Un'amante chiamata Galiena

Parla l'attrice: debutta in teatro con De Filippo per Pinter Parla l'attrice: debutta in teatro con De Filippo per Pinter Un'amante chiamata Galienu Anna, la moglie ideale degli italiani «Il sesso al cinema? Non ce lo godiamo» MILANO. Arriva tardi all'appuntamento e se ne scusa in tutta fretta. «Stiamo provando lo spettacolo, ma ieri la regista ha trovato una chiave diversa per il mio personaggio. Ho dovuto studiare prima di tornare in teatro». Puntigliosa, precisa, quasi maniacale. Anna Galiena impegnata nella pièce di Pinter, «L'amante», torna a lavorare in Italia solo per amore di teatro. Diretta da Andrée Ruth Shammah, accompagnata sulla scena da Luca De Filippo, la «moglie ideale degli italiani», come l'ha rappresentata di recente un sondaggio, si definisce «inquieta, pronta a mettersi in gioco per un buon progetto». Dopo un film londinese con Bon Jovi, «The leading man», ha girato altre due storie in Spagna, una a Tolosa, in Francia, e sta per firmare un copione impegnativo per una major americana. Non si ferma un attimo, e non sa dire come abbia potuto dare agli italiani la sicurezza di una moglie. Ora si propone a teatro come amante. E questo Pinter che debutta a Benevento e apre la stagione dell'Eliseo a Roma, torna poi a dicembre a Milano, tra le produzioni del «Franco Parenti», uno dei teatri off della città che compie 25 anni e si è costruito intorno una fondazione presa ad esempio dal vicepresidente del Consiglio Veltroni. «L'amante è la storia di una crisi di identità nella coppia - dice la Galiena -, un testo scritto nel '60 ma per nulla fuori moda. Non è che una maggiore libertà di costumi abbia compiuto la rivoluzione e di problemi le coppie ne hanno sempre da vendere». Il testo lo conosceva, il salone milanese della via Pier Lombardo, pure. Nell'ex centro ricreativo Cesare Battisti, dove Walter Chiari ha iniziato a tirare di boxe, la Galiena ha già recitato per la Shammah. «Quindi è una specie di ritomo a casa - spiega l'attrice che abita a Parigi -, l'unico che non conoscevo, se non di fama, è Luca De Filippo. Ora la no¬ stra coppia funziona. Mentre lui è un attore di impianto tradizionale, io ho una formazione americana. Ma l'obiettivo è comunque quello di essere convincenti, di trasmettere». Appartenente al mitico Actor's Studio dall'80, la Galiena non disdegna i registi alla prima prova cinematografica. «Ho appena terminato un film francese molto interessante. Si intitola "Caino" ed è diretto da Gregoire De La Court. - anticipa la Galiena -, con me recita pure Annie Girardot. Sono la donna che sta tra i due fratelli». Ma gli impegni cinematografici dell'attrice che da adolescente, per coronare il suo sogno, è andata a studiare in America, non finiscono qui. E, per un film mancato, «quello di Soldini, "Le acrobate" che non ho potuto accettare perché si sovrapponeva con quello di Duygan, con Bon Jovi e Lambert Wilson», ce ne sono altri due spagnoli in arrivo. «Sarò ancora l'amante, matura, di un ragazzo conteso da coetanee, in "Question de suerte", diretto da Raphael Moleon, mentre in "La pistola di mio fratello", adattamento per il cinema del racconto di Roy LÓriga, girato dallo stesso scrittore, sono la madre di due ragazzi». Nessun rimpianto: «Bon Jovi è un gentiluomo, un attore americano, corretto scherza -, per le scene d'amore chiedeva sempre come comportarsi. Fa vita regolarissima, sempre seguito da moglie, figli, tate. Le scene di sesso, al cinema, sono sempre un po' così: come dire, non ce le godiamo». Quanto al cinema italiano, l'attrice non sa che dire: «Ultimamente non lo seguo, non so proprio come sia. Quando sono in Italia mi infastidisce andare al cinema da sola e non trovo sempre amici disposti ad accompagnarmi. E pensare che a Parigi vado senza problemi a vedere quello che mi piace, per non dire di quando sono a New York». Olga Pisciteli! Anna Galiena: «Mi piace molto andare al cinema, ma in Italia non riesco a farlo»