Garantirà un eventuale rientro d'emergenza

Garantirà un eventuale rientro d'emergenza Garantirà un eventuale rientro d'emergenza Usa, Russia, Europa: tutti uniti nello spazio Ma c'è già un ritardo di otto mesi... Aprima vista ricorda la gloriosa capsula «Apollo». Le sue caratteristiche, infatti, sono simili a quelle del modulo di comando che servì per inviare tre astronauti americani verso la Luna. Ma questa capsula rientra nell'ambito del progetto della grande stazione spaziale permanente che fino a poco tempo fa si chiamava «Alpha», e che ora viene indicata con la sigla Iss (International Space Station). Anche se il ruolo europeo dell'Esa è diminuito negli ultimi anni nel disegno della stazione, soprattutto con il ridimensionamento delle capacità del modulo-laboratorio «Columbus», l'ente spaziale europeo progetta ormai da tre anni una capsula recuperabile di forma troncoconica tipo Apollo, chiamata CRV (Crew Rescue Vehicle - Veicolo Recupero Equipaggio), i cui studi di fattibilità vengono sviluppati da un consorzio di aziende europee del settore. Il progetto è ancora fermo alla fase iniziale di sviluppo, anche perché non è stato ancora deciso a livello internazionale se sarà davvero il Crv la navicella destinata a riportare con urgenza sulla Terra gli astronauti che abiteranno la stazione spaziale in caso di incidenti. C'è infatti la ^minaccia» di un progetto concorrenziale della Nasa chiamato X-38, una sorta di mini-shuttle. Nei 25 anni di vita operativa, sulla stazione orbitante a 300 chilometri dalla Terra, non si possono escludere incidenti, tipo un incendio, o un meteorite che colpisca l'infrastruttura spaziale. In una situazione del genere, Crv può riportare a terra fino a sei astronauti, distaccandosi dal sistema che lo tiene «ancorato» al traliccio principale della stazione. In mezz'ora la capsula può rientrare ne¬ gli strati atmosferici con uno scudo termico diverso da quello delle vecchie navicelle (Sojuz compresa), realizzato in titanio e acciaio a nido d'ape che sublimano al contatto con il forte calore. Su Crv c'è una base di tegole antitermiche di colore nero simili a quelle dello shuttle, fatte di carbonio e carburo di silicio, in grado di sopportare temperature fino a 1800 gradi. Un ammaraggio con l'ausilio di paracadute concluderebbe felicemente l'eventuale fuga dalla stazione spaziale. Il punto della situazione su Crv è stato fatto nei giorni scorsi a Bordeaux (Francia). «Credo che l'Europa spaziale debba avere a buon diritto la chance di realizzare questo importante progetto - ci dice Franco Malerba, primo astronauta italiano e relatore per la politica spaziale europea -. Abbiamo tutte le capacità tecnologiche per realizzarlo e sareb¬ be un'altra dimostrazione di autonomia». «Abbiamo già effettuato molti test su veicoli spaziali di rientro - prosegue Malerba - da quelli con palloni aerostatici lanciati dalla base di Trapani-Milo con materiale della FiatAvio, fino alla capsula-dimostratore Ard, che è una Crv di prova ed è grande la metà». «Se tutto andrà bene, Ard verrà lanciata all'inizio del '98 con Ariane 5, e già in quel caso avremo risposte importanti. Oltretutto il progetto europeo è molto più semplice e pratico tecnologicamente». Crv, che può essere lanciato verso la stazione nella stiva di uno shuttle e che misura quattro metri di diametro e quasi altrettanti di altezza, era stato progettato anche per l'invio in orbita di astronauti europei per mezzo di «Ariane 5». Antonio Lo Campo ti sistema discesa e recupero della mini-capsula dimostratore Ard, realizzato da Alenia Aeros pazio. Verrà lanciato con «Ariane 5» nel febbraio J998

Persone citate: Antonio Lo Campo, Crew, Franco Malerba, Malerba, Space

Luoghi citati: Bordeaux, Europa, Francia, Russia