Valentino ok di E. B.

Valentino ole Valentino ole Con questa moto podio obbligato LE CASTELLET. Si è presentato sul podio con un cappello da giullare, con tanto di campanellini, regalatogli da un amico giornalista. E per non incorrere in una multa si è fatto cucire anche il nome dello sponsor dei pneumatici, come regolamento impone. La Casa giapponese naturalmente era all'oscuro di tutto, ma avrà fatto buon viso a cattivo gioco. Valentino Rossi è stato di parola: dopo la famosa bambola gonfiabile presentata al Mugello, aveva detto di voler stupire tutti a ogni vittoria. E anche questa volta ci è riuscito. Certo non sarà facile continuare di questo passo, visto che siamo arrivati alla quarta vittoria in sei gare e il diciottenne pilota pesarese ha tutta l'intenzione di continuare. Come sempre parla a mitraglia, fermarlo sembra quasi impossibile, non ci riescono nemmeno i commissari che lo vogliono all'antidoping: «Bella gara la mia, anche se sono paitito male, come sempre. Mi sono ritrovato intorno al decimo posto e mi è venuta addosso una fifa blu, perché temevo di far la fine del '96, quando piombai in mezzo a una caduta generale. La mia moto? Una scheggia. Con un mezzo così, che non mi aveva dato problemi sin dal mattino, non cercare di arrivare sul podio sarebbe stato un crimine. E se non avessi vinto sarei stato un pollo. Così ho tirato, mi sono portato davanti e quando mi hanno detto che Ueda era out ho provato ad allungare. Ma le Honda di Manako e Locatelli erano ben messe. Poi Locatelli è caduto, Manako è calato e io... ho fatto il resto». Ricordi della caduta di sabato? «Nessuno, il dottor Costa mi ha fatto un tagliando completo: ha controllato testa, riflessi, olio, freni, carburatore, tutto... Oh' dedico la vittoria». E il Mondiale? «E' bello essere davanti. Il mio merito? Essere stato così intelligente (risata generale), beh si fa per dire, da avere scelto bene la marca giusta di gomme all'inzio della stagione. Insomma, faccio tendenza. O no?». [e. b.]

Persone citate: Locatelli, Ueda, Valentino Rossi