Dal nostro inviato JFK
N Nell'estate '45, a 28 anni, il futuro Presidente in Europa come reporter: esce il diario della sua odissea nel continente sconvolto Dal nostro inviato N ELI/ESTATE del 1945 «un giovane magro pieno di energie ma dall'aspetto fragile» parte per l'Europa - Inghilterra, Irlanda, Francia e Germania come reporter per le testate del gruppo Hearst. Il suo compito è descrivere la situazione del vecchio continente dopo la sconfitta tedesca. Ha 28 anni, è un veterano della Seconda guerra mondiale, in contatto con i leader di tutto il mondo, ha amici altolocati. Si chiama John Fitzgerald Kennedy. Durante il viaggio, che dura dal 21 giugno al 1° agosto tra le elezioni inglesi da cui esce sconfitto Churchill, la conferenza di Potsdam, la «celebre» visita a Berchtesgaden che gli suggerisce riflessioni su Hitler perlomeno singolari, tiene un diario nel quale non solo annota le sue «intuizioni» sulla nascita della guerra fredda e le sue impressioni sul futuro delle nazioni occidentali, ma «fotografa» vincitori e vinti, soprattutto la fatica di vivere dopo la tragedia. Ignorato sino a ieri, il diario è stato pubblicato da un piccolo editore newyorkese, Regnery Publishing, e oggi esce in Italia per gli Oscar Mondadori con il titolo L'alba della nuova Europa - Diario europeo 1945. Curatrice la proprietaria del dattiloscritto originale, Deirdre Henderson, assistente del senatore Kennedy nella campagna presidenziale del 1960, che ha affidato a Hugh Sidey, amico di John e, all'epoca, giornalista della catena Henry Luce, la stesura di prefazione e note. «H diario - afferma la Henderson - è l'unico documento personale conosciuto del futuro Presidente a questo stadio della sua vita. Nessuna parte del testo si trova stampata altrove». Seguendo Kennedy attraverso il resoconto della sua odissea, scrive Sidey, «appare evidente il suo modo di proporre idee valide sul mondo e i suoi leader, procedendo nonostante le difficoltà (a volte in modo inesperto), attraverso il destino di sistemi economici in competizione... Ma questo diario riguarda soprattutto la guerra, la sua eventualità o le sue varie conseguenze». Forse informato, date le sue alte frequentazioni, del possibile imminente uso delle armi atomiche - Hiroshima avverrà il 6 agosto - il giovane Jack appare addirittura terrorizzato dalla prospettiva della minaccia nucleare. Il che gli fa perdonare più d'una debolezza, come osserva il suo esegeta: «Kennedy mostra di avere la stoffa del buon giornalista (...), anche se a mio avviso è eccessiva la sua frequentazione di saloni e residenze di campagna di duchi e lord, e sono troppi i suoi spostamenti con gli aerei dei vip. Ma quello era l'ambito in cui a quel tempo si misurava il potere politico». Mirella Appiotti «Il socialismo è inefficiente; tuttavia, uno Stato socialista è in grado di sfamare la sua popolazione e questa potrà essere una ragione che ne garantirà il successo» «dpugNmccEd Una foto giovanile di John Kennedy. A destra il premier laburista inglese Clement Attlee, sopra Adolf Hitler, in alto un'immagine di Berlino nel luglio '45
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