Tre artisti e i ricordi dell'informale di Angelo Mistrangelo
In mostra un importante periodo della pittura di Ruggeri, Saroni, Soffiantino In mostra un importante periodo della pittura di Ruggeri, Saroni, Soffiantino Tre artisti e i ricordi dell'informale Opere di indubbio valore datate tra il 1954 e il '63 L'arte informale a Torino. Accompagnata dall'indagine critica di Franco Fanelli e Pino Mantovani, la mostra Alcune considerazioni informali a margine della pittura propone nelle sale della «Galleria Del Ponte» l'esperienza di Piero Ruggeri, Sergio Saroni e Giacomo Soffiantino sviluppatasi tra il 1954 e il 1963 (corso Moncalieri 3, sino al 21 giugno). In quegli anni, la loro vicenda s'inserisce nel clima culturale caratterizzato dalle personalità di Casorati e Spazzapan, di Cremona e Michel Tapié, sino alle rassegne «Francia-Italia» e il Movimento Arte Concreta di Filippo Scroppo, Adriano Parisot, Carol Rama e Albino Galvano. Quest'ultimo, in un saggio pubblicato su «Letteratura» del 1960, ha sottolineato le «doti di colorista» di Ruggeri, le sorprendenti qualità di disegnatore di Saroni, la «fedeltà al proprio moto più autentico» di Soffiantino. Una rivisitazione, perciò, che si fa apprezzare per il pregevole «corpus» delle opere e, in particolare, offre l'occa- sione, da non perdere, di accostarsi all'impegno di Ruggeri, già insegnante al Liceo Artistico, che si traduce nella tela «La luna su cespugli» del 1955, alla densità della materia del «Paesaggio» del 1958 di Saroni, Direttore dell'((Albertina» immaturamente scomparso nel 1991, e all'incanto della luce che con¬ ferisce una lirica identità al pastello «Germogliando» di Soffiantino, allievo all'Accademia di belle arti di Maggi, Casorati, Menzio e Calandri. Le presenze alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Torino e alla Galleria La Bussola, rappresentano altrettante testimonianze di una stagione sicuramente importante per l'evoluzione dell'arte figurativa, per misurare la capacità di Saroni di delineare i propri quadri mediante una linea incisiva. Una linea che in Ruggeri si fa esplosione di colore (dall'accensione dei rossi alla profondità dei neri) e in Soffiantino evocazione di segrete interiorità, di una realtà trasfigurata e tradotta in grumi di materia impreziosita dalla luce. In ogni caso, questa mostra rappresenta un significativo documento per ripercorrere gli aspetti di un linguaggio ricco di implicazioni con l'evoluzione delle correnti artistiche del XX secolo, per «fissare» una situazione che ha segnato l'ambiente artistico torinese con le vibrazioni di un cromatismo con sottile vena poetica. Una situazione che oggi è possibile verificare e ridefinire attraverso una vitale sequenza di immagini, con l'attenzione che meritano dipinti risolti mediante una controllata gestualità. Angelo Mistrangelo Da sin., Saroni, Soffiantino e Ruggeri fotografati davanti al Duomo di Milano nel '60
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