«Scusate noi Kennedy»

Vuol fare il governatore del Massachusetts, maltrattò la moglie USA Vuol fare il governatore del Massachusetts, maltrattò la moglie «Scusate noi Kennedy» [Joseph (figlio di Bob) ai democratici WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Chiedo scusa per me. Chiedo scusa per mio fratello». Per Joseph Kennedy, il figlio maggiore di Robert Kennedy che punta alla carica di governatore dello Stato del Massachusetts, la corsa elettorale comincia con un gesto di pubblica contrizione. La sua* popolarità era crollata il mese scorso dopo le rivelazioni poco lusinghiere della sua ex moglie e lo scandalo della baby-sitter sedotta da suo fratello Michael. A tal punto che l'ipotesi di una sua sconfitta alle urne non era più da escludere. La sua riscossa è cominciata questo fine settimana con un mea culpa al partito democratico del Massachusetts - lo stesso partito che ha fatto eleggere un Kennedy al Congresso in tutte le elezioni degli ultimi cinquant'anni. «Sì, è vero», ha detto alla platea di democratici del Massachusetts riuniti a congresso. «Il mio matrimonio non funzionava. E non vi posso dire quanto questo mi sia dispiaciuto. Non riesco nemmeno a trovare le parole per chiedere scusa». In un libro uscito poche settimane fa l'ex moghe Sheila Rauch Kennedy accusa Joseph di averla costretta ad accettare l'annullamento del loro matrimonio. E descrive scene domestiche, trascrive dialoghi avveduti tra le taujra di casa, che hanno intaccato profondamente l'immagine dell'ex marito, oggi deputato del Massachusetts. In quest'epoca di amori proibiti e pubbliche confessioni, Joseph Kennedy ha deciso che la via più rapida per ritrovare la fiducia del suo elettorato era quella del pentimento. «Ho detto cose che vorrei non aver mai detto», ha confessato con voce tremula alla platea democratica. «Ho fatto cose che vorrei non aver mai fatto». Nei giorni scorsi i sondaggi avevano indicato che il 48 per cento degli elettori del Massachusetts dava un giudizio negativo anche sul modo in cui Joseph aveva gestito lo scandalo scatenato da Michael per aver sedotto la baby sitter quando lei era appena quattor¬ dicenne. E così ha pensato bene di chiedere scusa anche per i peccati del fratello: «A proposito di quella vicenda, voglio dirvi quanto sono dispiaciuto, profondamente dispiaciuto per ciò che la famiglia della ragazza sta passando. Ecco, vorrei estendere loro le mie scuse più sentite». A giudicare dalle prime reazioni, la strategia di Joseph sembra funzionare. Lo scorso autunno veniva dato vincente nella corsa al governatorato per due a uno contro il suo diretto rivale, il Guardasigilli del Massachusetts Scott Harshbarger. Poi la sua popolarità, con la doppia mazzata del libro dell'ex moglie e dei guai del fratello Michael, è entrata in caduta libera. Ora, dopo il suo sconsolato mea culpa, pare che l'emorragia si sia fermata. Il 57 per cento degli elettori dà un giudizio favorevole di Joseph. E tra gli elettori democratici viene ancora dato vincente su Harshbarger, anche se di stretta misura (45 per cento a 41 per cento). E così il povero Harshbarger, dopo aver respirato per alcune settimane mentre Joseph si dimenava tra i suoi scandali, adesso sente nuovamente la macchina politica dei Kennedy soffocarlo. «Nessuno ha un diritto ereditario a guidare questo Stato», ha sbottato. «Nessun partito. Nessuna persona». Ma i sondaggi dicono un'altra cosa. Andrea di Robiiant 7 Joseph Kennedy, uno dei figli di Bob

Persone citate: Joseph Kennedy, Kennedy, Robert Kennedy, Scott Harshbarger, Sheila Rauch Kennedy

Luoghi citati: Bob, Massachusetts, Usa, Washington