«Ogni cento esami 90 erano fasulli»

B «Ogni cento esami, 90 erano fasulli» Le intercettazioni svelano i trucchi dell'organizzazione MILANO. «Eh! Signora qui abbiamo sbagliato con il referto, però non è una cosa che riguarda lei, è cosa che riguarda l'amministrazione, ed ecco, io dovrei sistemarla, se lei gentilmente mi può ricevere perché per telefono, poi, parlare è un po' un problema... Ed io che ho fatto il pasticcetto ci rischio veramente il posto di lavoro, con tre figli a carico, vorrei un attimino, prima che vada là a spiegare che cosa ho combinato, capisce! Sì, sì, no, no, ho fatto, ho messo il suo nome sui referti che non riguardano lei, capisce. Ecco signora, io mi appello a lei come una madre, perché penso che abbia più anni di me, e se gentilmente mi riceve cinque minuti, mi fa una grossa cortesia, molto grossa, perché io sono in grosse difficoltà...». E' una delle centinaia di intercettazioni realizzate nell'inchiesta sui rimborsi per i finti esami svolti dal Centro di Medicina nucleare del professor Poggi Longostrevi. A parlare è uno dei cosiddetti «propagandisti», Marco Pompei, considerato uno degli «stretti collaboratori» del professor Poggi, arrestato ieri mattina con l'accusa di concorso in associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla corruzione. Il colloquio, registrato dagli apparecchi della Finanza, è citato, come altri, nel prowedimento di custodia cautelare firmato dal gip Enrico Tranfa, per dimostrare l'inquinamento delle prove che anche ultimamente si stava mettendo in atto nella «clinica d'oro» del professor Poggi, per tutelare un giro d'affari ancora non esattamente quantificato ma certamente enorme. Un dato per tutti: «Dei 1.471 esami fatturati dal Centro di Medicina Nucleare, effettivamente eseguiti risultano solo 146 esami». Scrive il giudice nel provvedimento. Ma tra gli mquirenti nessuno nasconde il sospetto che il sistema dei rimborsi truffaldini fosse esteso anche ad altre realtà ospedaliere e coperto da qualche funzionario delle Ussl. Non si spiegherebbe altrimenti il rischio corso dai medici inquisiti, a fronte di mazzette apparentemente ininime: dalle 100 alle 500 mila lire per gruppo di esami prescritti. Gli uomini del primo gruppo della Guardia di Finanza in questi giorni stanno lavorando senza sosta per analizzare la posizione di tutti gli oltre 300 medici finiti nelle Uste dei beneficiari compilate dal professor Poggi e i suoi complici. I finanzieri dispongono di tutte le impegnative, con relative fatture, conservate nelle Ussl 39 e 41 e fatte sequestrare dai pm qualche giorno fa. Un'indagine che ha assunto ritmi febbrili, per evitare, come si scrive nell'ordine di custodia cautelare, inquinamenti delle prove, dimostrati non solo dalle intercettazioni telefoniche e ambientab, ma anche da filmati e fotografie sull'attività degli indgati. Di una cosa si vantano infatti gli investigatori: e cioè di aver svolto finora l'inchiesta solo sulla base di prove documentali, senza cioè soffiate di alcun «pentito». Ci sono poi le testimonianze dei pazienti. Una di questi, è scritto neU' ordinanza, ha riferito ad esempio che durante il periodo dell'indagine amministrativa sulla clinica di Poggi svolta dalle Usi nell'inverno scorso, «dopo aver ricevuto il telegramma della Ussl 41 con cui era invitata a presentarsi con i referti degli esami svolti presso il Cmn, ricevette in casa la visita di una persona che, qualificatasi come dipendente della Ussl stessa, ritirò la documentazione sanitaria in suo possesso, affermando che avrebbe provveduto personalmente a consegnarla agli uffici e le offrì l'esecuzione gratuita di una prestazione ambulatoriale». Qualche giorno dopo, ha raccontato la paziente ai magistrati, si ripresentò in casa sua un'altra persona che le consegnò una cartella contenente sei esami ai quali lei non si era sottoposta. La donna si rivolse allora al suo medico, l'unico che ieri le Fiamme Gialle non sono riuscite ad arrestare, il quale la tranquillizzò dicendole che «tutto si sarebbe aggiustato». [p. col.] Bella, elegante di 30 anni più giovane del marito: le nozze nell'85aLasVegas Secondo le accuse si occupava dei soldi e dei rapporti con i medici

Persone citate: Poggi Longostrevi

Luoghi citati: Milano, Pompei