Gotti il nostro agente al Tour
«E con Sgambelluri Garzelli, Di Grande Savoldelli e Frigo il Giro ha suggerito i nomi per il futuro» Per il citi azzurro, la Maglia Rosa è pronta alla grande avventura francese contro i big Gotti, il nostro agente al Tour Martini: sarà bravissimo I successi bisogna tenerli caldi e non potendosi esimere dal partecipare al Tour, il vincitore del Giro ha l'onorevole e gravoso compito di offrire al suo pubblico una replica delle proprie virtù. Significa forse che deve presentarsi in maglia gialla a Parigi? Non esageriamo. «Significa - dice Alfredo Martini, citi azzurro - che deve battersi per restare in alto». Il Giro è la più stremante delle corse a tappe. Per restare in alto, Gotti deve mantenere la condizione di adesso e presentarsi il 5 luglio al via di Rouen come s'è presentato il 17 maggio al via di Venezia. Non è uno scherzo. «Non è uno scherzo - dice Martini - ma nemmeno un'impresa da robot. La durezza del Giro c'entra poco. E' la preparazione che conta: di qui al Tour, Gotti si metta in mente che non gli è consentito sbagliare una mossa. Freni i festeggiamenti, non si distragga, calibri al millimetro gli allenamenti, dosi le forze. Ha il carattere, la serietà per riuscirci». E una volta.che c'è riuscito arrivano le crono, 125 km contro il tempo, un prologo di 7, una prima dose urto di 55 e una seconda - l'ultima, meno male - di 63. Per un grimpeur, sono dolori. Ma il citi è ottimista: «La prima cronometro è la più difficile. E' pane degli specialisti. Nell'altra viene fuori l'usura. Gotti è un corridore che più pedala e più sta bene. Ha doti straordinarie di recupero, migliora tappa dopo tappa, sa difendersi anche in un campo che non lo invita a nozze. E ha coraggio, decisione. E non è timido: è riservato. Quando alla vigilia del Giro gli hanno chiesto se puntava al podio, ha risposto: ma che podio, io ho le gambe per vincere». Per vincere, ce ne ha messo del tempo. «Però: chi ha sempre avuto davanti? Celebrità che gli sbarravano la strada, Bugno, Berzin. Quanti corridori sono stati costretti dietro le quinte dalla bella firma del capitano? Appena gli hanno aperto la via, Gotti ci s'è infilato dentro e abbiamo visto come. Certo, al Tour troverà più rivali che al Giro. Basta non impaurirsi». La classifica finale del Giro, non è da deliri. Gotti, Tonkov; e poi? «Io guardo ai giovani - dice Martini - e i giovani eccoli lì. Di Grande, bravissimo e nei momenti importanti; Garzelli, un combattente da montagna; Savoldelli brillante, furbo, pieno d'entusiasmo; Frigo, formidabile spalla di Gotti. Sgambelluri che ha vinto una tappa e ha capito com'è che deve avanzare un ra- gazzo della sua età: con attenzione, guardandosi intorno, senza sperperare le doti che possiede. Corridori che sono sicurezze per il futuro». Giuseppe Di Grande ha 24 anni, siciliano, bagaglio tecnico completo, grinta da vendere, detta-ritmo di Tonkov in salita. Stefano Garzelli, 24 anni, lombardo, scalatore con un avvenire da fondista di rango. In attacco nella tappa di Cervinia, al fronte nella tappa di Falzes e sul Tonale. Paolo Savoldelli, 24 anni, lombardo, spirito d'assaltatore, neo da cancellare la volata. Dario Frigo, 22 anni, lombardo, passista da medie spezza gambe, una locomotiva per la Maglia Rosa. Roberto Sgambelluri, 23 anni, calabrese, passista-cronoman, scalatore: ha gareggiato al Giro da studente, ma gli scappava di dimostrare che va a braccetto con la classe e ha vinto da asso una tappa. Alla conclusione del Giro hanno dichiarato d'essere soddisfatti. Ci ripensino. Merckx, sì, parliamo di Eddy Merckx, 426 vittorie, la soddisfazione non sapeva cosa fosse. Mai soddisfatto. Nemmeno dopo la conquista del suo primo Giro, a 22 anni; nemmeno dopo la conquista del suo quinto Tour. Che ne pensa Martini? «Che Merckx aveva ragione, chi è soddisfatto smette di faticare». Capito, giovanotti? Il Tour. Gotti, Pantani, Casagrande, Bartoli, Chiappucci e, sull'altra sponda, Rijs, Ullrich, Zùlle, Jalabert, Leblanc, Virenque, Olano, Rominger. Si cerca il nuovo Indurain che, esaminata la lista, non sembra al momento nei paraggi. Non bisogna aver paura, dice Martini, ma aggiunge che se Rijs è quello dell'altr'anno, se Ullrich mantiene le nromesse, se Virenque è più Virenque del solito e Olano si sveglia e Jalabert tiene in alta quota, mamma mia, e chi si salva. Ma come, citi, ha perso il suo ottimismo? «Mai. Io sto seduto e osservo». Gianni Ranieri «E con Sgambelluri Garzelli, Di Grande Savoldelli e Frigo il Giro ha suggerito i nomi per il futuro» Ivan Gotti firma autografi a raffica: il Giro lo ha finalmente reso protagonista
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