Somalia il cerchio si strìnge Oggi i nomi dei torturatori

Un ex ufficiale dei para dai giudice per individuare i soldati delle foto choc Un ex ufficiale dei para dai giudice per individuare i soldati delle foto choc Somalia, il cerchio si strìnge Oggi i nomi dei torturatori ROMA. Una lunga settimana di interrogatori si apre oggi per fare luce sul caso delle torture praticate da alcuni uomini della brigata Folgore contro cittadini somali durante l'operazione «Ibis» del 1993. Il procuratore militare di Roma, Antonino Intelisano, intende ascoltare innanzitutto Roberto Nardini, 27 anni, l'ufficiale di complemento della Folgore che, in un'intervista rilasciata ieri al quotidiano «Il Messaggero», e ribadita in serata al «Tg 1», ha rivelato di essere stato nella stessa compagnia dell'uomo con barba e occhiali che, in una delle foto scattate e diffuse dall'ex caporalmaggiore Michele Patruno, applica degli elettrodi al corpo di un somalo. Michele Patruno, ascoltato l'intera giornata di sabato, potrebbe non averne rivelato il nome perché - si sostiene - dopo quattro anni non lo ricorda. Determinante, dunque, per lo sviluppo dell'inchiesta, diventerebbero le rivelazioni di Nardini che descrive l'uomo barbuto come un sergente maggiore, del Nord, «che ora avrà 34 anni, e probabilmente sarà maresciallo». Già oggi, quindi, la caccia ai responsabili degli abusi documentati dalle foto dovrebbe permettere al procuratore Intelisano di acquisire il nome del maresciallo barbuto. La caccia però non si fermerà qui. Nella vicenda dovrebbero essere coinvolti anche dei soldati di leva. Il procuratore intende ascoltare, infatti, nella giornata di domani altre testimonianze da parte di tutti gli ex soldati finora identificati. Sempre domani dovrebbe essere ascoltato di nuovo anche Michele Patruno. Nel corso della lunga giornata trascorsa sabato alla Procura Militare, l'ex caporalmaggiore ha già «fornito elementi di conoscenza e valutazione per ulteriori approfondimenti», come ha spiegato ieri il procuratore Intelisano. Il nuovo incontro servirà probabilmente per effettuare un confronto con i nuovi particolari emersi dopo il suo racconto. Patruno verrà poi ascoltato anche venerdì dal procuratore Giuseppe Pittitto che indaga sull'uccisione della giornalista di «Rai Tre» Ilaria Alpi e dell'operatore Miran Hrovatin, avvenuta a Mogadiscio il 20 marzo del '94, per verificare se si possa ventilare l'ipotesi di un orni cidio per ritorsione, dopo il comportamento degli italiani in Somalia. Nel frattempo, giovedì o venerdì, il procuratore Intelisano si recherà in Somalia per un ap profondimento degli elementi raccolti, Già domani, infatti, la Somalia dovrebbe presentare una «formale denuncia» all'au torità giudiziaria italiana «perché sia fatta piena luce» sulla questione. La Somalia avrebbe raccolto già le prove su 34 episodi di violenza compiuti da soldati del contingente italiano ai danni dei somali, comprese cinque uccisioni. Un'altra denuncia è già stata presentata il 24 maggio alla Corte islamica del distretto di Shibis, nella zona settentrionale di Mogadiscio, in cui sono documentate «torture e esecuzioni sommarie, ferimenti, stupri, percosse a sangue, distruzioni di scuole coraniche e proprietà», come ha annunciato Yaya Amir, presidente dell'Associazione degli intellettuali somali. Crimini, ancora una volta, che sarebbero stati compiuti da soldati del contingente italiano. Il procuratore Intelisano ascolterà, dunque, le testimonianze raccolte dai somali e le confronterà con quelle dei soldati italiani. Un'altra inchiesta prenderà il via oggi. Si tratta di quella che è stata affidata dal Capo di Stato maggiore dell'esercito al generale di corpo d'armata Francesco Vannucchi. Anche il generale raccoglierà documentazioni e testimonianze sul comportamento dei soldati italiani, [f. ama.] Gli investigatori indagano anche per stabilire se la giornalista Ilaria Alpi fii uccisa come ritorsione contro gli italiani La foto pubblicata da Panorama che mostra tre militari che applicano degli elettrodi a un prigioniero somalo. Un ex ufficiale sostiene di aver identificato il soldato indicato con il cerchietto Nella foto sotto Michele Patruno, il para «pentito» che adesso sostiene di avere altre rivelazioni esplosive sulle violenze commesse dagli uomini della operazione «Ibis»

Luoghi citati: Mogadiscio, Roma, Somalia