«Decapitata la nuova Piovra»
«Decapitata la nuova Piovra» «Decapitata la nuova Piovra» Lo Forte: ma la sua potenza non è in declino L'ANALISI DELLA PROCURA LPALERMO A cattura di Aglieri è un successo importante perché è stato preso un esponente della nuova mafia, di una mafia forte e non di una mafia in declino». Guido Lo Forte, procuratore aggiunto di Palermo, non riesce a nascondere la sua soddisfazione. Ma neppure stavolta, di fronte all'arresto di un boss del calibro di Pietro Aglieri, perde la sua proverbiale lucidità. «Non lasciamoci travolgere dall'entusiasmo. Ricordiamo che anche Riina, quando fu ammanettato, era al vertice dell'organizzazione. Nonostante questo, la cattura di Riina non ha affatto determinato una caduta della potenza di Cosa nostra». Perciò Lo Forte invita alla prudenza spiegando che la «neutralizzazione di un capo come Aglieri comporterà dei problemi di riequilibrio ma non influirà affatto sullo sviluppo della nuova strategia criminale». Chi sono oggi i capi di Cosa nostra? «Non è il mafioso che fa la mafia, ma è la mafia che fa il mafioso. Solo un uomo è riuscito a plasmare la mafia a sua immagine e somiglianza: quest'uomo è stato Riina. Oggi sono le stesse caratteristiche di sviluppo del crimine organizzato a plasmare i capi. Il pensiero va a Bernardo Provenzano, il patron di Aglieri. Ma anche alle nuove leve che si muovono nel solco della politica affaristica di Calò e ad esponenti storici dello schieramento corleonese come Vincenzo Virga e Matteo Messina Denaro a Trapani, Nino Giuffrè a Caccamo, Gaspare Spatuzza a Brancaccio. Tutti ancora latitanti». Tutti d'accordo nello stesso schieramento? «Ci sono stati contrasti interni, mai venuti alla luce con chiarezza. La questione, oggi, è capire quale sia il grado di adattamento di tutti questi esponenti alla nuova linea di Cosa nostra che è quella della pax mafiosa, con l'obiettivo di riappropriarsi del territorio e sviluppare gli affari». Come ha reagito Aglieri all'irruzione degli agenti? «Senza manifestare alcuna reazione emotiva. Si è limitato a prendere at¬ to dell'identificazione e dell'arresto. Questo è un atteggiamento tipico dei capi». Si è detto che Aglieri avrebbe accumulato leggendarie ricchezze col traffico di droga. E' così? «Negli ultimi anni la componente emergente di Cosa nostra ha continuato i traffici di droga pesante e ha intensificato i rapporti con le organizzazioni criminah d'oltreoceano. Aglieri faceva parte di questa componente che ha accumulato un patrimonio di miliardi. Adesso dobbiamo augurarci di individuare questo denaro». Valgono ancora le distinzioni tra corleonesi e nemici dei corleonesi? «Oggi è difficile fare distinzione e sarebbe un errore pensare a noti padrini cristallizzati in un cliché. Un boss che in passato è stato un sostenitore dello stragismo oggi potrebbe aver cambiato idea. Perciò non escludiamo un compattamento sulla nuova linea "morbida" che oggi è la più conveniente per Cosa nostra». Come si è arrivati alla cattura di Aglieri? «Con un lavoro che dura da mesi, basato sul controllo di tutti i possibili tramiti che avrebbero potuto condurre al rifugio del superlatitante». Quali sarebbero questi «tramiti» che hanno portato ad Aglieri? «Ciascun latitante ha bisogno di persone da usare come emissari. Questi tramiti vengono immediatamente "bruciati" al minimo sospetto. Ecco perché individuarli è difficilissimo, ma è un lavoro possibile «Ora nasceranno prohlei di riequilibrio intera* Ma la cattura non incider sullo sviluppo dt strategia crimini
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