Inventario

nventario nventario la durata dell'interminabile tragitto di un interregionale Milano-Torino, mi siedo tra gli studenti, che come spesso succede si sono divisi, da una parte i maschietti, dall'altra le femmine. Naturalmente scelgo queste ultime: me ne ritrovo due di fronte e una al mio fianco sinistro, ciascuna occupatissima a frugare nello zainetto perché li chiamano zainetti? Chissà. In realtà nella maggior parte dei casi sono enormi - alla ricerca di ogni sorta di merendine, cioccolate, gomme da masticare, patatine, focacce, pizze, panini, pop-corn, caramelle, lecca-lecca, cornetti, brioche. Al di là del corridoio alla mia destra, ci sono i maschietti: mentre le loro compagne mangiano, loro mostrano chiaramente di avere bevuto, non tanto alcolici ma piuttosto Fanta e Coca-Cola, sembrerebbe in quantità industriali, viste le enormi bottiglie di plastica formato famiglia che VOLANO per tutto il settore non fumatori. Insieme alle bottiglie volano innumerevoli altre cose, dalle classiche palline di carta agli ancora più classici insulti, non sussurrati o pronunciati con un tono di voce normale ma deci- VI aspettavate che ne parlassimo la settimana scorsa? Ma ci vuole tempo per riprendersi da simili esperienze, e solo ora noi Spies Girls siamo abbastanza forti per ricordare il Salone del Libro. Ci siamo andate di domenica: pazzia? Già: ma la Rossa, in periodo di 740, lavora anche la sera e il sabato; e poi, secondo la Bionda, quest'anno non c'era ressa, quindi... Quindi, alle 19,00 io e la Rossa entriamo; abbiamo appuntamento con la Bionda (che è già qui) fra mezz'ora, e adesso possiamo andar per libri. Il primo padiglione ha un che di infelice: gli editori sono quasi tutti altrove, e qui il tripudio di tende frappe e video non riesce a cancellare l'impressione di stare in ingresso mentre la festa è in salotto. Incediamo nel secondo padiglione: fatti non foste a viver come bruti, no?, e qui sembrano tutti intenzionati a seguir virtute e conoscenza; nobile scopo che però, a quanto pare, merita il castigo divino di questa bolgia infernale. Deviamo in un vicolo nella speranza di riuscire a camminare, se non a guardare i libri: ma anche qui l'unico modo per avanzare sarebbe passare non fra, ma sulla gente. Non resta che uscire in corridoio, dove si annidano gli afflitti da fame, sete, stanchezza e mancanza di cellulare: fra i comatosi acca¬ sciati e le code ai punti di ristoro e ai telefoni, gli interstizi sono microscopici. E oltretutto dobbiamo sbrigarci, se voghamo arrivare dalla Bionda. Tardiamo, ma per fortuna lei è ancora impegnata: da quando ha pubblicato un libro, il Salone è la sua croce e delizia, e in questo momento, sprofondata in un divano, sta pubblicamente sproloquiando sulle sue glorie letterarie e sbevazzando alcolici. Aspettiamo che si liberi, poi tutte e tre andiamo finalmente per libri. Ma dove, nei grossi stand? No, sono antri di Cerbero in cui si rischia la perdita di almeno un piede. In certi piccoli stand deserti, incupiti dall'espressione rassegnata con cui l'addetto guarda chi si avvicina? No, desolante. Puntiamo allora sulle medie dimensioni, ma la Bionda ci costringe a soste continue: saluta scrittori, dispensa sorrisi, va a trovare l'editore, ci costringe perfino a correre basse e curve come Quasimodo per sfuggire a una collega. Normale diplomazia per lei, una via crucis per noi. Intanto, in barba all'affinamento dello spirito, cresce il vuoto allo stomaco: e se andassimo a mangiare? Ottima idea: e così saliamo a riveder le stelle. Quanto alla cultura, credo che ci rifaremo in libreria, col vantaggio degli sconti. Alla prossima, vostra Bruna. samente URLATI, urlati al di sopra di qualsiasi livello di umana sopportazione, se non altro dal mero punto di vista dell'udito. I minuti ed i chilometri passano, e sul treno imperversa la battaglia: a più riprese vengo sfiorato pericolosamente dalle bottiglie sotto gli occhi divertiti delle ragazze, che nel frattempo continuano a masticare; come sempre accade il più scatenato tra i giovani guastatori è un tipo alla Woody Alien, con gli occhiali, apparentemente gracilino: in realtà piazza botte di una violenza indescrivibile sulle teste dei suoi compagni di viaggio, servendosi di una bottiglia