I «Cobra» conquistano Brazzavìlle

Lotta strada per strada Èra ribelli e governativi a colpi di razzi e kalashnikov, centinaia di morti Lotta strada per strada Èra ribelli e governativi a colpi di razzi e kalashnikov, centinaia di morti I «Cobra» conquistano Brazzavìlle Congo, caccia al francese BRAZZAVÌLLE. Dopo l'ex Zaire, ribattezzato Congo, anche il gemello Congo-Brazzaville precipita nella guerra civile. Ieri le milizie dei «Cobra», i fedeli all'ex presidente Denis Sassou Nguesso, hanno preso il palazzo del governo e sono avanzate nel centro della capitale puntando sul municipio della città e sul quartier generale delle forze armate, fedeli al presidente Pascal Lissouba. I ribelli dispongono di fucili Kalashnikov, mitragliatrici calibro 14,5, mortai e blindati leggeri. «Li stiamo schiacciando. Li schiacceremo - ha proclamato il braccio destro di Nguesso, Ambroise Noumazalay -. Controlliamo molto più della metà della capitale». Si combatte strada per strada, con molte vittime, dal centro alle zone periferiche, in particolare in quella aeroportuale. I blindati governativi, di fabbricazione sovietica, lanciano razzi che avrebbero provocato centinaia di morti e di feriti nei quartieri popolari della capitale. I duemila cittadini francesi residenti nella città, ai quali è stato consigliato di rimanere in casa in contatto costante con l'ambasciata, si stanno trasferendo progressivamente in luoghi protetti a bordo di mezzi blindati dell'esercito transalpino, giunti a Brazzaville assieme a 500 soldati per via aerea da Bangui (Repubblica Centrafricana). Il primo ministro francese Lionel Jospin ha detto che per il momento non è previsto un piano di sgombero, ma che i piani sono già pronti. Nel frattempo 78 residenti francesi, più spaventati degli altri, hanno abbandonato il Paese rientrando a Parigi. Nel Paese si trovano anche 320 italiani, per lo più cooperanti e missionari, che finora non hanno subito molestie. A Brazzaville l'altra notte un «StiamVende soldato francese è stato ucciso e cinque sono rimasti feriti in uno scontro con soldati dell'esercito regolare, mentre aiutavano a mettersi in salvo alcuni cooperanti portandoli in un luogo più sicuro. I governativi hanno sparato loro a un incrocio, probabilmente scambiandoli per un convoglio di ribelli diretto verso la sede della presidenza. Fra i 78 civili francesi rientrati, molti portavano i segni di violenze fisiche. I membri di tre famiglie sono stati ricoverati in ospedale per accertamenti. Le testimonianze raccolte parlano di un clima di caccia ai francesi. «Una donna è arrivata all'aeroporto nuda, avvolta in un lenzuolo, sembra che sia stata violentata. Il marito era a piedi scalzi» ha raccontato uno dei passeggeri. «Ho paura per i nostri compatrioti rimasti nel Congo - ha detto un altro perché ho visto donne violentate e case incendiate. La gente vive in tale miseria che è pronta a rubare qualunque cosa veda nelle case degli stranieri». I combattimenti sono iniziati giovedì, quando le truppe regolari hanno circondato il quartiere in cui risiede Sassou-Nguesso per arrestare tre capi della sua milizia. Lissouba accusa il rivale di voler sabotare le elezioni presidenziali fissate per il 27 luglio. Nel 1993 un conflitto dello stesso genere provocò duemila morti. Secondo una fonte vicina a Sassou-Nguesso, fra le vittime di ieri ci sono anche la suocera e una nipote dell'ex Presidente e l'esercito ha aperto il fuoco contro le abitazioni dei figli dell'ex Capo dello Stato. La stessa fonte ha riferito che Sassou-Nguesso ha lasciato Brazzaville per andare a incontrare il Capo dello Stato del Gabon, Omar Bongo, che è suo genero. L'ex leader congolese ha dichiarato che accetterà una tregua «soltanto se Lissouba si assumerà la responsabilità di quanto sta accadendo». Il governo in carica ha fatto sapere che «il presidente Lissouba accetta colloqui a livello nazionale» propostigli dal sindaco di Brazzaville Bernard Kolela a nome di tutta la classe politica congolese, «così come la mediazione internazionale offerta dal presidente Bongo». [Ansa-Agi] Pascal Lissouba V. Denis Sassou Nguesso I CONTENDENTI Il Nord è dominato dall'etnia Mbochis, la più guerriera e fedele a Denis Sassou Nguesso. I Nibolek sono una vasta federazione di tribù della costa atlantica e fanno riferimento a Pascal Lissouba. Ci sono infine le tribù della riva del fiume Congo, fino a poco tempo fa divise e senza peso, ora rappresentate dal partito Mcddi Mbandaka Kisangani kZZAVILLE KINSHASA CONGO (EX ZAIRE) • Kananga UN PAESE ETEROGENEO E FRAGILE Brazzaville è stata la strategica capitale dell'Africa equatoriale francese (4 vaste colonie), ma con l'indipendenza negli Anni 60 ha perso il suo ruolo riducendosi a controllare un Congo comunque troppo eterogeneo, diviso fra un Nord povero e spopolato e un Sud più ricco ma frazionato in tribù IL DISASTRO ECONOMICO Pur producendo 9 milioni di tonnellate annue di greggio, il Congo ha un'economia in bancarotta perché trenfanni di regimi di sinistra hanno prodotto una burocrazia statale enorme e inefficiente. Per pagarne gli stipendi si è deciso di impegnare gli introiti petroliferi facendosi anticipare i soldi dalle compagnie Likasi IL «MARXISMO TROPICALE» Dal 1963 al '92 si sono susseguiti regimi militari di ispirazione marxista. Le figure dominanti sono state quelle di Marien Ngouabi (ucciso nel 77) e poi di Denis Sassou Nguesso che ha garantito il controllo francese, assicurando fra l'altro alla Elf il monopolio sullo sfruttamento delle risorse petrolifere LA RIVALITÀ FRANCO-AMERICANA Dopo la svolta democratica dei primi Anni Novanta, Pascal Lissouba ha r firmato un contratto di esplorazione con l'americana Occidental Petroleum. Ma a seguito delle legislative anticipate del '93, con lo sfondo di scontri di piazza, l'affare andò a monte aprendo però uno spazio all'americana Chevron «Stiamo schiacciando i fedeli del presidente Lissouba» Vendette e saccheggi, stuprate molte donne europee Cittadini francesi fuggiti da Brazzaville all'arrivo all'aeroporto di Roissy. Il governo Jospin ha inviato rinforzi nella città africana