Pugnalate a un diplomatico inglese di Francesco Grignetti
La vittima trasportata a Brindisi in fin di vita. Un giorno di bombe e regolamenti di conti in tutta l'Albania La vittima trasportata a Brindisi in fin di vita. Un giorno di bombe e regolamenti di conti in tutta l'Albania Pugnalate a un diplomatico inglese A Tirana arrivano iguru italiani della par condicio TIRANA DAL NOSTRO INVIATO Accoltellato e ridotto in fin di vita un diplomatico inglese nel centro della capitale, forse per questioni sentimentali o forse no. Esplode una bomba nella notte, di fronte alla Casa dello Studente, e non si capisce se è diretta contro i molti sostenitori di Berisha che si sono sistemati lì oppure se è esplosa per caso in un loro arsenale casalingo. Saltano per aria i ponti nelle città dei dintorni. Si moltiplicano i morti per risse e per regolamenti di conti. Insomma, si annuncia davvero difficile questa campagna elettorale albanese. E in tanto caos, c'è chi si preoccupa, giustamente, dell'arma più insidiosa: la lingua. Per monitorare le trasmissioni della tv di Stato albanese, a canale unico e di stretta osservanza presidenziale, sono arrivati a Tirana i tecnici dell'Osservatorio di Pavia. Sono quegli esperti in sociologia della comunicazione che mensilmente stilano i bollettini sulla Rai-tv. Quelli che stabiliscono, gli unici in Italia, quanta parte di informazione viene concessa al Polo e quanta alTUlivo. Specie nei periodi elettorali, quando è di rigore la «par condicio», l'Osservatorio di Pavia diventa un termometro di grande importanza. Ora si confronta con l'Albania. Sono arrivati a Tirana su invito dell'Osservatorio sul processo democratico in Albania, che è una specie di legione straniera del civismo e del «politicamente corretto», comprendendo volontari cattolici e laici, ambientalisti, costruttori di pace, Arci e rete antirazzista. Per ora i tecnici stanno sistemando le loro attrezzature, ma presto il gruppo di Pavia sarà in grado di produrre anche qui i suoi bollettini, con tanto di minutaggio tv per ogni partito politico. Tanto sforzo demoscopico, però, a dirla tutta, appare un po' sproporzionato rispetto al dramma di un Paese dove la campagna elettorale potrebbe degenerare da un minuto all'altro in guerra civile. Ieri il leader socialista Fathos Nano ha tenuto un comizio nella piazza principale di Valona. «Restituiremo i soldi a tutti i truffati dalle finanziarie piramidali», lo slogan. E naturalmente è stata musica per le orecchie dei valonesi. Almeno 10 mila persone si sono assiepate per ascoltare questo ex primo ministro, che è stato un anno in galera con l'accusa di corruzione, che però è riuscito a far dimenticare la sua origine comunista e ora appare come l'unico vero antagonista di Berisha. Ma quello che faceva più impressione era la sua scorta di diverse decine di uomini armati di mitra. Alcuni addirittura di bazooka. Evidentemente temevano il peggio. Come ogni buon candidato, Fathos Nano ha poi fatto visita alla famiglia di un certo Artur Rosteni, studente, la prima vittima dell'insurrezione. E poi, sempre scortato dal servizio d'ordine del partito, ha fatto una piccola passeggiata sul lungomare per strin¬ gere qualche mano e gettare i fiori in mare in segno di lutto per la tragedia di Otranto. Ebbene, di questo avvenimento, e dell'eclatante promessa di rimborsare tutti i truffati, gli elettori hanno avuto informazione dalla radio «Voice of America», che tiene un regolare bollettino in lingua albanese, e soltanto a tarda sera, sommariamente, dalla televisione di Stato. Di questo passo, l'Osservatorio di Pavia avrà molto da fare e da dire. Ma tant'è. Ci si preoccupa soprattutto per l'incolumità degli osservatori internazionali. I militari della Forza multinazionale di protezione dovranno fare uno sforzo in più per scortarli e proteggerli. Il sottosegretario alla Difesa, Gianni Rivera, ieri ha confermato che sono in arrivo 450 bersaglieri per allargare l'area delle città e dei paesi presidiati. Ma intanto, a Berati, dove nessuno più garantisce l'ordine pubblico, e dove i cittadini hanno or¬ ganizzato ronde civiche, hanno giustiziato un altro «malvivente». Due settimane fa, inaugurando la giustizia sommaria, le ronde avevano catturato, seviziato, e quindi bruciato vivi due presunti «banditi». Ieri hanno acciuffato un certo Zenel Guri, 23 anni, accusato di essere complice degli altri due e già «diffidato» dal farsi vedere: Zenel è stato fermato in strada e ucciso sul posto. Francesco Grignetti Comizio di Nano a Valona: «Tutti i soldi truffati dalle finanziarie verranno restituiti» Nella foto grande il leader socialista Nano saluta la folla di Tirana Qui accanto Jeff Briggs, il diplomatico britannico accoltellato, e (sotto) Fausto Bertinotti
Persone citate: Berati, Berisha, Fausto Bertinotti, Gianni Rivera, Jeff Briggs, Nano, Zenel, Zenel Guri
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