Mariana, le brucianti passioni di una monaca

Mariana, le brucianti passioni di una monaca Parla Katherine Vaz che ha scandagliato la vita della Alcoforado, autrice nel '600 delle discusse «Lettere portoghesi» Mariana, le brucianti passioni di una monaca L'amore in convento per un fatuo ufficiale francese che la tradì EMILANO ARA' per solidarietà verso il modo in cui Suor Mariana si ribellò alle coercizioni del suo tempo, o per l'impudenza con cui se ne infischiò anche del buonsenso. Ma sta di fatto che questa monaca che visse nel Portogallo del Seicento, scrivendo lettere d'amore rimaste per secoli a modello di ardore, ha affascinato più artisti di una potente regina. E mentre parliamo di Suor Mariana Alcoforado, la scrittrice americana Katherine Vaz mostra delle cartoline: un ovale oblungo di Modigliani, un vis ino tondo su un corpo piccante in una stampa del Settecento. «Non ci sono ritratti dell'epoca perciò nessuno sa come fosse veramente Mariana: né Modigliani né Matisse, né Rodin, né Braque né tutti gli altri artisti che hanno provato a darle un volto». L'ultima cartolina che le scivola dalle mani ritrae un cicisbeo in polpe, grassoccio, opaco, boccoluto. E' il capitano francese che le strappò il cuore. Nessuna donna cadrebbe ai piedi di un uomo così. «Ma se fosse in convento come Mariana dall'età di undici anni, e se questo fosse l'unico uomo che incontra in tutta la sua vita?», chiede Katherine Vaz. Conveniamo con questa brunetta quarantenne che il capitano Bouton che fu così inelegante da dare alle stampe le lettere della giovane monaca da lui sedotta nel più ricco convento del Portogallo, in piena guerra d'indipendenza dalla Spagna, è un uomo di nessun interesse: superficiale, distratto, scaltro. Quel che importa è la donna che si ritiene l'autrice delle celebri Lettere portoghesi, le cinque epistole pubblicate nel 1669 a Parigi dal libraio Claude Barbin, che hanno goduto di un successo di scandalo enorme, sono state tradotte in tedesco da Rilke, sono uscite in 250 edizioni in tutto il mondo e ancora oggi vengono considerate «un capolavoro riconosciuto della letteratura mondiale», come recita la premessa all'edizione italiana più recente (Bur, 1995). La Vaz, californiana mezza portoghese, le ha usate per dare ancora un volto all'impetuosa monaca in Mariana, il romanzo biografia uscito in questi giorni da Rizzoli. «Quello che mi interessava non è tanto la passione di Mariana, ma come quella passione, non più ricambiata da un uomo ormai lontano, cambiò la sua vita per i successivi sessantanni». Guardiamo una calligrafia sopravvissuta della suora. «E' tutto quello che è rimasto: le lettere originali non sono mai state trovate». Di qui una controversia che dura da tre secoli: è stata davvero Mariana Alcoforado, figlia di uno degli uomini più ricchi e potenti del Portogallo, a scrivere quelle parole brucianti al suo amante «tiranno», o, come già so- steneva Saint-Simon, quell'uomo, il capitano Noel Bouton, era troppo noioso per ispirare un tale amore, e quindi le lettere sono da ritenersi un falso da attribuire alla penna di un letterato? «Quando sono andata a visitare il convento di Mariana pensavo soltanto di tradurre in inglese le lettere», dice la Vaz, il cui primo romanzo, Saudade, è uscito in America tre anni fa e ha vinto il Drue Heinz Literary Prize. «Ma quando cominciai a lavorarci qualcosa ha preso il sopravvento. Credo sia stato l'avere davanti agli occhi una prova così concreta che si può rinchiudere una persona in un luogo limitatissimo come un convento per tutta la vita, e tuttavia vedere fiorire in lei tutta la vitalità e la passione di cui è capace una persona libera». Le Lettere portoghesi furono un grande caso letterario in tutta Europa. «Si sa per certo che il padre di Mariana le lesse, e gli spezzarono il cuore. E che la monarchia prese misure per limitare ancora la libertà delle suore nei conventi. Ma Mariana probabilmente non le vide pubblicate che molto più tardi». Cioè quando aveva ormai sublimato la sua passione in un'avventura spirituale. Stendhal sosteneva nella Vita di Rossini che «bisogna amare come la monaca portoghese». Chissà se sarebbe rimasto dell'opinione, dopo aver letto come trascorse il resto della vita la sventurata Mariana. Livia Manera Katherine Vaz, californiana di orìgini portoghesi, ha indagato sulla vita di Suor Mariana Alcoforado

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