«Da Bossi altre sorprese» di Fabio Martini

«Da Bossi altre sorprese» «Da Bossi altre sorprese» D'Onofrio: ilsenaturpotrebbe trattare anche sul doppio turno ROMA. I blitz della Lega? Non sono finiti e potrebbero riservare altre soiprese, nuovi e imprevedibili «innamoramenti». «Chi pensa che Bossi sia tornato in Bicamerale per scassare, si sbaglia di grosso - prevede Francesco D'Onofrio, uno dei pochi che l'Umberto lo conosce e lo frequenta -. La Lega di lotta e di governo farà nuove incursioni: sul federalismo, ma soprattutto sulla legge elettorale. La novità? Non farà fronte con i proporzionalisti, ma con D'Alema, Fini e Berlusconi...». E intanto ecco la prima sorpresa: in un'intervista al Tg2 ieri Bossi ha annunciato proprio che tornerà in Bicamerale: «Presenteremo emen- damenti sui soldi al testo D'Onofrio sul federalismo». Ed è una sorpresa perché le prime reazioni leghiste alla bozza sul federalismo erano state fiammeggianti, sembravano non lasciar spazio a patteggiamenti. E invece Bossi ha di nuovo cambiato tattica, annunciando che «metterà alla prova» gli altri partiti «senza tante chiacchiere, su un punto critico fondamentale che sono i soldi. E lì si capisce cosa vogliono questi». Cosa intenda Bossi per «soldi», il capo lo ha già spiegato ai suoi: la Lega vuole un regime nel quale il gettito resta sul territorio, tranne ciò che si trasferisce allo Stato per le sue necessità. Nei vagheggiamenti leghisti cesserebbe un autonomo potere impositivo dello Stato e il debito nazionale (che deve avere la certezza del prelievo fiscale pei' pagare gli interessi) sarebbe rimesso agli enti locali. In altre parole, un potere che non esiste neppure negli Stati federali più spinti. Ma se sul federalismo la Lega sembra prepararsi ad ima battaglia alla luce del sole, è possibile che sulla legge elettorale Bossi immagini una trattativa sotto traccia, con parecchi risvolti a sorpresa. Anche perché il vero motivo che ha ricondotto la Lega nella sala della Regina, quel suo far pendere la bilancia sul semipresidenzialismo, non è semplice «sfascismo». «Il premierato spiega Bossi - avrebbe imposto quasi automaticamente un sistema elettorale col premio di maggioranza». Che per Bossi è il peggiore dei mali. «Per lui - spiega ancora D'Onofrio - la cosa peggiore non è avere 30 deputati anziché 80, ma diventare irrilevante. Il premio di maggioranza è il sostituto dell'accordo con la Lega: Bossi ha colto questo rischio mortale ed è tornato in Bicamerale. Chi crede che è venuto per fare un favore a noi del Polo si sbaglia clamorosamente. Tanto è vero che le sorprese non sono finite...». E il «sismografo» D'Onofrio raramente sbaglia con il «terremoto Bossi» perché è imo dei pochissimi politici italiani a frequentare le zone «sismiche». Quattro anni fa D'Onofrio fu l'unico democristiano ad intrecciare un'amicizia con Bossi, fu presente all'inaugurazione della sede leghista di via Bellerio e quel legame speciale è stato confermato cinque giorni fa: D'Onofrio era presente a Vicenza alla assemblea degli imprenditori locali e il presidente della Lega Nord (e degli orefici vicentini) Stefano Stefani ha pubblicamente detto: «D'Onofrio è amico di Umberto...». Dunque, le sorprese? «Come prima cosa Bossi andrà a chiedere a D'Alema e a Berlusconi una legge elettorale proporzionale con sbarramento al 5 per cento...». Una riforma che non gli potrà concedere nessuno, ma a quel punto sul piatto resteranno tre ipotesi: l'attuale maggioritario ad un turno, i due turni che piacciono a D'Alema, il premio di maggioranza «alla Tatarellum» che piace ai partiti minori di Ulivo e Polo: verdi, Rifondazione, ccd, cdu, ppi. «E Bossi - prevede D'Onofrio - si giocherà la partita con i grandi partiti, non con i piccoli. Dirà va bene il maggioritario a un turno. Ma anche a due turni, perché in molti collegi i leghisti potrebbero andare al ballottaggio. Come è successo a Lecco e Pordenone. Bossi potrebbe far parte di un'intesa pds-Forza Italia-an, che con la Lega diventerebbe vincente». Fabio Martini

Luoghi citati: Lecco, Pordenone, Roma, Vicenza