«Aveva un bisogno disperato di soldi» di Antonio Giaimo

Il meccanico-killer di Cantalupa travolto dai debiti: qualcuno lo ricattava? Il meccanico-killer di Cantalupa travolto dai debiti: qualcuno lo ricattava? «Aveva un bisogno disperato di soldi» Da tempo girava sempre con un coltello nascosto nello stivaletto Gli inquirenti: stiamo scavando nelle troppe vite dell'assassino Aveva dei debiti Paolo Galliano, il meccanico 32 anni che ha massacrato padre e madre a coltellate nella casetta di Cantalupa? E' un disperato bisogno di soldi - e non solo per comprare la Opel nuova - una delle chiavi dell'omicidio? Nell'inchiesta, ieri, sono emersi parecchi fatti nuovi. Primo. A casa di Paolo, tra le sue cose, sono stati trovati dei fazzolettini del «Billia», l'albergo di lusso annesso al casinò di Saint Vincent. Secondo. Paolo è un trialista sfegatato. E' un giudice di gara, membro del direttivo del «Motoclub Boffa» di Villar Perosa, ed è uno che ha passato quasi tutti i week end, negli ultimi dieci anni, sulla moto. A un amico trialista, aveva comunicato una decisione sconcertante. Voleva vendere la «Beta Tedino», la moto delle gare. «E per uno di noi, può voler dire solo due cose. 0 sei diventato un altro, vuoi mollare tutto, magari per una donna. Oppure hai un bisogno di soldi disperato. Ma proprio disperato: prima di dar via la moto, vendi lo stereo. Persino le scarpe. Ma la moto è quasi come la tua donna. La moto no». Terzo. Dopo l'omicidio ha sfilato dal borsellino della madre le 40 mila lire che conteneva. Quarto. Dopo il massacro, ha rapinato il Sanpaolo di Volvera, portando via 4 mihoni. E ha speso una parte del bottino, circa 500 mila lire, in «Gratta e vinci». E poi, c'è il fatto che il colpo in banca era premeditato almeno dal giorno prima, quando si era presentato nell'agenzia con la scusa di aprire un conto. Insomma: sono quattro tasselli di un giallo, che per ora non si riesce a spiegare. Ma che indicano ima necessità impellente di denaro. Perché? Paolo non risulta tossicomane - anche se era senza denti -. Nessuno sa che avesse debiti. Frequentava il casinò? Ma c'è dell'altro. Il puzzle che il capo della procura di Pinerolo Giuseppe Marabotto e il pm Ciro Santoriello stanno mettendo insieme è più complesso. Paolo sembra avere non una, ma due, o tre vite. Ultimamente, girava con un coltello infilato nello stivaletto. Perché? E poi, raccontava un mare di frottole. A Fulvia diceva di aver avuto molte ragazze, di essere addirittura separato, mentre era la sua prima donna. Mentiva sulla sua automobile, si vergognava di avere una vecchia «127», esibiva auto prestate. Raccontava bugie sul suo lavoro, e diceva a Fulvia di essere malato (cosa non vera, anche se da una settimana si era messo in malattia). E poi, le aveva raccontato che il suo mento sporgente era frutto di un incidente. Le frottole dette a Fulvia fanno pensare a un ragazzo insicuro, che non si accetta. Che vuole fare tenerezza, che cerca di farsi amare con ogni mezzo, perché ha delle carenze affettive grosse così. Un pazzo? Marabotto, che di assassini ne ha visti tanti e ha imparato a leggere nei loro volti più di quel che dicono le parole, commenta: «Non è per forza matto, chi deforma la realtà. Può essere semplicemente un infelice». Gli amici del trial raccontano un Paolo diverso. Fulvia parla di lui come di «un debole». Il presidente del motoclub «Lui e Lei» di Cumiana, Giorgio, ribattezzato «Giò Gas» «perché tutti i trialisti hanno un soprannome», dice che Paolo Galliano «è un ragazzo allegro, deciso. Uno che non molla mai, che quando c'e- ra una pietra da superare con la moto, provava e riprovava finché ci riusciva». «Uno per bene, un buono, un amico. Non certo un assassino». E' a lui che Paolo aveva confidato di voler vendere la moto: «Magari, la Beta non gli interessava più perché si era innamorato. Certo è che alle gare non si faceva più vedere da Pasquetta. Eppure era uno dei più assidui. Non perdeva mai un appuntamento importante». Gli amici del trial avevano soprannominato Paolo e il fratello Ezio, che condivideva con lui la passione delle gare, i fratelli «Brut e Brut». E Paolo, dei due, era «Brut pi brut». Sarà stato anche per questo, chissà, che si sentiva brutto, tanto da mentire sul suo mento con Fulvia, da raccontarle quelle bugie. Un tipo fragile, da coccolare, che ha ucciso perché malato di mente, o uno con una doppia vita, che ha massacrato i genitori a mente fredda? Nella sua personalità sembrano esserci tutte e due le cose. Dopo aver ucciso si è lavato, si è cambiato d'abito e pare che abbia pure pranzato. I «Gratta e vinci» potrebbero anche essere spiegati con la necessità di coprirsi la fuga. Ma i fazzolettini del «Billia», la premeditazione della rapina, il borsellino, no. E poi, perché portava un coltello? Giovanna Favro Antonio Giaimo Una parte del bottino della rapina in banca giocata, nella fuga, al «Gratta e vinci» Paolo Galliano (a sinistra) ha ucciso il padre Ettore (a fianco) e la madre Matilde: oggi sui due corpi ci sarà l'autopsia

Luoghi citati: Cantalupa, Cumiana, Pinerolo, Villar Perosa, Volvera