IL NEMICO DEL POPOLO SOVRANO di Giorgio Bocca
IL NEMICO DEL POPOLO SOVRANO BOCCA EIREFERENDUM IL NEMICO DEL POPOLO SOVRANO HO sempre considerato Giorgio Bocca un maestro di questa nostra malcerta democrazia oltre che, ovviamente, il più grande giornalista d'inchiesta italiano. Uno di quei piemontesi di provincia in grado di smentire l'eterno ritrarto, «in tutto più sodezza e meno vivacità», cui li aveva inchiodati Cesare Balbo centocinquanta anni or sono. Ma l'invettiva che ieri Bocca ha scagliato addosso al popolo sovrano dalla prima pagina di «Repubblica», evocandolo solo e soltanto col dileggio delle virgolette (come dire: il cosiddetto popolo sovrano), mi ha lasciato interdetto: che «sodezza» è mai quella di chi se la prende con i «circa trenta milioni di analfabeti di ritorno di questo popolo sovrano»? Segue una raffica di interrogativi retorici. In pratica Bocca si domanda se possiamo considerare popolo sovrano le seicento famiglie che hanno costruito case abusive nella Valle dei Templi ad Agrigento e i milioni che hanno cementificato l'Italia; nonché i contribuenti infedeli che hanno praticato la più grande evasione fiscale del mondo. A un certo punto adopera il «noi» di una prima persona plurale che mi par lecito riferire a una presunta élite intellettuale, o classe dirigente non meglio intesa: «Pubblichiamo in continuazione sondaggi da cui risulta che la folla non sa niente di storia, di scienza, di economia, di tutto ciò che non riguarda il suo strettoparticulare e poi le chiediamo di decidere sui massimi sistemi?». Viene allora da chiedere a Bocca: quando i socialisti e i liberali conseguenti si battevano per il suffragio universale (successivamente esteso alle donne), forse che la folla ne sapeva molto di più di storia, scienza, economia e massimi sistemi? Ma soprattutto: chi saremmo «noi» proprietari del diritto di consentire o no alla folla in questione di eser- Gad Lerner CONTINUA A PAG. 8 PRIMA COLONNA
Persone citate: Bocca, Cesare Balbo, Gad Lerner
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