LA MANNA E LA PILLOLA di Massimo Giannini

LA MANNA E LA PILLOLA LA MANNA E LA PILLOLA DROMA OMANI, parlerò d mani a Strasburgo». leu sera Romano Prodi preferiva rinviare ogni commento, sulla svolta impressa dal neo-governo socialista francese alla trattativa su «Maastricht 2» e sul Patto di stabilità. Ma il presidente del Consiglio - per gli strani scherzi che a volte gioca la Storia - sarà l'unico che oggi, al vertice degli Europopolari di Strasburgo, potrà continuare a giocare l'inedito ruolo del «pulcino mannaro», dell'ultimo della classe che, una volta tanto, ha diritto e titolo per parlare da posizioni di saggezza e di forza. Non potranno fare altrettanto i pochi «reduci» dei governi centristi d'Europa. Non lo spagnolo Aznar, che ha problemi di bilan¬ cio e di scarsa crescita per lo meno pari ai nostri. E meno che mai il tedesco Kohl, che dopo il goffo infortLinio della rivalutazione delle riserve auree della Bundesbank deve affrontare le elezioni tra 18 mesi non potendo promettere altro ai suoi connazionali se non «sacrifìci inauditi». Ma Prodi sa bene che Calimero non può esagerare. Vista con l'ottica italiana, la «sterzata» francese di ieri può essere al tempo stesso una manna che nutre e rafforza il pulcino. Ma può essere anche, come si dice in gergo finanziario, una poison pili, una pillola avvelenata che invece lo ammazza, il pulcino. Massimo Giannini CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Aznar, Kohl, La Manna, Prodi, Romano Prodi

Luoghi citati: Europa, Strasburgo