E Rossi il Gianburrasca fa un poker di Enrico Biondi
In Francia gran battaglia nella 250: l'Aprilia vince con Harada, ma Biaggi è secondo In Francia gran battaglia nella 250: l'Aprilia vince con Harada, ma Biaggi è secondo E Rossi il Giqmburrusca fa un poker Parte male, ma che rimonta LECASTELLET DAL NOSTRO INVIATO Anche il Gran Premio di Francia, sesta prova del Mondiale, ha mantenuto le promesse della vigilia: la gara del Paul Ricard non passerà agli archivi solo come una giornata favorevole a piloti e moto italiane (quarto trionfo di Valentino Rossi nella classe 125, primo successo stagionale dell'Aprilia 250 di Harada mentre Biaggi, secondo con la sua Honda, porta a 13 i punti di vantaggio nel Mondiale), ma verrà ricordata per la sfida ravvicinata tra piloti Aprilia e Honda, in un infernale carosello di staccate al limite, violente accelerazioni, sorpassi mozzafiato sia in curva che in rettilineo. Il tutto, naturalmente, sul filo dei 230 chilometri orari. Peccato che della festa non facciano parte i piloti della classe regina, la 500, che ormai da un paio di anni a questa parte più che a un Mondiale sembra partecipino a una Honda Cup. In crisi la Yamaha, quasi sparita la Suzuki, solo l'Aprilia potrebbe tentare qualcosa anche nella cilindrata più grande ma il divario con la Casa dell'ala dorata (anche ieri prima con Doohan, Checa e Okada nell'ordine), è troppo elevato per la piccola bicilìndrica di Noale. La grande festa italiana era iniziata in mattinata, con la disputa della 125. Valentino Rossi aveva un conto aperto con TJeda, che lo aveva battuto in volata a Zeltweg. Ma questa volta, con TJeda troppo presto ritirato a causa di una caduta, il giovane Giamburrasca pesarese si è dovuto impegnare al massimo per aver ragione di un ritrovato Roberto Locatelli, gran combattente sino a pochi giri dal traguardo quando, tradito dalla gomma anteriore deteriorata, ha detto addio ai sogni di podio con una lunga scivolata senza conseguenze. Una vittoria atipica, quella di Valentino, per distacco. Ma non è stata una passeggiata: come sempre partito male, Rossi ha dovuto recuperare dalla decima posizione su un circuito che non perdona il minimo errore. Ma quando si hanno la classe e la spregiudicatezza di un ra gazzino simile, tutto è possibile, anche la sfida continua alle leggi della fisica, come Valenti no fa ogni volta che corre. La grande rappresentazione della giornata, però, è stata la 250. Personaggi e interpreti Harada, Biaggi, Waldmann e Capirossi. Che è poi l'ordine di arrivo, ma per tutti i 29 giri della corsa i due italiani, il tedesco e il giapponese si sono alternati al comando. E al 12° giro si è rischiato anche un mega incidente: colpa dell' Aprilia di Harada che, come troppo spesso accade quest'anno, si è improvvisamente spenta. Biaggi, alle sue spalle, ha letteralmente inchiodato per evitare di travolgerlo compiendo un capolavoro di equilibrismo. Sulla moto di Harada l'inconveniente si è verificato altre due volte (e la cosa preoccupa non poco i tecnici veneti) ma il giapponese è sempre riuscito a riprendere il comando e a resistere agli attacchi di Biaggi il quale, a fine gara, ha riconosciuto il valore dell'avversario e soprattutto i passi avanti compiuti dall'Aprilia in questi ultimi tempi. Ha anche aggiunto, però, tutto il suo disappunto per non essere stato messo in grado di combattere con un mezzo efficiente contro la sua ex squadra. Ma ciò fa parte del gioco. Enrico Biondi Valentino Rossi sul podio non smentisce la sua fama di burlone indossando un cappello da giullare
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