Quale Italia sui giornali stranieri di Oreste Del Buono
Che cosa si insegna nelle nostre caserme? Una proposta per il 740 LA LETTERA DI O.d.B. Quale Italia sui giornali stranieri Caro Signor Del Buono, credo che sarà successo anche a lei, nei suoi soggiorni all'estero di sfogliare i quotidiani alla ricerca di notizie dall'Italia e di trovarne, sporadicamente, soltanto alcune o sulle nostre filmstars o sulla mafia e la droga. Attualmente stiamo comparendo assai meno per le prime e un po' meno per le seconde, ma, inequivocabilmente, molto di più per le nostre «produzioni» da principato da operetta, Piazza San Marco e Seborga. Altro che le rabbie che ci prendiamo noi che le scriviamo nella vana (e iniqua) speranza di trasferirle a lei... Antonietta Seravalli, Alassio G ENTILE Signora, lei ha ragione. Cosa può incuriosire i giornali stranieri, oltre ai fatti di piazza San Marco o alle pretese di Seborga? Non è che facciano cattiva informazione. Ma a me capita spesso di leggere da straniero i nostri giornali e, dopo mezzo secolo di professione, mi smarrisco alla ricerca del perché certe cose avvengano e soprattutto perché se ne parli perdutamente. Specie quando si attraversano periodi come questo, per così dire, altamente politici. La politica italiana? Ahimè, considerando tutte le proposte avanzate, contrastate, scartate per venir magari presentate da appartenenti allo schieramento avverso, mi subentra il sospetto che davvero non ci sia altro da discutere Qualesui gistra Italia ornali nieri seriamente oltre i fatti di piazza San Marco o le pretese di Seborga. Fatti e pretese ridicoli, ma che, a lungo andare, possono provocare effettivi disastri, tragedie irreparabili. I nostri politici sono instancabili nel fiutare la possibile durata di un dibattito utile a far passare il tempo e ad arrivare alla fine della giornata. Domani si ricomincerà da un altro punto di vista perché la coerenza è troppo noiosa. E, comunque, si dibatterà ancora su qualcosa. La sirena del qualunquismo è sempre pronta a stregarci. Ma, forse, non ci sarà bisogno dei sortilegi della sirena. Stiamo già scivolandoci dentro con dolcezza. Lei dice: «Visto che i nostri politici non smetteranno mai di "razzolare male", non sarebbe augurabile che almeno smettessero di predicare bene. Non pensa che ne guadagneremmo tutti un po' in salute?». Credo proprio che la sua ipotesi, se accettata, potrebbe portare un notevole sollievo. L'ipocrisia coatta non mi va proprio a genio. Vorrei tanto che si comportassero come lei dice, gentile Signora, ma le confesso che non ci spero molto. Oreste del Buono
Persone citate: Alassio, Antonietta Seravalli, Del Buono
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