Kohl nella bufera: nessuno slittamento
Gli industriali Smentite le dimissioni, voci di elezioni anticipate. E cresce l'esercito deU'eurorinvio Kohl nella bufera; nessuno slittamento Oggi incontra gli alleati. Schmidt: «Deve andarsene» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Alle perplessità francesi, che aprono pesanti ipoteche sull'Unione monetaria, Helmut Kohl reagisce riconfermando «l'impegno incondizionato della Germania» nel cammino europeo: ma mentre a Bonn è bufera - e l'ex cancelliere socialdemocratico Helmut Schmidt chiede in tv le dimissioni di Kohl e del ministro delle Finanze Theo Waigel per la prima volta il capo del governo tedesco allude a una significativa distinzione fra «calendario» e «criteri» di Maastricht. Entrambi vanno rispettati, riafferma Kohl in un discorso per il giubileo della Dresdner Bank; ma se il significato dei criteri è, soprattutto, nel «ricordo di due gravissime inflazioni» delle cpiali il Paese è stato vittima in questo secolo, un rinvio dell'Unione sarebbe «la fine stessa del progetto europeo», e aprirebbe prospettive fosche per il Paese. I rischi legati ad un rinvio sarebbero infatti enormi «per il marco, le esportazioni tedesche, la Germania», avverte il Cancelliere: lasciando intendere che la sfida decisiva è, a questo punto, l'avvio stesso dell'Unione, e che dalla «puntualità» del calendario dipende il benessere del Paese. Da ieri insomma Helmut Kohl è in trincea: una trincea al di là della quale non c'è soltanto il futuro dell'Unione monetaria, tuttavia, ma lo stesso destino politico del «Cancelliere deU'unificazione», al potere da 15 anni e arrivato all'«ora della verità», come a Borni ormai si ammette. Poco prima che Helmut Schmidt chiedesse le sue dimissioni, in un durissimo intervento alla televisione di Stato nel quale ha rimproverato al governo «il fallimento dell'attuale politica finanziaria e di bilancio», era toccato al segretario della Cdu Hin- tze smentire le voci di dimissioni del Cancelliere che, dal mattino, circolavano a Bonn. Non è vero, ha garantito il leader del principale partito di governo, che «nelle ultime settimane Helmut Kohl ha più volte minacciato di lasciare il suo posto», stanco di opporsi invano ai veti degli alleati liberali, e incapace di mettere Bonn in regola con i criteri di Maastricht. Secondo Hintze, Kohl ha riaf¬ fermato al contrario di voler «reagire con energia alle difficoltà». Il Cancelliere, in realtà, è in un vicolo cieco: stretto fra l'opposizione interna dei liberali, contrari a qualsiasi aumento della pressione fiscale per risanare il bilancio; e quella esterna dell'Spd che al Bundesrat, la Camera a rappresentanza regionale dove è in maggioranza, blocca le riforme alle quali il governo affida la propria sopravvivenza: la riforma fiscale e quella delle pensioni. Il terzo fronte al di " della trincea, per chiudere quale non sono valsi neanche ieri i richiami all'ordine di Waigel e Kohl, è ancora una volta interno alla coalizione di governo: è il fronte dell'«intransigenza europea» aperto dalla Csu, il partito bavarese secondo il quale il rispetto assoluto dei criteri continua ad avere la preminenza, pena il rinvio dell'Unione. «Se il rapporto del 3% fra deficit e prodotto interno lordo non sarà rispettato, l'Urne andrà rinviata», ribadiscono alti esponenti del partito. E' su questo sfondo che il go- verno Kohl potrebbe scivolare, aprendo la strada alle elezioni anticipate, e avviando un periodo di instabilità politica che metterebbe in discussione anche il futuro dell'Europa. Per domani è previsto un nuovo «vertice di crisi», il terzo in una settimana, fra il Cancelliere e i leader della coalizione: ma una soluzione al dilemma che in queste ore scuote Bonn - come coprire i buchi nel bilancio di quest'anno e in quello del '98, così da garantire il rispetto formale dei criteri di Maastricht appare sempre più difficile. I dubbi sulla possibilità di rispettare i criteri, del resto, crescono anche nei più qualificati ambienti economici tedeschi. Secondo il leader della Federazione industriali «Bdi», Hans-Olaf Henkel, «è chiaro che la Germania fallirà» nel tentativo di osservare i vincoli previsti da Maastricht: è urgente dunque, secondo Henkel, «un piano a medio termine del governo che tenga conto dello sfondamento del criterio del 3%, ma che permetta al Paese di raggiungere questo obiettivo nel 1998 o l'anno successivo». Ma che Kohl abbia la forza politica di imporsi agli alleati, sono in pochi a crederlo a Bonn: dove si ricordano piuttosto le sinistre somiglianze con la caduta del governo Schmidt: anche allora i liberali si impuntarono, e spianarono la strada a Helmut Kohl. Gli industriali pessimisti «La Germania non ce la farà» Secondo Hintze, Kohl ha riaf¬ affida la propria sopravvivenza: la riforma fiscale e quella delle pensioni. Il terzo fronte al di " della trincea, per chiudere quale non sono valsi neanche ieri i richiami all'ordine di Waigel e Kohl, è ancora una volta Gli industriali pessimisti «La Germania non ce la farà» E su questo sfondo che il go- Il ministro degli Esteri Lamberto Dini e il presidente del Consiglio Romano Prodi Gerhard Schroeder presidente delia Bassa Sassonia Il ministro degli Esteri Lamberto Dini e il presidente del Consiglio Romano Prodi * * Emanuele Novazio I ì LE TAPPE VERS® L'EURO GIUGNO '97 | GIOVEDÌ1 12 GIUGNO "97 | VENERDÌ' » GIUGNO '97 LUNEDI' 16 La presidenza olandese potrebbe convocare i ministri degli Esteri Vertice franco-tedesco a Poitiers Dovrebbe iniziare ad Amsterdam il vertice dei capi di governo GIUGNO '97 | MARTEDÌ' 17 MARZO 1998 ENTRO IL 1° MAGGIO 1998 Dovrebbe concludersi il vertice con l'approvatone del patto di stabilità del nuovo Sme e del trattato di Amsterdam che completa quello di Maastricht, La commissione e l'istituto monetar» europeo (IME) riferiscono al Consiglia dei ministri finanziari sui progrèssi compiuti dagli Stati membri Il Parlamento Europeo (art. 109 j 2) e quelli nazionali vengono consultati 1 capi di Stato e di governo confermano quali stati soddisfano le condizioni necessarie per ' adozione della moneta unica LUGLIO 1998 GENNAIO I 1999 Nomina del comitato esecutivo della banca centrale europea Fissazione irrevocabile dei tossi di conversione cJellemonete dei Paesi partecipanti Messo in circolazione delle banconote in euro e ritiro delle banconote nazionali Abolizione del corso legale delle banconote e monete nazionali
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