Tempesta in Borsa su Stet-Telecom

Milli Le risparmio perdono il 17% per la mancata conversione. La finanziaria sbarca in Serbia Tempesta in Borsa su Stet-Telecom E Ciampi precisa: privata a ottobre MILANO. Prima la bufera in Borsa. Poi l'annuncio della privatizzazione a metà ottobre. La Stet vive una giornata tormentata. La bufera investe le azioni di risparmio (quelle prive del diritto di voto, ma con un trattamento speciale per i dividendi) della società e della controllata Telecom che sarà incorporata a tutti gli effetti dal 18 luglio prossimo. Le quotazioni vengono sospese quattro volte per eccesso di ribasso: precipitano addirittura fino al 19% nel giorno in cui la finanziaria annuncia di aver concluso un accordo con il governo della repubblica serba per l'acquisizione del 29% del gestore delle telecomunicazioni, Telekom Serbia, al prezzo di 893 milioni di marchi (circa 878 miliardi di lire). L'accordo prevede anche l'ingresso del gestore delle telecomunicazioni greche Ote nell'azionariato di Telekom Serbia con una partecipazione del 20% a fronte di un prezzo di 675 milioni di marchi. All'origine del crollo c'è la decisione dei ministri del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, dell'Industria Pierlugi Bersani e delle Poste Antonio Maccanico di non ammettere la conversione delle azioni di risparmio in ordinarie. Informato a Lussemburgo della pesante reazione della Borsa, Ciampi corre ai ripari. Fa sapere che il governo ha in cantiere per metà ottobre la privatizzazione della Stet (di cui il Tesoro detiene il 44% e che dopo la fusione prenderà il nome di Telecom Italia): «Nel mio calendario dice - c'è questa data». Ciampi assicura che «la privatizzazione va secondo i tempi previsti». In realtà l'operazione può essere realizzata a metà ottobre se la Camera, dopo il Senato, approverà presto il disegno di legge per l'istituzione dell'authority, l'organo di garanzia del settore indispensabile per la privatizzazione. Ciampi, comunque, è fiducioso. Tanto che, sempre da Lussemburgo, rivela che nei «prossimi giorni il decreto sulle modalità della privatizzazioni» sarà varato dal Consìglio dei ministri. Ed è proprio in vista della futura offerta di azioni che venerdì scorso è stato reso pubblico il no alla conversione delle azioni di risparmio. Dopo le sospensioni per eccesso di ribasso, è di -17,20% la quotazione ufficiale delle Stet risparmio e di -15,95% quella delle Telecom risparmio. Praticamente ferme invece le azioni ordinarie (Stet +0,2, Telecom +0,02). Il malumore degli investitori deriva dall'aver previsto erroneamente la conversione, decisa per le Credit e Comit, e raccomandata in via generale dal Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica. Protesta l'Assogestioni, l'associazione dei fondi comuni. Con una nota «auspica che i soggetti interessati e in particolare l'azionista di controllo vogliano tempestivamente mettere in atto significativi provvedimenti». L'Assogestioni chiede cioè un rimedio allividente pregiudizio subito dagli azionisti di minoranza non solo di risparmio» e lamenta che il mercato «non viene preso in dovuta considerazione». Un mercato che, afferma l'amministratore delegato della Landi Sim, «lavora sulle aspettative» e «dava per scontata la conversione». Ma fonti del Tesoro obiettano che l'ipotesi della conversione è stata scartata d'intesa con gli advisor (i consulenti della privatizzazione, Mediobanca, Morgan Stanley, Euromobiliare, Barclays) «nell'interesse dei cittadini che pagano le tasse». Con la conversione, lo Stato (come qualsiasi azionista ordinario) avrebbe incassato una somma per l'equiparazione dei titoli: un meccanismo quasi opposto alla privatizzazione. Il conguaglio sarebbe stato pari a quattromila miliardi e la quota pubblica sarebbe scesa dal 44 al 32%. Per le fonti del Tesoro le critiche provengono dai fondi che hanno accumulato pacchi di azioni di risparmio. [r. r.] I FRONTI APERTI DELLA STET AMERICA LATINA • PARTECIPAZIONI IN IMPSAT CORPORATION, IRIDIUM SUDAMERICA, ENTEL BOLIVIA E TELECOM ARGENTINA • 20% DI ENTEL CILE • 29,29% NELLA ETEC CUBANA • 33,33% DELLA NORCABLE IN ARGENTINA PARTECIPAZIONI A GAZA IN BRASILE PER SERVIZI SU RETE MOBILE • INTERESSE PER LA PRIVATIZZAZIONE, IN ECUADOR, DEL GESTORE LOCALE EMETEL • FRANCIA, ACCORDO CON BOUYGUES PER CREARE IL PRINCIPALE OPERATORE ALTERNATIVO A TELECOM FRANCE • REPUBBLICA CECA, PARTECIPAZIONE A CONSORZIO INTERNAZIONALE CHE HA ACQUISITO IL 49% DELLA CESKE RADIOCOMUNIKACE, SECONDO GESTORE GSM • SPAGNA, ACCORDO CON L'ENDESA E L'UNION FINOSA PER CREARE IL PRINCIPALE OPERATORE ALTERNATIVO ^ISRAELEJ^ #25% DI MOBILKOM AUSTRIA • 26,4% NELLA GOLDEN LINES (SERVIZI INTERNAZIONALI) • SERBIA, 29% NELLA TELEKOM SERBIA INDIA • LICENZA NEL MADHYA PRADESH (TELEFONIA FISSA) Milli

Persone citate: Antonio Maccanico, Bersani, Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Landi, Milli, Morgan Stanley