia di un altro vertice di maggioranza dedicato al buco di bilancio e alla nuova stangata annunciata domenica da Waigel («ci aspettano risparmi incredibili», aveva detto il ministro), i tre partiti di una coalizione considerata ancora a rischio hanno continuato trattative definite «molto difficili», ma che secondo indiscrezioni potrebbero portare presto a una svolta positiva. Un compromesso, in particolare, sarebbe in vista sul punto di maggior contrasto, fra i liberab e i due partiti dell'Unione cristiana, la Cdu di Kohl e la Csu di Waigel: almeno per quest'anno non ci sarebbero aumenti fi¬ scali, e il ribasso della cosiddetta «sovrattassa di solidarietà con le regioni della ex Ddr» entrerebbe regolarmente in vigore a gennaio dell'anno prossimo. Molti problemi restano tuttavia aperti, si ammetteva ieri sera a Bonn, dove lo spettro di una crisi non si è del tutto allontanato. Decisive, secondo il ministro Waigel, saranno le prossime tre settimane: in questo periodo si dovrà infatti mettere a punto la finanziaria per il 1998, nella quale il buco previsto sarebbe di molte decine di miliardi di marchi. A una domanda soprattutto Waigel continua a non dar risposta: potrà essere colmato, questo buco, soltanto tagliando le spese o saranno necessari aumenti fiscali? Emanuele Novazio Il presidente del Consiglio Romano Prodi

Persone citate: Jospin, Kohl, Romano Prodi, Theo Waigel, Waigel

Luoghi citati: Bonn, Ddr, Lussemburgo