Eni parte la terza «tranche»

Si apre il collocamento mentre il gruppo annuncia la svolta industriale Si apre il collocamento mentre il gruppo annuncia la svolta industriale Eni, parte la terza «tronche» Bernabò: e ora tagliamo MILANO. Eni, un'«impresa industriale» e «multinazionale», che cresce al ritmo del 4% l'anno e che, se riuscirà a portare a termine, come previsto, la ristrutturazione, conta di ottenere un risparmio di mille miliardi da qui al 2000, con evidenti benefici «per la reddittività», e un occhio sempre attento alla «creazione di valore per gli azionisti», elemento essenziale della privatizzazione. Questo è il quadro che l'amministratore delegato Franco Bernabè disegna in occasione della partenza del road-show di Eni3, ossia il collocamento della terza tranche di titoli del Cane a Sei Zampe. Un collocamento che arriva dopo i due precedenti i quali, già loro, rappresentano «una grande storia di successo internazionale», avendo portato nelle casse dell'azionista Tesoro 15 mila miliardi (oltre ad altri 15.000 tra dividendi e imposte), ai quali si aggiungeranno entro giugno gli 8700-10.000 miliardi di Eni3. Anche gli azionisti Eni sono stati premiati con un rendimento del 70% sui titoli sottoscritti in Enil e Eni2. Questo terzo collocamento, che secondo il presidente Guglielmo Moscato «ha tutti i presupposti per essere un nuovo successo», coincide con un momento di svolta nella strategia del gruppo che si articola su tre direttrici: il passaggio dalla fase di razionalizzazione a quella del- lo sviluppo, dalla dimensione nazionale a quella multinazionale e, attraverso l'incorporazione dell'Agip, con la trasformazione di Eni in impresa industriale. L'incorporazione dell'Agip non è una semplice razionalizzazione, significa portare in Eni il cuore del gruppo stesso. «Abbiamo già eliminato centinaia di società, ora cambiamo la struttura centrale - spiega Bernabè -. L'obiettivo è di portare il petrolio e il gas sui mercati nei tempi più rapidi possibili. Oggi dall'esplorazione alla vendita passano dai 10 ai 15 anni, ma ogni ora guadagnata sulla vendita è fondamentale». Quanto allo sviluppo, nel settore petrolifero l'Eni punta all'off-shore profondo, ai nuovi mercati; per il gas le prospettive sono di un forte radicamento nel Mediterraneo e di alleanze con i produttori di elettricità. Assicura Bernabè: «Non vogliamo diventare elettricisti, ci va benissimo che il mercato prenda una quota crescente nella nuova società con Enel. Ormai le alleanze con operatori elettrici sono una tendenza mondiale, ed è una strada che continueremo a battere». Dopo la fusione con Agip, arriverà anche quella con Ip? «Ci stiamo lavorando, quando avremo un quadro certo procederemo. Per ora dobbiamo digerire questa prima incorporazione». E l'ingresso in Albacom? «L'intesa è in dirittura d'arrivo», si limita a commentare V amministratore delegato il quale, contrariamente a quanto detto in passato, non specifica se l'accordo riguarderà solo la telefonia fissa. Anche se poi osserva: «Nei cellulari esistono già due operatori molto forti, è la telefonia fissa quella che offre maggiori prospettive». Al presidente deD'Imi Luigi Arcuti, presente in quanto global coordinator, viene chiesto se sia vero che l'Imi è pronto ad entrare come azionista nel nuovo Cariplo-Ambroveneto. «No - chiarisce -, ci siamo solo offerti di garantire l'aumento di capitale». Quanto ad Autostrade, dove Imi è advisor, Arcuti conferma che tecnicamente è possibile che la società venga collocata entro luglio. Valeria Sacchi 1 CONTI DE BERNABE1 (in miliardi di lire) jf^W^mr\ 1 1995 1 1996 |Variaz.in% UTILE OPERATIVO ANTE SFAS 10.292 10.405 1,1 121 _____ ONERI ^^Q^^^^ Ni__.LJ ■■i4i8.0J_..,,.9!i3im.i.L ■■■?_f. Franco Bernabè annuncia tagli per mille miliardi

Persone citate: Arcuti, Bernabè, Bernabò, Franco Bernabè, Guglielmo Moscato, Luigi Arcuti, Valeria Sacchi

Luoghi citati: Autostrade, Milano