Benedetti Michelangeli e Lonquich per Mozart

STAGIONE RAI STAGIONE RAI INBAL INCONTRA BEETHOVEN Benedetti Michelangeli e Lonquich per Mozart LA stagione di primavera della Rai, dopo l'avvio con un monumentale Mahler, si riconduce nelle vie di un repertorio più raccolto, si potrebbe quasi dire più intimistico, all'insegna di Mozart e Schubert. Il Maestro di Salisburgo riappare all'Auditorium di piazza Rossaro venerdì 6 alle 20,30 e sabato 7 alle 21 con un'altra «puntata» del ciclo pluriennale dedicato ai suoi concerti pianistici. Ed è di scena l'accoppiata formata da Umberto Benedetti Michelangeli, sempre puntuale ed elegante sul podio, e Alexander Lonquich, che tra i pianisti è uno dei più accreditati in questo importante repertorio. I concerti in programma sono due, ilK271eilK595.Il primo, in mi bemolle maggiore, è noto al pubblico anche come Jeunehomme Konzert, poiché fu dedicato a una certa damigella Jeunehomme di cui si conosce soltanto il cognome e il fatto che nel 1777 si trovava a Salisburgo. Il mistero sostanziale attorno a questa donna dona un sapore ancora più piacevole all'opera. Quattordici anni separano questo lavoro dal «Concerto K 595 in si bemolle maggiore», l'ultimo lasciato da Mozart, che Nellafoto a fianco Umberto Benedetti Michelangeli che dirige il concerto di venerdì 6 e sabato 7 all'Auditorium dipiazza Rossaro In programma Mozart e Schubert ritorna a un organico assai ridotto rispetto ad altri e ad una scrittura tecnicamente «enorme ma agevole», come osserva Robbins Landon, probabilmente perché destinato a un esecutore dalle non eccezionali risorse. Ma l'insieme è toccante e fa trasparire i presagi sinistri che agitavano l'animo del compositore nel suo ultimo anno di vita. Il bell'appuntamento musicale sarà completato, in apertura di serata, dal delizioso Andantino (Intermezzo n. 3) da «Rosamunde» di Schubert. Ed ecco, mercoledì 11 (ore 20,30) e giovedì 12 (ore 21), il primo dei cinque concerti in cui Eliahu Inbal presenterà la «sua» integrale delle sinfonie beethoveniane. L'articolazione dei nove capolavori vede subito l'esecuzione della «Seconda in re maggiore op. 36» e della «Terza in mi bemolle maggiore op. 55». La «n. 2», stando alla realtà biografica, dovrebbe mostrare due volti completamente diversi, ma così non è. I primi due movimenti nacquero all'insegna della serenità e delle più rosee prospettive, nelle quali aveva gran peso l'innamoramento di Beethoven per la giovane Giulietta Guicciardini. Ma la ragazza troncò bruscamente le illusioni del compositore, che si

Luoghi citati: Salisburgo