Italiane nella città di Eros

é Quattordici scrittrici raccontano le sorprese della seduzione Italiane nella città di Eros Esercizi spericolati sulle tracce di Anais Nin N ON possiamo vantare né l'Anais Nin che su commissione scrisse i racconti eccessivi de U Delta di Venere e neppure una superstar della letteratura come Marguerite Duras che dell'erotismo fece una chiave di lettura del mondo, la comunicazione per eccellenza. Ma ora sta per arrivare in libreria Nella città proibita. Quattordici scrittrici italiane narrano l'erotismo, il desiderio, la seduzione. E chissà che il volume, edito da Marco Tropea, non riveli qualche Almudena Grandes o una Alina Reyes made in Italy. In un Paese dove secondo la curatrice, Maria Rosa Cutrufelli, non c'è una tradizione di scrittura erotica al femminile ma sotto pelle preme «un fiume carsico» capace di emergere «con forza dirompente», questa uscita allo scoperto di segno femminile costituirà una svolta o resterà il tentativo di una manciata di audaci alle prese con un campo tradizionalmen- é te maschile? E nel farlo sono state più trasgressive o innovative, coraggiose o temerarie? Comunque sia, Cutrufelli ha ragione. Tra improvvise esplosioni di desideri più o meno appagati ed esplorazioni corporali, infantili e non, sohtarie e di coppia, nonché piaceri sadomaso e diffuse masturbazioni etero ed omo, questi racconti aprono una città proibita dimostrando che, se vogliono oltrepassare le sue mura, le donne non son da meno degli uomini. Quel fiume infatti scorre in piena facendosi strada con prepotenza a dispetto del breve testo di Dacia Maraini che sul filo dei riferimenti letterari spiega: «L'erotismo si nasconde, non compare, non si fa trovare. Lì dove si dichiara, lì dove viene esposto e messo in vendita, non c'è...». E per illustrare meglio il concetto, l'autrice di Marianna Ucrìa racconta l'inaspettata, reciproca emozione tra lei e un giovane attore che voleva chiuderle la cerniera del costume sulla schiena nuda. Il tutto sotto gli occhi del compagno di lei. Che l'erotismo sia altrove è cosa nota. Eppure, a parte Angela Bianchini, che in Anni dopo racconta in flashback come l'irrompere di un'attrazione e l'abbandono all'incontro del caso faccia scoprire a una ragazza «l'immensità di passaggi e paesaggi ignoti», o la Lidia Ravera di Guida tu che con tocco leggero e ironia rovescia i ruoli tra l'avvocatessa e il cliente, il resto dei racconti esibisce volentieri e in innumerevoli varianti zone e gesti segreti dei corpi. Come altrettante stanze o anfratti, in questa città al femminile c'è insomma posto per tutte o quasi le sfumature della sensualità, le modahtà d'approccio e pure le variabili della congiunzione erotica. Si va dalla lettera-confessione di Ippolita Avalli in cui una moglie agli scontati amplessi coniugali preferisce il piacere perverso della segregazione e delle mille torture procuratele dall'amante arabo, alle confidenze sessuali di tre squinzie messe in scena da Rossana Campo con un titolo, Come una banana, che è tutto un programma, al dialogo di sapore voyeuristico e un po' troppo ragionato tra due ex amanti, di Sandra Petrignani. Con casti titoli come Felicità e Castigo, Maria Rosa Cutrufelli e Cinzia Tani raccontano poi rispettivamente, in modo assai crudo e con dovizia di particolari, la scoperta della sessualità di una bambina di nove anni e di un'adolescente di quindici. A questo punto, l'effetto è di saturazione. In filigrana, si scorge qualche modello, da Bataille, ma senza il sacro accordato all'orpia, al Lawrence di Lady Chatterly, per esempio. S'è trattato di una sfida, avverte la curatrice che contesta la tesi di Baudrillard il quale, sulle orme di Freud, attribuisce al maschile la sessualità e al femminile la seduzione. Ora, tutta la raccolta sembra voler essere una smentita alla passività femminile e una clamorosa rivendicazione della donna come soggetto erotico. Ma per dimostrarlo, molte delle autrici di Nella città proibita non avranno emulato un po' troppo i maschi? Paola Decina Lombardi £ 4 Ironia, misteri e confessioni in una esplosione di desideri Dacia Maraini spiega: «L'erotismo si nasconde» Lidia Ravera in «Guida tu» con tocco leggero rovescia i ruoli tra l'avvocatessa e il cliente