personale, dalla quale non si stacca, limitandosi a rilasciare indietro le altre, che intanto piovono da tutte le parti. Due nigeriane si alzano e cambiano vagone, scandalizzate. Io resto dove sono, affascinato da quell'improvviso scoppio di totale, devastante ribellione, ma non solo: ad affascinarmi è soprattutto l'aplomb, la disinvoltura, la noncuranza con cui le tre lei fanno - o meglio, non fanno fronte alla situazione. Immote nelle loro camicette a fiori oltre che ornate da delicati colletti di pizzo, le tre lei chiacchierano amabilmente, adagiate sui loro sedili, sorridenti, direi addirittura radiose: cerco di leggere dai movimenti delle loro labbra una qualche parola attinente alla rivolta che imperversa dalle mie parti, oltre la porta a vetri sulla quale ogni tanto va a schiantarsi un oggetto contundente; non ci riesco, ma in compenso mi rendo conto dai loro sguardi che devono chiedersi che cosa ci faccio lì, in mezzo a quella bolgia vagante su rotaie attraverso la Pianura Padana. In effetti me lo chiedo anch'io, e intanto che me lo chiedo la battaglia campale si trasforma in guerriglia, nel senso che ormai attorno a me ci si muove a gruppi per rapide, selvagge incursioni, e per così dire si danno botte da orbi. Ad un tratto, dopo più di un'ora, una delle ragazze di fronte a me richiude ti suo zaino infarcito di merendine, si alza in piedi e sporge la testa dal finestrino abbassato. Una delle tre lei se ne accorge, e subito avverte le altre. Come un sol uomo, anzi, una sola donna, o meglio, una sola insegnante, le tre lei si precipitano tra i non fumatori. E' PROIBITO SPORGERSI DAL FINESTRINO, gridano all'unisono intanto che attorno a loro tutto continua come prima. La ragazza torna a sedersi. Le tre lei la imitano. Dopodiché riprendono a conversare, distanti. ALLA Pellerina sono arrivate le tartarughe. O magari c'erano sempre state, ma nessuno, a parte quelli che le hanno «trapiantate» lì, se ne era accorto. Sono tante, stanno in maggioranza intorno alla casetta al centro del laghetto grande (sostantivo ed aggettivo, in apparente contrasto, legano bene: andare a vedere per credere), sostano su un piccolo contorno galleggiante in legno. Quelle vicine a riva stanno di solito a coppie, una sopra l'altra. E lontane dai posti delle oche cattivelle. Alla Pellerina sono arrivati i pescatori. In uno dei canali di sfogo del fiume grande l'acqua è colore di piombo, qualche anatra si fa trasportare dalla corrente abbastanza forte. Chissà se pescano, e cosa pescano. Però importante è che quegli ottimisti stiano lì a pescare. Alla Pellerina sono arrivate le nere del servizio d'emergenza permanente. Allontanata e finita chissà dove la massa delle prostitute, adesso ci sono poche valorose rappresentanti di quello che fu un esercito, lì per chi non è al corrente del grande esodo e della nuova mappa e negli ultimi tempi ha fatto lunghi giri a vuoto. Sono lungo il fiume, dove corre un sentiero che si dirama in sentierini che finiscono sulle rive. Hanno il viso dolce e dicono ciao ai ciclisti. Alla Pellerina sono arrivati tanti nuovi giochi per bambini e per adulti. Verranno ovviamente distrutti dai teppisti, ma per adesso fanno un bel vedere, e sono anche bene frequentati. Alla Pellerina sono arrivati alcuni giovani senza casa e si sono sistemati in un'ala della grande cascina. Escono al mattino presto e si stirano. Badano a non mettersi nei grandi itinerari dell'afflusso festivo. Sono discreti, si fanno abbastanza i fatti loro in una zona della quale prima non fregava niente a nessuno, e che non merita inondazioni di moralisti. Alla Pellerina il numero delle palle di gomma, bloccate in un gorgo del fiume, per un gioco di corrente che non le lascia andare via, è ormai incalcolabile, perchè le palle si mescolano in strani delfinischi balzi sull'acqua. I genitori portano i bambini a vedere la loro palla che, finita nel fiume per un gioco, ora continua a giocare per conto suo. I bambini le lanciano saluti e chiedono una palla nuova. Alla Pellerina si sta benissimo, si gioca a calcio e si picnicca, si pedala e si corre. Andateci, è un buon affare. Casomai dite alle papere che vi mando io.

Persone citate: Bionda, Girls, Quasimodo, Spies, Woody Alien

Luoghi citati: Milano, Torino